11 gennaio 2008

fino al 30.I.2008 Steven Gontarski Roma, Changing Role

 
Ritratti che parlano di antichità, mantenendo un accento contemporaneo. La monumentalità del passato riportata al presente. Quando la consistenza della scultura si sposa con la leggerezza del velo...

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È ancora possibile tornare a un tipo di pittura tradizionale, fatta di preparazione in gesso e sovrapposizione di velature, concretizzata nel più classico olio su tavola? Steven Gontarski (Philadelphia, 1972) sembra rispondere affermativamente. La serie di dipinti in mostra nella sede romana di Changing Role cita i maestri del Rinascimento nord-europeo, trasponendo tecnica e iconografia nel presente più immediato. La posa di tre quarti, il gioco di ombre, lo sfondo nero ardesia ripropongono modi e linguaggi che sembrano vivere solo nella storia. A ciò si aggiunge un’attenzione al particolare tipicamente fiamminga, seppur concentrata su accessori tipicamente contemporanei. È il caso delle linee argentate che tracciano il contorno di figure angeliche disegnate a matita su carta. È il caso dell’orecchino portato dall’enigmatico Frazier D., il cui sguardo è attratto da qualcosa situato al di fuori del campo d’azione.
Gli occhi color ghiaccio dei personaggi ritratti -tutti amici dello stesso Gontarski- celano un alone di mistero, amplificato dai rimandi simbolici che l’artista lascia qui e là, indizi sparsi di un quadro più complesso. La piuma di pavone, ad esempio, simbolo di vanità. E soprattutto la presenza del velo, la cui realizzazione crea un raffinato gioco di trasparenze, mostrando e nascondendo al tempo stesso. Il tema della copertura compare anche nel busto Gamma III, realizzato in vetroresina e poi laccato in nero, passaggio che nasconde le imperfezioni del materiale e le tracce procedurali, apparendo come creazione piuttosto che come banale fattura. Steven Gontarski - Jonjo A. - 2005 - olio su tavola - cm 90x70Il busto è la scelta monumentale per eccellenza: a lui spetta di monere l’effigiato, conferendogli imperitura memoria. Contrasta però con l’intento celebrativo la bendatura di occhi e bocca, che rende irriconoscibile il soggetto.
Allo stesso modo, il Red Obelisk chiama in causa la scultura classica, per poi trasfigurarla con il rivestimento scarlatto smaltato e il graffito bianco apposto alla base. Tutti segni di una rilettura del classico che filtra attraverso lo sguardo dell’oggi. Che avverte il senso effimero del ricordo, condensato nel frozen moment che blocca i personaggi ritratti.
Gontarski s’impegna in una monumentalizzazione dell’evanescenza attingendo formalmente e a più riprese alla storia dell’arte, guardando al Barocco e al Futurismo, a Dürer e a Dalí. Rischiando di fallire per contraddizione di partenza. La sua galleria di ritratti, pittorici e scultorei, guarda al passato restando muta davanti al presente. Su questo, cala l’immancabile velo steso dall’artista.

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alessandra troncone
mostra visitata il 5 dicembre 2007


dal 16 novembre 2007 al 30 gennaio 2008
Steven Gontarski – Portraits
Changing Role – Move Over Gallery
Vicolo del Bollo, 13 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0683507085; infogallery@changingrole.com; www.changingrole.com

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1 commento

  1. Mi domando se la mostra sia stata veramente visitata, io l ho visitata e la scultura gammaIII è viola non nera….esempio a caso…

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