15 gennaio 2024

La Street Art da ammirare nei musei: i casi in Europa e in Italia

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Ormai sdoganata come forma d’arte autonoma, la Street Art si può ammirare anche nei musei ma la discussione sulla decontestualizzazione rimane aperta: i casi più significativi in Europa e in Italia

L’Urban Nation museum di Berlino
L’Urban Nation museum di Berlino

La street art, da tempo approdata alle aste più importanti e sdoganata ampiamente dagli storici dell’arte e dai collezionisti, si può godere oggi anche all’interno di un numero crescente di esposizioni museali ad essa riservate, segno che la storicizzazione del movimento è da considerarsi avvenuta. Resta aperta la discussione in merito alla decontestualizzazione di una forma d’arte che fa delle superfici urbane in plein air e del pre-esistente circondario architettonico parte essenziale della sua forza estetica e del suo significante. Non sono poche le voci discordanti, che sostengono al contrario la diffusione di compound a cielo aperto in cui la street art nasca e possa crescere in piena consonanza con i suoi principi. In ogni caso l’Europa fa la parte del leone nella musealizzazione della street art con numerose strutture attive da alcuni anni e altre di recente o prossima apertura, soprattutto nelle grandi metropoli e nelle capitali. Passiamo in rassegna le principali per poi esaminare lo stato dell’arte in Italia.

I musei di Street Art nelle capitali europee

Straat Museum, Amsterdam

Uno dei musei più affascinanti e spettacolari fra le cui mura si possono ammirare le opere di alcuni fra i più noti street artist internazionali è sicuramente lo Straat museum di Amsterdam. STRAATMUSEUM (Museo di strada) sorge dal 2020 all’interno di un esteso magazzino di circa 8000 metri quadri che fu cantiere navale, situato sulla piattaforma NDSM di Amsterdam Noord, fin dagli anni ‘80 culla del graffitismo olandese e trasformatasi di recente nel quartiere alla moda della città.

Lo Straat è un cult assoluto per gli appassionati di arte urbana, con oltre 160 opere di 130 artisti esposte su grandi pannelli e una cura speciale per l’illuminazione. Sono presenti opere che rappresentano la storia del movimento e artisti del calibro di Keith Haring, Banksy, Kobra, Monkeybirds, Rueda e tanti altri. Gli artisti sono spesso chiamati a realizzare le loro opere direttamente nel museo, mettendo in pratica vere e proprie performance di fronte ai visitatori. Il museo offre anche attività di educational e tour guidati con esperti.

 Lo Straat Museum Amsterdam
Lo Straat Museum Amsterdam

Fluctuart, Parigi

Anche Parigi ha il suo museo riservato all’arte di strada e, come sovente accade sotto ai cieli della ville lumiére, è particolare, diverso da tutti gli altri. Il Fluctuart infatti sorge su una grande chiatta ormeggiata lungo le rive della Senna ed è, come suggerisce il nome, un “museo fluttuante”.

Fluctuart offre una panoramica su tutte le tendenze dell’arte urbana, dai pionieri dell’arte di strada agli artisti contemporanei, con particolare attenzione ai progetti innovativi. Inaugurato il 4 luglio 2019, il primo museo galleggiante al mondo dedicato alla street art, è ancorato al porto del quartiere di Gros Caillou, ai piedi del Pont des Invalides, non lontano dalla Tour Eiffel. Si tratta di una piattaforma in vetro progettata appositamente di circa milleduecento metri quadrati su tre livelli, con un’ampia terrazza sul tetto.

Anche Fluctuart ospita una collezione permanente che illustra e testimonia i grandi maestri della street art: da Banksy a Shepard Fairey a Vhils, solo per citarne alcuni. Nella struttura è possibile apprezzare anche i lavori di artisti emergenti ed esposizioni temporanee con l’ausilio di videomapping e proiezioni. Fluctuart ospita anche un cocktail bar e un ristorante. Sul ponte si trova la libreria Le Grand Jeu con pubblicazioni nazionali e internazionali dedicate alla street art e alle culture urbane.

