21 settembre 2009

fino all’8.X.2009 Cindy Sherman Roma, Gagosian Gallery

 
Volti di donne sul viale del tramonto. L’ultima serie della poliedrica fotografa americana esplora il jet set. Tra visoni e gioielli che non riescono a nascondere la decadenza...

di

Una, due, dieci Cindy Sherman (Glen
Ridge, New Jersey, 1954; vive a New York) sorridono, imbalsamate alle
pareti della sede romana della Gagosian Gallery.
Dopo le serie Freaks (1984) e History Portraits (1988), passando per un’infinita
sequela di travestimenti, Sherman sceglie di concentrare la propria attenzione
sulle donne dell’upper class che hanno ormai raggiunto la mezza età e, come nella
tradizione dei suoi lavori, si occupa di ogni aspetto: fa da autrice, regista,
fotografa e, ovviamente, modella.
Esponente di spicco della stage photography, l’artista americana non ritrae
mai se stessa; piuttosto recita di volta in volta una parte e, per meglio
calarsi nel personaggio, cura ogni dettaglio della rappresentazione che, come
in questo caso, spesso scivola volutamente nel kitsch e nel cattivo gusto.
Di travestimento in travestimento, la fotografa incarna di
volta in volta una nostalgica signora impellicciata, un’austera nobildonna al
parco, una novella Liz Taylor stracarica di gioielli o una tardiva seduttrice
con parrucca argentata.
Incredibile è la sua capacità di scomparire nel ruolo che
si auto-impone: a tal punto è in grado di curare ogni dettaglio delle varie mise – dalle unghie smaltate e
lunghissime ai braccialetti vistosi – che lo spettatore crede d’intuire anche
la personalità, i gusti, le preoccupazioni di ogni singola donna, guardando
solo il loro aspetto. Proprio per questo Sherman non può non aver tratto
ispirazione dai ritratti del Rinascimento e del Barocco, ove “l’abito faceva il
monaco”; era, cioè, l’unico mezzo per palesare la propria condizione sociale.
Cindy Sherman - Untitled (#477) - 2008 - fotografia a colori - cm 139,2x137,2 - ed. di 6
Inoltre, l’illuminazione violenta e impietosa, che mette
in risalto fino all’ultima ruga, macchia o piega di questi corpi appesantiti
dal trascorrere degli anni, contribuisce alla consapevolezza straniante che,
nonostante le immagini proiettino intorno a sé un’aura di benessere e successo,
queste donne non possono in nessun caso arginare l’età e il disfacimento
corporeo che avanzano.
Denuncia sociale? Volontà dissacratoria di lusso e affini?
Sicuramente queste componenti sono ben presenti e accentuate dagli sfondi, che
ritraggono eleganti palazzi sulla Fifth Avenue, dimore di famiglia, parchi e
giardini maestosi. Ma, a ben guardare, sono stati realizzati separatamente e
poi sovrapposti, minando l’integrità della rappresentazione.
Cindy Sherman - Untitled (#473) - 2008 - fotografia a colori - cm 178,3x152,4 - ed. di 6
Queste opere, che approfondiscono la tematica della messa
in scena, allo stesso tempo sono in grado di promuovere una riflessione
rinnovata sul ruolo della donna nella società e nell’immaginario collettivo,
richiamando immediatamente alla memoria il personaggio di Norma Desmond nel
film Viale del tramonto: una donna che vive nel passato e non vede prospettive per il futuro.
Cindy Sherman non la pensa così. Anzi, nel suo eterno
gioco teatrale ed eccessivo rivive in mille epoche e in mille personalità
diverse, dall’adolescente alla casalinga. Cogliendo in ogni donna una parte di
sé.

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dal 7 giugno all’otto ottobre 2009
Cindy
Sherman
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi, 16 (centro storico) – 00187 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0642746429; fax +39 0642014765; roma@gagosian.com; www.gagosian.com

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