03 ottobre 1999

dal 26.IX.1999 al 7.Xi.1999 Guarene Arte ’99 e Zone d’Arte Guarene d’Alba (cn), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

 
Guarene d'Alba (Cn): tanto violento quanto suggestivo ed intrigante è il contrasto che contrappone la quiete e l'immobilità secolare della campagna circostante, coi suoi vigneti e le sue attività contadine immutate negli anni, al fervore delle più interessanti avanguardie artistiche mondiali, alla tempesta d'idee innovative dell'arte contemporanea. Il dualismo filosofico tra la splendida cornice paesaggistica, la campagna di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, e la dinamicità degli organizzatori di Guarene Arte non è solo metaforico, ma anche fisico. Il punto di contatto è il settecentesco edificio Palazzo Re Rebaudengo, lo spazio espositivo per l'arte contemporanea voluto dalla Fondazione presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo

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Phantom LimbLa seconda edizione di ZONE, curata da Francesco Bonami, s’intitola Especès d’Espace (Specie di Spazi), titolo in omaggio all’omonimo libro del 1974 dello scrittore francese George Perec. Le opere in mostra rispecchiano l’idea di una collezione che si interroga sul proprio ruolo alle soglie del 2000 ed allarga lo sguardo oltre i confini ormai dissolti del collezionismo occidentale moderno e contemporaneo.
ZONE quest’anno raccoglie diverse Specie di Spazi: mentali, geografici, storici. Spazi che suggeriscono altri spazi, altri possibili percorsi della cultura che, attraverso mezzi diversi, tenta di raccontare il mondo e i suoi problemi, i suoi successi e i suoi fallimenti, in un continuo dialogo con l’altro che oggi è diventato il nostro stesso riflesso.
Artisti come Shonibare, Kapoor, Kentridge, insieme a tutta una nuova generazione di contemporanei, guardano alla trasformazione della società attraverso i percorsi sempre più complessi dei linguaggi creativi delle realtà artistiche di oggi.
Anish Kapoor scava le pietre dell’antichità indiana inserendo nella loro storia ancestrale la voce del modernismo, creando una contraddizione di stili, una trasformazione nel diagramma dell’arte.
William Kentridge racconta, in maniera drammatica e angosciante, le memorie nascoste di un paesaggio come quello sudafricano che, impotente, ha osservato e ospitato le atrocità di un popolo e di una nazione.
Singolare è il grande dipinto del pittore tailandese Udomsak Krisanamis che costruisce un collage di giornali in cui tutte le parole sono state cancellate dal colore, lasciando intatti solo i buchi delle lettere e dei numeri. Così facendo, questo pittore tailandese trasforma il linguaggio in un universo spirituale senza limiti.
Meritano particolare attenzione i due lavori con cui Cerith Wyn Evans celebra la memoria di Pier Paolo Pasolini. La scritta circolare al neon “In girum imus nocte et consumimur igni” (che diventa una lampada funebre) e un film girato sulla spiaggia di Ostia rappresentano l’intensità con cui la vita si consuma e ricordano l’energia che così improvvisamente PasoliniManifesto è stato capace di offrire e bruciare per la nostra società.
Yinka Shonibare trasforma le figure della pittura inglese del ‘700 in misteriose figure senza volto che, come l’uomo invisibile dello scrittore afroamericano Ralph Ellison, guardano alla storia dell’imperialismo trasformando i broccati della nobiltà britannica in altrettante ricche stoffe della cultura africana. Le sue opere, in foto, rappresentano il manifesto della mostra stessa.

