15 dicembre 2010

fino al 16.I.2011 Entretiempos Nuoro, Man

 
Il tempo, uno di quei concetti tanto familiari quanto incomprensibili. Entretiempos tenta di metterlo a fuoco con diverse e talvolta insolite prospettive. 17 artisti per dare tempo al tempo...

di

Nonostante l’infinità di analisi e teorie a cui è stata
sottoposta, quella del tempo è una dimensione talmente astratta e variabile che
si configura irriducibile a una formulazione concettuale finita. Tematica
centrale del pensiero filosofico, scientifico, religioso e storico d’ogni
tempo, ciò che si definisce quarta dimensione costituisce il fulcro
dell’esistenza umana fondata sul modo di concepire il tempo che ne determina la
qualità e la quantità della vita, per quanto la sua natura inevitabilmente ci
sfugga. Non a caso “il tempo è senza inizio e senza fine, sempre uguale a se
stesso
”, diceva Censorino,
erudito latino del III secolo; “Il tempo non mai qui, è sempre altrove, nel
passato o nel futuro
”.

Ed è proprio il tempo nelle sue varie accezioni a farla da protagonista
nell’ultima mostra del Man, che propone 17 artisti con opere dell’ultimo
decennio – chiamando in causa la fotografia, medium capace di congelare una
porzione di tempo -, la cui selezione si articola intorno a tematiche che,
originando dal concetto di natura, analizzano gli effetti dell’interruzione
fotografica e ciò che ne consegue: l’effimero, il transitorio, il casuale e
l’imponderabile.

Daniel Blaufuks - Untitled dalla serie Terezin - 2007
Esplora il confine tra immagine fissa e immagine in movimento
David Claerbout nel video che immortala lo stesso momento attraverso
diversi punti di vista, conferendo movimento filmico a una realtà fissa,
pietrificata. Uno spazio virtuale tridimensionale concesso dalla sorprendente
dilatazione dell’istante. Al contrario, le azioni in movimento di Jeff Wall e
Paul Pfeiffer subiscono una sospensione drastica e inaspettata, una
sorta di congelamento dell’immagine come risultato di un processo di
manipolazione digitale.

E se l’avvenimento attraverso la memoria è l’elemento
dominante nelle opere di Clare Strand – immagini documentarie destinate
alla ricostruzione di scenari del crimine in base agli indizi che rivelano -, Tacita
Dean
esplora i limiti dell’immagine svelando connessioni tra passato e
presente, tra verità e finzione nei due film incentrarti sullo studio di cui Giorgio Morandi si servì per oltre cinquant’anni.

Hiroshi Sugimoto - 101 Drive-In, Ventura - 1993 - courtesy Gallery Koyanagi, Tokyo
È una realtà in continua mutazione, invece, quella che Michael
Snow
fissa attraverso una finestra la cui tenda incarna la caducità della
natura, mentre l’operazione di Erwin Wurm nel relazionare figura umana a
oggetti che perdono di significato per diventare supporti instabili, spesso
spiazzanti, della durata di un istante, si accosta agli attimi fugaci che Michael
Wesely
fissa sulla pellicola con lunghi tempi di esposizione per simulare
una Berlino cupa e spettrale.

Stimolare la percezione dello spettatore attraverso
associazioni e accostamenti, suscitare nuovi spunti di riflessione sensibili
alla fugacità e all’aleatorio, fino all’imprevedibilità del gesto, all’interno
di una dimensione seducente sempre in grado di sorprendere e straniare: questo
l’obiettivo della mostra. Luogo dove realtà e finzione sono imprescindibili.
Nell’illusione di indagare il tempo, questo sconosciuto.

roberta
vanali

mostra
visitata il 20 novembre 2010


dal 15
ottobre 2010 al 16 gennaio 2011

Entretiempos
/ Nel frattempo. Istanti, intervalli, durate

a cura
di Sergio Mah

MAN
– Museo d’Arte della provincia di Nuoro

Via Sebastiano Satta, 15 (centro storico) – 08100 Nuoro

Orario: da martedì a domenica ore 10-13 e 16.30-20.30

Ingresso libero

Catalogo La Fabrica Editorial

Info: tel./fax +39 0784252110; man.nuoro@gmail.com;
www.museoman.it

[exibart]

2 Commenti

  1. Il tempo, una parola, un etimo ambiguo, quanto incomprensibile, che non si può spiegare o interpretare con i mezzi dell’arte. Rimane, solo un’idea soggettiva. Un “divertimento” dell’artista: congetture, allegorie, illusioni visive che si auto-annullano, in modo ineluttabile nel mondo della cosiddetta metafisica. Direi, l’attimo fuggente della presunzione dell’artista allo stato incosciente. Il tempo, non si spiega neanche con gli strumenti scientifici della fisica o dell’astrofisica. Tutti gli innumerevoli tentativi fatti fino ad oggi, sul concetto di “tempo” sono risultati vani. In ogni caso, quel poco che ne sappiamo o che riusciamo ad ipotizzare sul tempo, rimane la teoria della relatività di Einstein. Ma è sempre una teoria relativa. E’ come tutte le teorie relative lasciano il tempo che trovano. Vi saluto cordialmente insieme a me, il filosofo Eraclito, gli scienzati e tutti gli amici artisti del tempo che fu (?)

  2. è…luca rossi, non scrive più i maliziosi commenti su questo blog? Ho provato a cercarlo nel sistema dell’arte, ma non l’ho trovato. Se, comunque la redazione di exibart lo trovasse, mi faccia la cortesia di sapere qualcosa; perchè quel poco che ne sappiamo o che riusciamo a captare dalla sua inutile critica al sistema dell’arte contemporanea, non ci basta più. Se poi si fosse vaporizzato nello spazio infinito del tempo, gli facciamo tutti insieme, gli auguri di infinità permanenza.

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