06 ottobre 2010

fino al 6.XI.2010 Una questione di spazio Roma, Giacomo Guidi

 
Tre lavori fotografici e una scultura testimoniano il rapporto tra opera d’arte e spazio che la circonda (o che la “riempie”). Un gioco di rimandi sul concetto di architettura mentale...

di

Quattro artisti di fama internazionale sono stati chiamati
da Ludovico Pratesi a partecipare alla mostra dal titolo Una questione di
spazio
, ciascuno
con una propria opera ritenuta significativa per rappresentare il tema. Jan
Dibbets, Candida Höfer, Giulio Paolini e Imi Knoebel è il poker di artisti che
ha realizzato le altrettante opere esposte nella galleria romana. Tre lavori
fotografici e una scultura che, sebbene diversi, dialogano alla grande tra
loro, uniti dalla comune dimensione concettuale dello spazio.

Jan Dibbets, con una fotografia di grande formato dai colori tenui e
da una trama quasi materica, intitolata Robert Ryman Blue, interviene sulla relazione tra
dipinto e ambiente con la monocromia di un rarefatto trompe l’oeil, che mette
in gioco l’azzeramento della pittura minimalista di Ryman esaltandone al contempo il rigore
concettuale.

La tedesca Candida Höfer propone uno scatto che ritrae il
teatro comunale di Bologna completamente vuoto, com’è consuetudine nei suoi
lavori, valorizzandone così architettura e dettagli, conferendogli il valore di
“tempio” della cultura. L’inquadratura e la perfezione tecnica dell’opera
esaltano l’identità di questo spazio, consentendone la lettura fin nei minimi
particolari.

Jan Dibbets - Robert Ryman Blue - 2004 - fotografia a colori
Ancora dalla Germania, Imi Knoebel presenta Lolita-Wan, una scultura formata da barre
d’acciaio sovrapposte e dipinte
con pennellate orizzontali molto acquose, dove ogni elemento è identificato da
una componente cromatica precisa e definita, quanto morbida e calda. Lo spazio
di quest’artista è quello del colore inteso come linguaggio strutturale di una
pittura minimalista.

Infine, Giulio Paolini presenta un quadrittico di
collage fotografici, un’opera che si può definire una sintesi del suo lavoro:
c’è il fronte e il retro, il cavalletto vuoto e il cavalletto pieno, l’artista
di spalle… Lo spazio è lo studio dell’artista, e Studio per Synopsis è l’ideale laboratorio per
riflessioni sul senso dell’opera d’arte come gioco di specchi fra artista e
spettatore.

Un gruppo costituito da artisti importanti e pressoché
coetanei, che hanno vissuto anni in cui l’arte ha avuto modo di svilupparsi in
modo estremamente libero: Hofer e Knoebel nella Düsseldorf degli anni ‘70 e ‘80
alla scuola dei Becher e di Beuys, Dibbets in Olanda con un periodo di formazione a Londra, Paolini
come testimone dell’arte concettuale e di quel contesto torinese domenicato
dall’Arte Povera.

Candida Höfer - Teatro comunale di Bologna - 2006 - fotografia a colori - cm 250x200
La mostra si pone dunque l’interrogativo se tra lo spazio
e l’opera d’arte esista una relazione: è l’opera che racchiude lo spazio o
viceversa? I lavori esposti nello spazio ampio ma compatto della galleria
sembrano dimostrare che ambedue le affermazioni sono vere. Così, spazio reale e
spazi concettuali dei lavori si integrano in un unicum altrettanto compatto.

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dal 16 settembre al 6
novembre 2010

Una questione di spazio

a cura di Ludovico Pratesi

Galleria Giacomo Guidi & MG
Art

Vicolo di Sant’Onofrio, 22/23 (zona
Gianicolo) – 00165 Roma

Orario: da martedì a sabato ore 11-13
e 16–20

Ingresso libero

Catalogo disponibile

Info: tel./fax +39 0696043003; info@giacomoguidimgart.it; www.giacomoguidimgart.it

[exibart]

 

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