23 ottobre 2023

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 23 al 29 ottobre

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 23 al 29 ottobre, in scena nei teatri di tutta Italia

S 62° 58′, W 60° 39′ © Olympe Tits, Peeping Tom 1

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 23 al 29 ottobre.

Danza e teatro

NEL PAESAGGIO ARTICO DEI PEEPING TOM
Il nuovo spettacolo della visionaria compagnia belga Peeping Tom di Gabriela Carrizo e Franck Chartier, dal titolo 62° 58′, W 60° 39′ (South 62 degrees 58 minutes, West 60 degrees 39 minutes), conduce lo spettatore in un viaggio tra la finzione apocalittica e il mondo del backstage di uno spettacolo in divenire. Una storia del nostro tempo che nasconde una profonda riflessione su ciò che vogliamo creare sul palcoscenico al giorno d’oggi.

In un paesaggio artico, una barca a vela è prigioniera delle acque polari. Impotenti, senza speranza, i membri dell’equipaggio sono isolati dal resto del mondo. Le coordinate GPS – S 62° 58’, W 60° 39’ – indicano la loro posizione precisa: Deception Island (Isola della Delusione). L’equipaggio della nave si trova di fronte a una situazione impossibile: sopravvivere. Non è chiaro come siano rimasti bloccati. Ma prima di poterlo capire un interprete si rivolge al suo regista: i membri dell’equipaggio tornano a essere performer, cercano di creare qualcosa dal nulla. In questa nuova opera, il regista Chartier, insieme a sei interpreti, crea un paesaggio ostile in cui movimento e teatro si fondono.

S 62° 58′, W 60° 39′ © Samuel Aranda, Peeping Tom

Lo spettacolo debutta in prima nazionale a Torinodanza Festival, il 24 e 25 ottobre, e proseguirà, il 28 e il 29 al Teatro Municipale Valli per Festival Aperto / Fondazione I Teatri – Reggio Emilia.

TRE SORELLE (O L’ATTESA DELLA FELICITÀ)
La nuova produzione della Compagnia del Sole, si inserisce nella vocazione che da sempre anima le scelte artistiche della compagnia fondata e diretta da Marinella Anaclerio e Flavio Albanese: parlare al pubblico del tempo presente, attraverso i classici e non solo, in modo da rendere il teatro un terreno comune di dialogo e riflessione centrale nelle scelte etiche della vita quotidiana.  Questo di Čechov è un testo che mette in luce le cause possibili dell’insorgere della ludopatia.

«Il personaggio ludopatico è il fratello Andrej, apparentemente non protagonista della storia, bensì anello più debole e centrale della catena degli eventi narrati – spiega la regista -. Il giovane, presentato come un appassionato violinista che vuole andare a Mosca per intraprendere la carriera accademica come professore, è colui che nel tempo subisce maggiormente gli effetti di un mutato panorama sociale. …La storia si apre in una luminosa in primavera in cui si canta, si suona e si celebra la vita ed il futuro: una commedia brillante che lascia sperare. Si chiude in un autunno triste con tante separazioni e perdite, passando per un inverno di segreti eccitanti e passioni nascoste ed un’estate di fuoco. Quattro stagioni, quattro anni, quattro momenti metaforici della vita di ogni essere umano, che vengono immortalati in questo raffinato affresco su cui ciascuno dovrebbe meditare… Una commedia che, passando per il dramma, arriva a toccare la tragedia. Per quanto mi riguarda, la forza della scrittura cechoviana sta nel non “parteggiare” per alcun personaggio, lasciando al tempo ed alle situazioni la responsabilità di rivelarne il carattere, di conseguenza nella sottile puntualità con cui affida a dettagli essenziali delle azioni e dei dialoghi la responsabilità di farlo».

Tre sorelle © Giacinto Mongelli

“Tre sorelle (o l’attesa della felicità)”, regia Marinella Anaclerio, con Stella Addario, Flavio Albanese, Marco Bellocchio, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Ornella Lorenzano, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta, Domenico Piscopo e Antonella Ruggiero, con le scene di Pino Pipoli, luci Cristian Allegrini, costumi Benedetta Moruzzi. Produzione Compagnia del Sole. A Bari, Teatro Abeliano all’interno del Festival Multidisciplinare Maschere d’Olivo 2023, dal 27 al 29 ottobre.

