10 gennaio 2005

fino al 20.II.2005 Yemen/Assonanze Palermo, Albergo delle Povere

 
La mitica Arabia Felix in oltre trecento reperti archeologici. Sculture, bronzi, epigrafi, gioielli, monete e oggetti di uso quotidiano raccontano gli antichi splendori delle civiltà yemenite. Quando mito e arte si perdono nella notte dei tempi…

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Nonostante la seduzione di un nome che prometteva meraviglie da Mille e una notte, le regioni della Penisola Araba, note sin dall’antichità con l’appellativo di Arabia Felix, sono rimaste a lungo ai margini dell’interesse di archeologi e orientalisti. È vero che lo Yemen degli Imam non offriva condizioni di sicurezza tali da incoraggiare missioni di studio nelle aree meridionali della Penisola, ma è pur vero che per troppo tempo ha pesato, sulle fortune della archeologia del Vicino Oriente, l’ormai superata convinzione che le più importanti civiltà antiche fossero tutte concentrate sulle sponde del Mediterraneo e a ridosso delle valli fluviali del Nilo e dell’Eufrate. Eppure si sapeva bene che la mitica “carovaniera dell’incenso” partiva proprio dal profondo sud di quella regione e che per questa via spezie, tessuti, aromi pregiati, uomini e idee giungevano dal Mar Eritreo al Mediterraneo. Testa di donna Myriam - Tamna
La stabilità politica raggiunta dallo Yemen del Nord nei primi anni ’80 ha avuto come non ultima felice conseguenza l’apertura del paese a nuove possibilità di scambi e relazioni culturali. In questo quadro, negli stessi anni, veniva autorizzata la prima missione archeologica italiana, ormai stabilmente insediatasi nella città minea di Yathil (Baraqish) e a Tanna’, capitale del Regno del Qataban. I risultati più significativi di oltre venti anni di indagini sono oggi presentati nella mostra Yemen/Assonanze che già nel titolo dichiara il desiderio di recuperare gli elementi di continuità culturale che univano le civiltà sudarabiche a quelle mediterranee, non per istituire nuove gerarchie o rapporti di dipendenza, quanto piuttosto per aprire a più articolati contesti di approfondimento ogni riflessione su una civiltà, come quella yemenita, da sempre avvolta nel mistero.
La mostra, a cura di Alessandro de Maigret, prova allora a far chiarezza sulla cultura materiale della terra della Regina di Saba, senza tuttavia far perdere nulla del fascino arcano dei favolosi Regni dei Sabei, dei Minei, dei Qatabaniti, degli Hadramiti e degli Himyariti. Lo studiato allestimento dell’esposizione, che si affida ad un intenso giallo ocra di fondo, tenta di far rivivere l’atmosfera calda del deserto arabico, saturo di tinte piene e di orizzonti lunghi su cui, come miraggi, si materializzano i segni concreti dell’arte sudarabica. Statue, steli funerarie, bronzi, rilievi e decorazioni architettoniche sono per la prima volta inserite entro maglie tipologiche e cronologiche ben precise. Tuttavia il loro carattere ermetico e volutamente improntato ad un severo conservatorismo -che di fatto presenta caratteri pressoché invariati per oltre quindici secoli, dal X-VIII secolo fino all’avvento dell’Islam- rende non sempre facile la datazione dei reperti, in cui molto spesso l’elemento di datazione è dato dal riconoscimento di influenze esterne e soprattutto, a partire dal I secolo a.C., da più evidenti “prestiti” di cultura ellenistica e romana.
Un’intensa sequenza di scatti in bianco e nero documentano le recenti ricognizioni del fotografo Melo Mannella nello Yemen e introducono alla visita della mostra.

davide lacagnina
mostra visitata il 30 dicembre 2004


Yemen/Assonanze. Arte e mito dalla terra della Regina di Saba
La mostra, sostenuta dall’Assessorato ai Beni Culturali e alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e dal Ministero della Cultura e del Turismo e dalla Soprintendenza alle Antichità della Repubblica dello Yemen, è a cura della Soprintendenza di Palermo e della Fondazione Orestiadi di Gibellina, per il coordinamento scientifico di Alessandro de Maigret, direttore della missione archeologica italiana nella Repubblica dello Yemen.
Testi in catalogo di Alessandro de Maigret, Francesca Spatafora e Francesca Corrao.
Albergo delle Povere – Corso Calatafimi – Palermo (centro)
Giorni feriali dalle 10.00 alle 19.00
Giorni festivi dalle 10.00 alle 13.00
Chiuso il lunedì. Ingresso libero
Informazioni: Fondazione Orestiadi di Gibellina T. +39 0924 678 44


[exibart]

1 commento

  1. Ho collaborato alla realizzazione della mostra “Yemen.Assonanze” attualmente a Palermo.
    L’articolo è molto interessante.
    Vi prego però di correggere il nome del fotografo; si chiama Melo Minnella e non Mannella.
    Grazie. un saluto.
    Elena Andolfi

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