25 maggio 2009

fino al 31.VII.2009 Daniele Girardi Roma, First Gallery

 
Video a scatti, pittura in movimento: sulla medesima tela convivono le diverse tecniche della rappresentazione. Fluidità degli elementi, del fuoco che brucia e della natura che irrompe. Spaventosa e meravigliosa...

di

Pittura fluida. Non stiamo parlando del drip painting di Pollock, specie ora che il concetto di “fluido”, come insegna Zygmunt Bauman, si è imposto all’attenzione di tutti, in primis quale metafora della modernità. La fluidità sta nel modo in cui viviamo la contemporaneità, nel diniego delle barriere tra reale e virtuale, sempre in viaggio, sospesi nei flussi comunicazionali e sopra l’idea che ogni fortezza nasconda un tesoro inespugnabile.
Se si paragonano tali fortezze ai numerosi mezzi d’espressione artistica, i tesori che ognuno di questi racchiude va mescolandosi con quello vicino e parimenti con quello lontano, in virtù di un digitale che abbatte ogni distanza e differenza.
In tal senso, l’arte cinetica si mescola con la pittura. E qui nessuna sorpresa: fin dalle prime pellicole, l’inquadratura filmica ha rincorso la prospettiva pittorica; ma Daniele Girardi (Verona, 1977; vive a Milano) ne sovverte le rispettive aspirazioni. I suoi video sono costruiti con opere grafiche e collage montati in successione, secondo i principi dell’animazione; tuttavia, ostenta il carattere d’immobilità del singolo “fotogramma” e si priva della fluida continuità cui le stesse tecniche d’animazione aspirano, al fine di offrire effetti di realtà.
Girardi, invece, provoca una sorta di singhiozzo nel flusso filmico. I medesimi “fotogrammi” diventano poi opere autonome: “tecnopitture”, le definisce. L’artista prende delle fotografie e ne stravolge i tratti, i colori, le forme. E quando disegna, difficilmente rende netti i contorni: tutto è in movimento. Fluido è il fuoco che carbonizza l’albero in Inner Surface (2009) e che diventa tema ricorrente in Wildness.
Daniele Girardi - Drawing X - 2009 - tecnopittura su carta intelata - cm 30x40
È la natura feroce a esser rappresentata, come quella della Ginestra leopardiana. Riferimento non invalso se, come dichiara l’artista, sono le suggestioni letterarie e artistiche a guidare il suo lavoro: la natura sublime che trascende l’uomo, il quale non può che stare a guardare, affascinato e terrorizzato.
Il percorso della mostra è lineare: dall’inizio fino alla conclusione, la maggior parte delle opere sono tecnopitture, su tela o su carta; ma l’ecletticità delle forme e dei colori, nonché della composizione dei collage, non autorizza a differenziare un gruppo da un altro. Tutto il rappresentato risulta mosso, come se fosse ritratto in estemporanea. Giunti a metà, una piccola sala rientrante mostra, alla luce del solo schermo, il video in cui il fittizio albero va bruciando. Dunque, il fuoco è opera dell’uomo? Allora la ferocia del Wildness non apparterrebbe più alla natura. Fluide sono anche le interpretazioni.
Daniele Girardi - Inner Surface - 2009 - tecnopittura su tela - cm 150x200
La First Gallery propone, in una rapida sommersione di colori, un allestimento regolare, laddove la grande tela e il foglio non hanno ragione di non essere appesi al muro. Degna di nota l’esposizione dello sketch book dell’artista: scorrerne le pagine dà prova del continuum del processo creativo, dove si alternano foto, immagini ritagliate da riviste, modificate, ridipinte, segnate e bozzetti ispirati.
Flusso creativo, dunque. Perché, per Girardi, rendere l’istante significa già pensare al successivo.

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mostra visitata il 14 maggio 2009


dal 13 maggio al 31 luglio 2009
Daniele Girardi – Wildness
First Gallery
Via Margutta, 14 (zona piazza del Popolo) – 00187 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 11-19
Ingresso libero
Catalogo con testi di Luca Beatrice ed Elena Forin
Info: tel. +39 063230673; info@firstgallery.it; www.firstgalley.it

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