L’IRAN DI AMIR REZA KOOHESTANI
Una donna in prigione in Iran chiede al marito di aiutare una ragazza – rimasta cieca durante una manifestazione – a correre una maratona. Prende forma così un audace piano per fuggire dal Paese e raggiungere l’Inghilterra attraverso il tunnel della Manica, percorrendo di corsa 27 chilometri in poche ore con il rischio di essere travolti dal primo treno del mattino. Dopo il folgorante debutto al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, torna alla Triennale di Milano, Amir Reza Koohestani, tra i maggiori registi iraniani della sua generazione. Con Blind Runner – in prima italiana – Koohestani ci racconta l’Iran attraverso le parole di una donna e un uomo in fuga. Uno spettacolo libero e poetico, che lascia allo spettatore lo spazio per creare, interpretare, sentire.

“Blind Runner, testi e regia Amir Reza Koohestani, drammaturgia Samaneh Ahmadian, luci e scenografia Éric Soyer, video Yasi Moradi, Benjamin Krieg, musica Phillip Hohenwarter, Matthias Peyker, costumi Negar Nobakht Foghani, performer Ainaz Azarhoush, Mohammad Reza Hosseinzadeh. A Milano, Teatro Triennale, dal 24 al 26 ottobre.

L’ARTE DELLA COMMEDIA
A 11 anni da Natale in casa Cupiello, l’attore e regista Fausto Russo Alesi torna a Eduardo De Filippo con L’arte della commedia, opera ambigua e allo stesso tempo farsesca. Ci parla del rapporto contradditorio tra Stato e “Teatro” e del ruolo dell’arte e degli artisti nella nostra società, anche se le domande, i dubbi, le responsabilità, i vincoli e le debolezze che Eduardo mette in campo riguardano tutti.

«Quanto possono aiutarci la distanza e il filtro del teatro, attraverso la finzione, ad affrontare la realtà? L’Arte della Commedia – racconta Russo Alesi – è la più pirandelliana tra le commedie di Eduardo, un’opera metateatrale dove il gioco del teatro nel teatro si sviluppa all’ennesima potenza. Fino alla fine non sapremo se i personaggi che chiederanno udienza al Prefetto sono attori, gli attori di Campese, ma ciò che conta è che saranno comunque, come afferma Eduardo in un passaggio fondamentale della commedia, attori/persone in cerca di autorità.  E per sciogliere il dilemma cos’altro ci vuole se non un palcoscenico: è il Teatro che crea attraverso la finzione la sua realtà e l’inganno è l’accesso migliore alla verità».

L’arte della commedia, regia Fausto Russo Alesi, ph Anna Camerlingo

“L’arte della commedia” di Eduardo De Filippo, adattamento e regia Fausto Russo Alesi, con Fausto Russo Alesi, David Meden, Sem Bonventre, Alex Cendron, Paolo Zuccari, Filippo Luna, Gennaro De Sia, Imma Villa, Demian Troiano Hackman, Davide Falbo, scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, musiche Giovanni Vitaletti, luci Max Mugnai, consulenza per i movimenti di scena Alessio Maria Romano. Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Elledieffe. A Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 24 ottobre al 5 novembre.

LA DANSE MACABRE DI JACOPO JENNA
La nuova creazione di Jacopo Jenna, Danse macabre (al Teatro Out Off di Milano per il Festival Danae, il 27 e 28 ottobre, e a Firenze, Cango, il 18 e 19), è un invito austero a danzare verso l’ignoto, legando e affermando relazioni con il mondo attuale, ricercando attraverso una commistione visionaria tra corpi danzanti, film, testi, musica elettronica e luce. Le figure si specchiano e si raddoppiano, penetrano la propria immagine e diventano non solo interpreti ma anche incarnazioni del movimento sul palco. La danza propria dei morti è una delle tematiche iconografiche più sviluppate nella storia dell’arte occidentale, fece emergere un pensiero più complesso sulla realtà, riflettendo anche sul concetto più generale che ogni movimento sopramondano e dell’aldilà sia danza: danzano le stelle, gli dei, gli spiriti, la natura. Attraverso l’inclusione di un film come terzo elemento della costruzione scenica, la performance ricerca un’esperienza di spostamento percettivo dello spettatore, sondando la materia oscura dell’immaginazione.

Parte dai materiali visivi sono stati pensati insieme all’artista Roberto Fassone, creando un’entità altra attraverso dei testi che riflettono insieme al pubblico sul concetto di aldilà. La danza si manifesta in forme mutevoli tentando di liberarsi dalla violenza della rappresentazione, oscillando tra poli differenti per accostamenti, rendendo visibile l’invisibile in una tensione ipercosciente fra la vita e la morte. Interpreti Ramona Caia, Andrea Dionisi, Francesco Ferrari, Sara Sguotti.

