06 luglio 2010

fino al 12.VII.2010 Albino Manca Cagliari, Legione dei Carabinieri

 
Dalla Sardegna agli Stati Uniti. Il percorso artistico di Manca attraverso un centinaio d’opere, fra sculture, disegni preparatori, design e gioielli. Dal Ventennio al New Deal...

di

Non passano certo
inosservate le colossali statue bronzee che sovrastano il cornicione curvilineo
del Palazzo della Legione dei Carabinieri a Cagliari. Quattro imponenti nudi,
esasperati nell’accentuazione plastica e nell’aggressività delle pose, destinati
a incarnare le virtù di fede, coraggio, disciplina e sacrificio e che in corso
d’opera (1932), inevitabilmente, divengono pretesto per imporre concetti di
stampo fascista.

Nonostante ciò, pochi
sanno che Albino Manca
(Tertenia, Ogliastra, 1898 – New York, 1976) ne è
l’artefice. Probabilmente perché, come parte degli artisti sardi dell’epoca, ha
pensato bene di varcare i confini dell’isola (per non tornare) e conquistare
quella fetta di visibilità che altrimenti non avrebbe avuto.

Formatosi tra il
cantiere del Vittoriano e l’Istituto di Belle Arti di Roma, esordisce con una
serie di ritratti di propaganda fascista – in gran parte vittime della damnatio
memoriae –
per poi rientrare in Sardegna e affrontare la decorazione
architettonica della Legione dei Carabinieri. In questa fase, lo scultore
ogliastrino sembra ispirarsi alla purezza delle forme della statuaria di Adolfo
Wildt
per
poi virare alla volta di Paul Manship
, dopo il secondo periodo americano (1938).
Epoca particolarmente fertile alla quale si devono gli Animalier
, una ricchissima
produzione di animali esotici e domestici in bronzo, argento e oro ispirata ai
bronzi antichi così come la Pantera
, un mix tra la Chimera d’Arezzo e la Lupa
capitolina
.
Albino Manca - Diving Eagle (particolare) - 1963 - East Cost Memorial, Battery Park, New York
Ma sarà nell’arte
pubblica che Albino Manca avrà maggior fortuna. Dopo l’esordio con la mostra al
Rockefeller Center (1940), recensita dal Times
, nel 1942 riceve la
committenza per la decorazione dell’ufficio postale a Lyons in Georgia e, una
volta membro della National Sculpture Society, riesce a scrollarsi l’appellativo
di “Sardinian sculptor
”, per il persistere di una ricerca ancorata alla
tradizione.

L’opera più nota dello
scultore rimane, infatti, il monumento ai caduti nel Battery Park a Manhattan: The
Diving Eagle
(1963). Una piazza in granito al centro della quale s’impone
un’aquila dalle ali spiegate, in stile anacronisticamente déco, ma talmente
enfatizzato nella geometrizzante nelle forme da conferire quella forza
dinamico-espressiva indispensabile al complesso. Un personalissimo déco che si
rende congeniale anche al suo ultimo grande progetto nell’intrecciarsi di
motivi zoomorfi e fitomorfi che animano lo spettacolare cancello del Children’s
Queen Zoo (1968).

Albino Manca - Gazzella e fico d’india - 1936 - bronzo e oro su base di travertino - cm 200x172x56 - Museo Albino Manca, Tertenia
Dopo la tappa
capitolina, la mostra approda in Sardegna. Dal Complesso del Vittoriano a una
esigua sala intervallata da pannelli bianchi che costringono un allestimento
pesante e sofferente, non supportato da un’adeguata illuminazione e con
didascalie non sempre corrette. Per farla breve, il consueto trattamento
riservato ai conterranei “ritrovati”.

roberta vanali
mostra visitata il 29 giugno 2010


dal 22 giugno al 12 luglio 2010
Albino Manca – L’officina di uno scultore dal mito di
Roma al sogno americano
a cura di Giuliana Altea e Caterina Virdis Limentani
Palazzo della Legione dei Carabinieri
Via Grazia Deledda, 2 – 09127 Cagliari
Orario: tutti i giorni ore 11-12 e 17-18
Ingresso libero
Info: tel. +39 0706696010

[exibart]

1 commento

  1. C’è un motivo per il quale la Vanali recensisce questa mediocrità, peraltro senza grande acume a mio modestissimo parere, e tralascia invece iniziative e mostre di grande spessore e qualità in Sardegna? Gelosie, antipatie e conflitti di interesse regnano spesso sovrani, in questo ambiente: sarà mica questo uno dei casi? Non fa bene a noi lettori e all’approfondimento su una situazione che è importante monitorare, come ogni storico e critico d’arte, e giornalista di settore sa bene…

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