04 luglio 2011

Il Macro dà il suo benvenuto a Bartolomeo Pietromarchi

 
Da giorni non si parla d'altro. Ora è stato finalmente ufficializzato. Il nuovo direttore del Macro, Bartolomeo Pietromarchi, uomo dai mille interessi e dai tanti progetti alle spalle seppur la giovane età, da oggi entrerà a tutti gli effetti a far parte di quell'enorme macchina culturale che è il Macro, sperando la guidi con coraggio, intraprendenza e un pizzico di rischio...

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Giornata importante, quella di lunedì 4 luglio, per il MACRO di Roma. In conferenza stampa è stato infatti ufficialmente presentato il nuovo direttore Bartolomeo Pietromarchi, introdotto dall’assessore comunale alla cultura, Dino Gasperini. Dopo i dovuti ringraziamenti al lavoro svolto dall’ex direttore Luca Massimo Barbero, con il quale garantisce rimarranno sempre ottimi rapporti, l’assessore ha poi spiegato alcune delle ragioni che hanno portato alla scelta di Pietromarchi, fra cui il lungo curriculum, la grande esperienza nonostante la sua giovane età e l’interdisciplinarietà della sua attività, da curatore a direttore artistico della fondazione Olivetti, da collaboratore del MAXXI a responsabile della programmazione dell’ Hangar Bicocca. Una formazione ampia quindi, amministrativa, curatoriale, e vicino all’istituzione pubblica, che a soli 43 anni rende Bartolomeo Pietromarchi la persona giusta per il Museo d’Arte Contemporanea della capitale.

Gasperini assicura la continuità del progetto portato avanti fino ad oggi dalla precedente direzione, e garantisce un importante investimento nell’arte contemporanea affinchè il Macro possa restare quel centro vivo di arte contemporanea come lo è stato dall’inizio.

E’ stato finalmente confermato l’intento di trasformare il Macro in fondazione, un cambiamento importante anche dal punto di vista giuridico, una scelta che coinciderebbe secondo Gasperini con una “seconda fase che porterà un’accelerazione tempistica della trasformazione del museo in fondazione”. I tempi saranno quindi serrati, ed entro questo mese l’assessore porterà in aula la delibera relativa all’istituzione del museo d’arte contemporaneo di Roma con la relativa carta dei servizi e la carta qualità, insieme ad altri elementi che a detta di Gasperini “costituiranno un gruppo di lavoro che comincerà a riunirsi già da questa settimana – anche con macro amici – per arrivare ad una soluzione importante come questa”.

Una realtà su cui il Macro deve investire in tutti i sensi, anche in termini di bilancio, fulcro su cui si è molto dibattuto oggi e che, dice Gasperini, “sarà approvato stanotte dal consiglio comunale per stanziare i fondi necessari e che sarà poi ulteriormente rivisto dalle giunte, pronte in caso ad aggiungere i fondi nelle fasi successive di assestamento.” La cifra di partenza più volta ripetuta dall’assessore è 2 milioni di euro (per alcuni cifra troppo bassa, per altri una cifra che poteva essere  stanziata anche per Barbero) che permetterebbero al nuovo direttore di poter lavorare liberamente e serenamente a partire da settembre con la nuova stagione di mostre. L’ assessore ha più volte insistito sull’importanza di mantenere il Macro come “luogo di attrazione, di educazione, formazione, che sia pronto ad aprirsi sempre di più alla città e alle sue istituzioni culturali affiancando l’amministrazione e i luoghi di recupero in giro per la città, che sia fulcro di una sintesi di Roma, città universale oltre che internazionale”.

L’intervento più atteso però era quello del nuovo direttore, che ha parlato inizialmente del panorama artistico contemporaneo romano, sempre più aperto a nuovi spazi e più interessato a nuove realtà emergenti: musei, gallerie e fondazioni. Queste avrebbero portato ad una maggior consapevolezza dell’arte contemporanea e della nuova realtà circostante, di ciò che soprattutto si sta muovendo a livello internazionale. Una nuova coscienza che per Pietromarchi risulta “inimmaginabile rispetto al periodo in cui ho iniziato alla Fondazione, un movimento globale che porta al centro la nostra città, un sistema che sta crescendo in tutte le sue particolarità e strutture”.

Inoltre, parlando del Macro e del rapporto con gli artisti, il nuovo direttore ha espresso la volontà di concentrarsi sulle fasi di produzione e formazione rispetto a quello che gli artisti sul nostro territorio sono in  grado di dire e di rappresentare. Gli artisti infatti hanno bisogno di sostegno, di formazione, di produzione e di conoscere il contesto internazionale, in modo da intraprendere un confronto  costruttivo e formativo  per non rimanere isolati e non chiudersi in un’autoreferenzialità pericolosa. Un museo quindi che non rappresenti solo un centro espositivo ma anche “un centro di cultura, di produzione e di formazione inventandosi un ruolo che spazia nel territorio e che diventi una sorta di cappello sull’arte contemporanea senza aver paura di aprirsi anche alle altre discipline, di nutrirsi delle altre leve”. C’è quindi da aspettarsi un’interdisciplinarietà di eventi e di manifestazioni, sulla scia di Barbero, il quale attraverso eventi collaterali, aperture serali e video drink era riuscito a rendere il museo polo multiculturale e a portare al museo anche i meno “addetti”.

Sicuri dell’ottimo lavoro che farà Pietromarchi,  gli auguriamo di intraprendere questo nuovo viaggio con il solito impegno, passione, entusiasmo, e quel pizzico di timidezza che lo contraddistinguono e che gli faranno trovare la giusta sintonia con l’amministrazione pubblica e con il team che lavorerà al suo fianco.

a cura di giulia fontani

4 luglio 2011

presentazione ufficiale del nuovo presidente del Macro di Roma

Bartolomeo Pietromarchi

MACRO

sala rossa

Via Nizza

Roma

[exibart]

1 commento

  1. Sperando che questo nuovo direttore possa portare una ventata di novità e cultura,ne approfitto per fare i compilmenti all’autrice dell’articolo;in poche righe ha saputo mettere in evidenza i punti critici di questa “macchina culturale” con grande professionalità ed un pizzico di provocazione.
    M.M.

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