Danse macabre di Jacopo Jenna

PRIMA ONDA A PALERMO
Ritorna Prima Onda, il festival multidisciplinare di teatro, musica e danza ideato dal collettivo artistico Genìa, che anima la periferia sud di Palermo (dal 25 ottobre al 6 novembre), per riconnettere la periferia al tessuto urbano e sperimentare nuove interazioni con il pubblico e con gli artisti. Non è un semplice festival, ma un organismo pulsante che vive con progetti che nascono e si sviluppano durante tutto il corso dell’anno e sono prodotti specificamente per entrare in connessione con questi luoghi, beneficiando inoltre di una pratica curatoriale condivisa e partecipata tra più direzioni artistiche: quella della sezione danza, affidata alla coreografa Giovanna Velardi; quella del teatro, curato da Manuela Lo Sicco; e Valeria Cuffaro per la sezione musica.

Il tema scelto per Prima Onda 2023 è la diversità: artistica, umana, culturale, territoriale e linguistica. Con un focus sul concetto di prossimità artistica e territoriale. In cartellone compagnie e autori che hanno segnato, ognuna in modo diverso e peculiare, la scena degli ultimi quarant’anni, come la Compagnia della Fortezza, fondata con i detenuti del carcere di Volterra da Armando PunzoEmma Dante, Antonio Viganò, fondatore nel 1983 della Compagnia La Ribalta, il coreografo francese Olivier Dubois, la coreografa Paola Bianchi insieme alla danzatrice e attrice Valentina Bravetti; la performer e coreografa, attiva tra Italia e Francia, Ambra Senatore. E ancora Teatro Akropolis, Teatro dei Venti, il duo Panzetti e Ticconi.

PRIMA ONDA Aerea diGinevra Panzetti e Enrico Ticconi, ph Gianluca Di Ioia

STABAT MATER DI FABULA SALTICA
Debutto della nuova produzione della compagnia di danza Fabula Saltica, che rilegge in danza lo Stabat mater di Jacopone da Todi. Così scrive il coreografo Claudio Ronda sullo spettacolo: «Lo Stabat Mater è una meditazione, attribuita a Jacopone da Todi, che dà voce alle sofferenze di Maria mentre viene crocifisso il figlio Gesù. Questa preghiera ci interroga su come può una Madre sopravvivere al dolore che consegue all’ingiusta morte del proprio figlio e ci riporta tragicamente al presente. Ci permette di riflettere sull’arroganza e la superbia dell’uomo. Ci parla della morte, di questa inafferrabile distanza tra il più misterioso e inaccessibile ma anche imprevedibile degli eventi che possa capitare e chi è ancora in vita. Ci parla della solitudine del dolore, di chi nel dolore rimane, delle madri di guerre, delle violenze pubbliche e private a noi contemporanee, che non conoscono resurrezioni».

Fabula Saltica – prove Stabat Mater

“Stabat mater”, coreografia di Claudio Ronda su musica di Giambattista Pergolesi e brani originali appositamente composti; interpreti Lara Ballarin, Cassandra Bianco, Laura De Nicolao, Federica Iacuzzi, Manolo Perazzi, Claudio Pisa, Antonio Taurino, Chiara Tosti;c ostumi Antonio Taurino, Orchestra Filarmonica Veneta Maestro direttore Gerardo Felisatti, mezzosoprano Paola Gardina, soprano Francesca Dotto. A Rovigo, Teatro Sociale, il 26 ottobre.  

IL RITO DEL PIANTO DI FRANCESCO MARILUNGO
Per questo nuovo lavoro, Stuporosa (al Teatro Out Off di Milano per il Festival Danae, il 24 e 25 ottobre), il coreografo e danzatore Francesco Marilungo si è immerso in una lunga ricerca sul pianto funebre. Il lutto ha perso la dimensione comunitaria per diventare una condizione individuale. Eppure, si vive costantemente la morte di qualcuno o di qualcosa, le perdite sono talmente vicine, numerose e varie da rendere il lutto una condizione esistenziale, quasi un senso di malinconia diffuso che per quanto presente non si riesce ad elaborare. L’unica reazione possibile rimane il pianto. E allora si piange un pianto immotivato, come se il lutto fosse uno stato inevitabile dell’esistenza.

Così, apparentemente senza motivo, piangono le cinque performer di Stuporosa un pianto ora trattenuto, ora soffocato, ora facendosi musica o canto. Sono le figure di pathos, le pathosformeln di cui parla l’antropologo Ernesto De Martino in Morte e Pianto Rituale. Esse cercano di recuperare una ritualità, di instaurare nuove forme di mutuo soccorso, sussurrando antiche formule magiche, rievocando danze tradizionali, cantando una ninna nanna salentina.

