dal 16.IV.1999 al 13.VI.1999 Torino all’alba della Fiat Torino, Museo dell’Automobile

Alla fine del secolo scorso, Torino era sorprendentemente “moderna”: si iniziava la produzione di energia elettrica, si elettrificava la rete tranviaria, si sviluppava quella telefonica; ma la capitale subalpina era anche centro di interessi culturali ed artistici che le consentirono di ospitare tre tra le più importanti vetrine della vita di allora: l’Esposizione Nazionale del 1898, l’Esposizione Internazionale di Arte decorativa moderna del 1902 e l’Esposizione Internazionale del 1911.
Oltre cinquanta fotografie raccontano, con la testimonianza muta dell’immagine, quelle mille cose che fanno il volto di un’epoca…Immagini che ci costringono a pensare, a capire l’evoluzione dei gusti e dei fatti del nostro secolo: la moda a volte buffa, a volta elegante, la vita quotidiana, le divise e i volti militari, l’urbanizzazione sempre più spinta, l’organizzazione del tempo libero, la rivoluzione telefonica…Documenti che lasciano principalmente trasparire quanto l’automobile ha favorito “un’accelerazione del ritmo della vita quotidiana e una profonda trasformazione nel modo di percepire e sperimentare il tempo e lo spazio, fino a quel momento percepiti e vissuti in maniera quasi immutata da sempre”, come sottolineato dall’ing. Zunino, presidente del Museo dell’Automobile di Torino.
L’esposizione, promossa ed organizzata dall’Amma (Associazione Industriali Metallurgici Meccanici Affini), curata da Carlo Olmo ed ospitata in un luogo che più adatto non poteva essere, quale il Museo dell’Automobile di Torino, ricostruisce con oggettività la vita della città nella delicata fase in cui, aumentando di 100 mila abitanti in un decennio, sono sorte inevitabili tensioni sociali (non a caso a Torino sono nate la Camera del Lavoro e la Lega degli Industriali).
Pregevole il catalogo (editore Allemandi), contenete vari testi critici e la riproduzione delle fotografie e dei documenti esposti, oltre ad una dettagliata pianta della Torino di inizio ‘900.

claudio arissone