22 febbraio 2010

fino al 5.IV.2010 La Persia Qajar Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

 
Storia della fotografia in Iran. Del suo arrivo e del ruolo, fondamentale, giocato dalla dinastia Qajar. Storia in cui l’Italia ha un ruolo di assoluto primo piano...

di

L’aristocratica inglese, raffinatissima scrittrice, fu tra
gli ospiti stranieri invitati ad assistere alla cerimonia d’incoronazione del
generale Reza Khan, che nel 1926 – dopo aver scalzato i Qajar, regnanti dal
1795 al 1925 – si autoproclamò scià, istituendo la dinastia Pahlavi.
Ma questa è un’altra storia. Certo è che un centinaio
d’anni prima la Persia era ancora un luogo tutto da scoprire, le cui vicende
s’intrecciano indissolubilmente alla storia della fotografia. Sì, perché
Nâseroddin (1831-96), scià della dinastia Qajar, credeva nel progresso e favorì
una serie di scambi con l’Occidente, recandosi egli stesso (primo sovrano
persiano) più volte in Europa e lasciandone traccia nei suoi diari di viaggio.
La fotografia, di cui rimase affascinato, fu tra le
scoperte che portò in Persia, invitando alcuni autori – i primi furono proprio
italiani – sia perché documentassero l’organizzazione interna della corte e i
luoghi, sia perché istruissero figure professionali locali (il successo
dell’iniziativa è testimoniato dalla presenza di una delle più cospicue
collezioni dell’epoca Qajal, raccolta dal fotografo iraniano Bahman Jajali, recentemente scomparso).
Ci
interessava evidenziare questo contributo italiano che è veramente specifico
”, spiega Francesca Bonetti che, insieme ad Alberto
Prandi, è curatrice del volume realizzato in occasione della mostra La
Persia Qajar. Fotografi italiani in Iran 1848-1864
, perché
a parte un dagherrotipista francese che arriva in Persia nel 1844, le prime
fotografie sono dei napoletani Luigi Pesce e Antonio Giannuzzi, esiliati lì
dopo i moti del ’48
”.
Antonio Giannuzzi - Veduta delle moschee a Mashhad - 1858-59 - Musée National des Arts Asiatiques Guimet, Parigi
La
lunga e complessa ricerca dei due studiosi, che ha portato alla realizzazione
della mostra alla Calcografia e del volume – molto più che un semplice catalogo
-, ha avuto inizio circa cinque anni fa, anche se Prandi precisa: “Il primo
passo risale al 1982 quando emerse l’album ‘Ricordi del Viaggio in Persia della
Missione Italiana 1862’, conservato nella Biblioteca Marciana di Venezia, che
però fu studiato da un storico del Risorgimento e non dagli storici della
fotografia
”.
Questa
missione diplomatica, di cui in mostra c’è la foto di gruppo (sia la stampa
originale che la riproduzione a grandezza naturale), era stata preparata da
Cavour e fu portata avanti dopo la sua morte, nel ’61. Fu la prima missione del
nuovo regno d’Italia: a guidarla c’era il ministro Cerruti, insieme a un entourage di tecnici e scienziati, tra cui il fotografo Luigi
Montabone
, l’illustratore Stanislao Grimaldi del Poggetto e gli scienziati De Filippi, Doria e Lessona.
Il
nostro problema è stato ricostituire il corpus intorno a un nucleo che ha una
precisa fisionomia
”, spiega
Prandi. “Abbiamo costruito un repertorio, schedando e catalogando le
fotografie che siamo riusciti a rintracciare, dall’album di Venezia a quello
della Biblioteca Reale di Torino; c’era poi l’album del Metropolitan Museum di
New York e altri materiali che spesso, benché pubblicati, non erano mai stati
oggetto di studi sistematici
.”.
Luigi Montabone - Moschea in Kasvin - 1862 - albumina - Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia
In
mostra sono circa 130 i pezzi esposti, partendo dalle carte salate da calotipo
fino alle albumine e alle carte salate miniate a colori, incluso il nucleo di
disegni, incisioni e dipinti di Alberto Pasini, il più grande orientalista italiano al seguito
della missione francese di Bourrée, in Persia nel 1855-56.
Una
ricerca appassionante, che mostra un volto inedito di luoghi come Persepoli (il
primo a fotografare le rovine fu proprio Pesce), le moschee di Mashhad e le altre città sante
dell’Islam, il Golestan Palace di Teheran, ma soprattutto – come sottolineano
all’unisono Bonetti e Prandi – la modernità della corte qajara.

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dall’undici febbraio al 5 aprile 2010
La Persia Qajar. Fotografi
italiani in Iran 1848–1864
Istituto Nazionale per la Grafica – Calcografia
Via della Stamperia, 6 – 00187 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 10-19
Ingresso libero
Catalogo Peliti
Info: tel. +39 0669980242; fax +39 0669921454; www.grafica.arti.beniculturali.it

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