Il lavoro si avvale di un quartetto eccezionale di danzatrici, Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini assieme alla musicista e performer Vera di Lecce che accompagna il lavoro con musica dal vivo.

Stuporosa di Francesco Marilungo

RITRATTO PRIVATO DI MARIA CALLAS
La nuova creazione di Monica Casadei Private Callas per la compagnia Artemis Danza, debutta il 29 ottobre al Teatro Comunale di Ferrara. L’indimenticabile Maria Callas, la Voix du Siecle del 900’ che si contraddistinse per presenza scenica, voce e carisma, viene celebrata in uno spettacolo che mette in luce i chiaroscuri di una vita segnata dal successo e dalla solitudine. Il tema dell’abbandono e della violenza, nel suo aspetto forse più subdolo ed invisibile, ritorna in questa creazione che mette a nudo il dramma privato di una diva, celato dietro il lusso della sua vita pubblica e la grandiosità delle eroine tormentate che interpretava sul palcoscenico.

Una pièce corale per mettere in scena l’anima frammentata de “la Divina”, che incessantemente ha lottato per la propria affermazione e per il ruolo della donna nella società.

Private Callas

LA VOCE DI RADIO ARGO
Uno straordinario Peppino Mazzotta e la poetica franca, appassionata e libera del drammaturgo napoletano Igor Esposito, in questo spettacolo ripreso a più di vent’anni dal debutto (vincitore del premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2001 e del Premio Annibale Ruccello 2012). Una voce, sola, catturata da un microfono e lanciata nella notte vaga di ripetitore in ripetitore alla ricerca di orecchie che vogliano sentirla; una voce come il fuoco impetuoso e affannato che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare, ad occhi che volessero vedere, il ritorno vittorioso della flotta Greca.

Una riscrittura dell’Orestea in chiave contemporanea dove nelle figure degli eroi greci e troiani riecheggiano sinistramente quelle della nostra storia recente: tiranni in giacca e cravatta e colonnelli perennemente in divisa che urlano proclami, recitano comizi deliranti attraverso gli altoparlanti di una radio, o gli schermi dei televisori, responsabili di tragiche decisioni e veri e propri massacri, per motivi discutibili o futili tanto quanto la bellezza di una donna. Con una prosa decisa e senza mezze misure l’autore vuole farci dimenticare il linguaggio edulcorato, diluito e politicamente corretto della cronaca contemporanea, tornando a un parlare franco e appassionato, senza censure, né compromessi dettati dal calcolo o dall’interesse. Così facendo ci fa sentire di nuovo il pericolo della realtà che ogni giorno attraversiamo inconsapevoli.

Radio Argo con Peppino Mazzotta

“RADIO ARGO”, di Igor Esposito, con Peppino Mazzotta, musiche originali di Massimo Cordovani eseguite dal vivo con Mario Di Bonito, postproduzione live dei suoni a cura di Andrea Ciacchini. Produzione Teatro Rossosimona. A Polistena (Rc), Auditorium Comunale, il 27 ottobre.

CON GLI OCCHI DEL CORPO
La spiritualità di San Francesco esplorata attraverso una performance di danza. La danza infatti appare come la più vicina a quell’idea espressa dal Santo nel 1223 a Greccio, in occasione della prima rappresentazione del Presepe, quando aveva parlato proprio di quel “vedere con gli occhi del corpo”. La danza riesce a comunicare emozioni, pensieri e idee con un linguaggio che non conosce barriere. Ispirandosi proprio agli elementi naturali legati a Greccio e alla Valle Santa Updraft (letteralmente corrente ascensionale), è stata creata dalla coreografa e danzatrice americana Annie Hanauer, costantemente impegnata nel campo dell’inclusione della disabilità. Attinge alla sua fisicità specifica per guardare al corpo della natura, alla connessione tra paesaggio, tempo atmosferico e corpo umano, partendo da idee legate al vento, al volo, alle ali. La performance (lunedì 23 ottobre alle 19 all’interno della chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma) sarà accompagnata da un sound design originale creato e suonato dalla musicista australiana Deborah Lennie.

Progetto del Comitato Greccio 2023, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Centro culturale Aracoeli (a cura di Emanuele Masi).