Guarene Arte 99 è una mostra internazionale di giovani artisti giunta al suo quarto appuntamento e conferma la volontà della Fondazione di promuovere le ricerche più innovative e significative dell’arte contemporanea.
Come per gli anni passati, direttori, curatori e critici internazionali hanno selezionato un gruppo di giovani artisti che espongono ognuno un’opera e un progetto da realizzare.
Iwona Blazwick, curatrice della Tate Gallery di Londra, ha selezionato Tariq Alvi, giovane artista inglese di origine asiatica, di cui viene esposta un’installazione di originale effetto scenografico: un collage di materiale pubblicitario di orologi, gioielli e altri ornamenti.
Emanuela De Cecco, critica, porta l’italiano Roberto Cuoghi, che così si descrive. “Ho passato quattro anni da solo in un appartamento in cui non facevo entrare nessuno. Così ho accumulato quattro anni in due stanze e ci ho messo tre mesi a farle tornare normali. Negli ultimi due anni ho indossato sempre gli stessi vestiti, fino all’indecenza, fino a quando non ho più potuto usarli, perdevo i pezzi per strada. Dalla primavera del ’98 sono ufficialmente con Alessandra: è così che è cambiato tutto. Ho smesso le gocce e le pastiglie, ho tolto i bulloni dai capelli e ho cominciato a chiedere in prestito i vestiti a mio padre. Poi mi sono invecchiato, stempiato e decolorato…Il mio invecchiamento era incompleto soprattutto per la mancata consapevolezza di aver meno da ridere. Faccio una vita stanca, pochi affetti, sempre quelli. Naturalmente non faccio più tante cose, come sedermi sul marciapiede, ma non mi sembra una scelta precisa, è che non mi viene di farlo, non sarei disinvolto; ad una signora vestita da sera non verrebbe da correre dietro un cane, in qualche modo è sconveniente .”
Joseph Backstein, curatore dell’ICA di Mosca, propone l’artista moscovita Lyudmila Gorlova, il cui progetto, Happy End, è una sorta di fumetto basato sul tema del matrimonio. Il matrimonio qui è considerato una delle più esplicite situazioni stereotipiche della ricerca umana di felicità (ai matrimoni la gente si comporta in modo inadeguato cercando di conformarsi allo stato d’animo della festa). Questo progetto è suddiviso in tre tappe: la prima consiste nel filmare dei matrimoni a Mosca; durante la seconda le sequenze video vengono elaborate al computer, aggiungendo le didascalie così da creare un fumetto; la terza tappa prevede la stampa del fumetto e la produzione di un videoclip.
Nancy Spector, curatrice del Guggenheim Museum di New York, ha selezionato la giovane statunitense Nikki Lee col progetto della donna sciamano; Ivo Mesquita, curatore dell’ultima Biennale di San Paolo, ha indicato Marepe, artista brasiliano.
Yuko Hasegawa, curatrice del Muesum of Contemporary Art di Tokyo, porta il giovane artista giapponese Motohiko Odani. Lui stesso, spiegando il suo progetto ARIA, dice: “Come tutti sanno, credo che la maggior parte delle sculture siano costituite da elementi visibili, reali nella vita, che subiscono la forza di gravità, che (a volte) possono essere toccati. La cosa importante per me è scolpire gli elementi opposti rispetto alle comuni sculture. Cerco sempre di scolpire per attualizzare il soggetto invisibile, per afferrare il problema della smaterializzazione, per dare forma alla lievitazione e rifiutare il desiderio di toccare. Per esempio credo sia importante la relazione con l’ARIA. Mi interessa l’esistenza delle cose trasparenti, specialmente esprimere quanto possa essere violenta una cosa trasparente. Se i nostri occhi non possono vedere l’ARIA, allora io dovrei cogliere la forma che è influenzata dall’ARIA “.
Imperdibili sono il progetto (“Paesaggio animato al Lingotto“) e l’opera (“Global village “, in foto) proposti dall’artista belga Sven’t Jolle segnalato da Bart De Baere, curatore del Stedelijk Museum di Ghent.
Infine l’artista tailandese Rirkrit Tiravanija ha scelto Navin Rawanchaikul, nato in Tailandia ma diviso per ora tra questa e il Giappone.
Tutti gli artisti citati, comunque, ci offrono la visione di un mondo i cui confini si dissolvono, di culture i cui linguaggi si mescolano per aprirsi alle nuove realtà artistiche. Una giuria internazionale, composta da personalità italiane e straniere del mondo dell’arte e della cultura, ha scelto Lyudmila Gorlova quale vincitore del Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’opera più interessante e Motohiko Odani quale vincitore del Premio Regione Piemonte per il miglior progetto.

Due ultime considerazioni relative all’impegno globale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’arte. In occasione della 48a Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, la Fondazione ha pubblicato Sogni/Dreams, un libro, ideato da Francesco Bonami (curatore responsabile della Fondazione e curatore al Museum of Contemporary Art di Chicago) e Hans Ulrich Obrist, che raccoglie i sogni e le utopie di 103 tra artisti e altre personalità del mondo dell’arte, per dare spazio all’immaginazione, alle idee e ai progetti del futuro. Il libro, stupendo, è ora in vendita in Italia e all’estero (editore Castelvecchi Arte).
Un sogno che invece non deve rimanere tale è la realizzazione del progetto della futura nuova sede cittadina della Fondazione, una sede espositiva a Torino in cui l’arte contemporanea possa trovare terreno, dove si concretizzino i progetti degli artisti: uno spazio che non sia una torre d’avorio isolata, ma una sede aperta alla realtà torinese.
claudio arissone


GUARENE ARTE 99 e ZONE Espèces d’Espaces
Periodo: 26 settembre – 7 novembre 1999
Orario: sabato e domenica dalle 14.30 alle 19.00
su appuntamento durante la settimana, telefonando allo 011/5625536
Sede: Palazzo Re Rebaudengo, Piazza del Municipio, Guarene d’Alba (CN)
Ingresso: 8.000 intero, 6.000 gruppi, 4.000 ridotto
Informazioni: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte
Tel. 011/5625536; fax 011/549225
E-mail: write@fondsrr.org
Pagina web: www.fondsrr.org


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