Il Fluctuart museum di Parigi. Autrice: Lucky Sophie

Urban Nation, Berlino

Urban Nation for Urban Contemporary Art è il primo museo di Street Art di Berlino e ha aperto le porte nel settembre 2017. Si tratta di un museo vivo in continua evoluzione che prevede per gli artisti un programma di residenza e sostiene ogni anno una trentina di giovani talenti. Il museo offre in rassegna tutte le forme di arte di strada: graffiti, murales, dipinti su tela, sculture, installazioni e tecniche. Alcune delle pareti interne ed esterne e alcune facciate nelle strade vicine al museo sono state dipinte da artisti come David de La Mano, Ben Eine, Cyrcle o D*Face. Urban nation ospita anche il bookshop Martha Cooper, che prende il nome dalla nota fotografa di street art e mette in mostra la sua collezione.

La Street Art da museo, in Italia

In Italia invece trionfano i cosiddetti musei a cielo aperto, come il MUA di Torino, il MAUA di Milano, il Muro di Roma, Sotto il ponte di Genova. Si tratta di interi quartieri nei confini dei quali la street art ha trovato inizialmente sfogo spontaneo e che in seguito sono stati individuati dalle pubbliche amministrazioni come ideale contesto per finanziare nuove opere e festival. L’alta concentrazione di lavori imponenti e di qualità consente “l’effetto museo” senza snaturare le modalità originarie della street art.  contesto dei museo dedicato alla str202

La strana storia del SAM di Narni

Il primo e unico Street art Museum al chiuso e al coperto in Italia avrebbe dovuto aprire le porte, dopo alcuni anni di travaglio, il primo maggio 2023 tra le mura dell’imponente Rocca Albornoz di Narni, in provincia di Terni. Il SAM – Street Art Museum, Museo delle Arti e delle Espressioni Urbane, si presentava con grandi aspettative e una collezione permanente di opere prestigiose. Grazie a un accordo tra Narni Art e Antonelli & Marziani Cultural Consulting si era arrivati a completare l’allestimento nei tempi previsti. Diretto da Gianluca Marziani, avrebbe dovuto ospitare opere, materiali e documenti. Si annunciavano in mostra numerosi lavori firmati da Banksy, con un corpus di oltre trenta pezzi tra cui spiccavano la notissima Girl with Balloon e l’iconico Flower Thrower, oltre a numerosi interventi realizzati da star storiche del movimento internazionale come Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, Obey e Ozmo.

Per inaugurare il nuovo museo era stata prospettata la mostra Origins-Rizhome – Una storia aumentata della Street Art, curata da Antonelli & Marziani. Purtroppo la struttura, che presenta di suo una chiara collocazione storica in evidente discrasia con la forma d’arte ospitata, non ha potuto aprire nella data prevista a causa di alcuni contenziosi che hanno indotto la municipalità di Narni a bloccare l’iter di avviamento del museo.

Rocca Albornoz, Narni

Di seguito la dichiarazione del Sindaco di Narni, Sergio Bruschini, rilasciata durante il consiglio comunale svoltosi a luglio 2023 nella cittadina umbra, come riportata da Terni Today: «Non è colpa dell’amministrazione comunale se il progetto Sam, ovvero Street Art Museum, è in una fase di stallo. Il progetto è momentaneamente in standby (….) Sono due le ragioni di questa impasse: la prima riguarda delle problematiche tecniche che sono emerse in corso d’opera e che riguardano la struttura, nello specifico l’aspetto della “deumidificazione”. Alla Rocca fino ad oggi non era mai stato allestito un museo di arte contemporanea. Trattandosi quindi di una novità è indispensabile approfondire tutti gli aspetti. L’altra questione riguarda dei problemi che ci sono stati fra il gestore ‘Narni Art’ ed alcuni fornitori. Alla base di questa degenerazione dei rapporti c’è stata anche la questione riguardante la messa a punto di un indispensabile impianto di deumidificazione. Come amministrazione comunale crediamo molto in questo progetto e stiamo lavorando per portarlo avanti, al tempo stesso, però, dobbiamo attenerci al rispetto delle normative ed attendere i tempi necessari affinché tutto sia in regola».

Tale dichiarazione rivela alcune mancanze procedurali nella fase di preparazione del nuovo museo, destinate a rendere molto più lunghi i tempi di apertura.

In conclusione, non resta che constatare la forte e probabilmente irreversibile tendenza a chiudere nei musei l’arte di strada, lasciando aperta la discussione tra i fautori del processo in atto e i “duri e puri” fedeli ai dettami originali di questo vastissimo movimento, nato negli anni ’70 del novecento nelle periferie urbane delle metropoli statunitensi.

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