Annie Hanauer

CABARET, THE MUSICAL
Irriverente, piccante, spettacolare, divertente, cinematografico, Cabaret è uno di più famosi musical di sempre (l’omonimo film di Bob Fosse con Liza Minnelli vinse ben otto Oscar). La storia è basata su personaggi ed eventi veri, successi a Berlino e descritti nel romanzo autobiografico “Goodbye to Berlin” di Cristopher Isherwood che passò tre anni della sua vita proprio in questa incredibile città, a cavallo degli anni Trenta. La Berlino che sarà raccontata è la più vicina possibile a quella che era nella realtà, con i suoi Cabaret, i suoi bordelli, la sua frenetica vita notturna, le sue incredibili correnti artistiche che facevano di questa capitale il crogiuolo di artisti, liberi pensatori e gente comune, di cui la maggior parte inconsapevole dell’avvento del nazismo.

Lo spettacolo, messo in scena da Arturo Brachetti e Luciano Cannito, corre veloce, con un ritmo da montaggio cinematografico, senza censura e pregiudizi, snodandosi tra numeri musicali conosciutissimi come “Cabaret, Wilkommen, Money Money“, ricreati al massimo della loro brillantezza e spettacolarità e la storia più umana e toccante delle due coppie di innamorati, poi travolti da un destino ineluttabile. Prodotto da Fabrizio Di Fiore Entertainment Cabaret-The musical sarà in tour in Italia fino a febbraio 2024. A Roma, al Teatro Brancaccio, sarà in scena fino al 12 novembre.

Arturo Brachetti in Cabaret-The musical

EZRA POUND IN GABBIA

Uno spettacolo sulle ossessioni: per la giustizia, per la libertà, per l’usura, che corrode il mondo. Leonardo Petrillo scrive e dirige Ezra in gabbia con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini sull’ossessione dell’uomo Ezra Pound che si sente inadeguato, per non essere riuscito, se non a sprazzi, a far fluire carità e amore, “a rendere le cose coerenti”; ma difende la sua poesia, la scoperta delle incongruenze sociali e artistiche, del mondo e degli uomini. Rigillo interpreta Ezra Pound, con la sua gestualità, la ricerca del silenzio, la parola in idea. Anna Teresa Rossini evoca il pensiero ed i Cantos del poeta/profeta rendendo bello il difficile. A ragione della memoria. Un allestimento che tutto mostra e tutto nega, in una scena spoglia, a eludere sé stessa. Solo il silenzio, finale e definitivo apre la memoria finalmente alla danza della vita e gli restituisce dignità e libertà.

Mariano Rigillo in Ezra in gabbia

“Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound”, scritto e diretto da Leonardo Petrillo, liberamente tratto dagli scritti e dalle dichiarazioni di Ezra Pound, con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, scene Gianluca Amodio, costumi Lia Francesca Morandini, disegno luci Enrico Berardi, musiche Carlo Covelli. Produzione TSV – Teatro Nazionale, OTI – Officine del Teatro Italiano nell’ambito del progetto “VenEzra” della Regione Veneto. A Firenze, Teatro Della Pergola, dal 24 al 29 ottobre

I MANOSCRITTI DEL DILUVIO
Il testo di Michel Marc Bouchard denuncia con poetica e malinconica consapevolezza il disarmante e crudo disagio senile dinanzi alla propria immagine riflessa, quando i desideri, la voglia di vivere, amare, condividere e progettare ancora, sono intrappolati dentro un corpo in disfacimento. Un’alluvione, un gruppo di anziani intenti a ricostruire i relitti di una memoria collettiva che le giovani generazioni vogliono ignorare. Ciascuno di essi si assume la responsabilità di ricordare e, dunque, riscrivere a mano, in parte o per intero, i libri distrutti dall’acqua nella biblioteca durante il disastro.

«Siamo noi stessi superstiti di un recente diluvio, scrive il regista Carlo Cerciello nelle sue note, un diluvio che ha messo, purtroppo, in evidenza i buchi neri sociali ed etici di questa società dell’apparenza, dove il valore della vita umana corrisponde esclusivamente alla sua capacità di produrre. La cinica considerazione degli anziani durante questa pandemia, ne è certamente un tragico indicatore».

I manoscritti del diluvio

“I manoscritti del diluvio”, di Michel Marc Bouchard, traduzione Barbara Nativi, regia Carlo Cerciello, con Walter Cerrotta, Michele Nani, Danilo Nigrelli, Franca Penone, Bruna Rossi, Maria Angeles Torres, scene Roberto Crea, costumi Daniela Ciancio, luci Cesare Accetta, musiche Paolo Coletta suono G.U.P. Alcaro. A Napoli, Teatro Mercadante, fino al 31 ottobre.

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