03 giugno 2000

Dal 29 Marzo 2000 al 15 Giugno 2000 Trasparenze imperiali. Vetri romani dalla Croazia. Torino: Archivio di Stato

 
La mostra sui vetri croati di epoca romana è un’occasione impedibile per gli studiosi e gli appassionati di storia romana, di storia del vetro o per chiunque voglia conoscere le radici culturali comuni che legano in modo inequivocabile l’Italia e la Croazia. Vetri del I-II sec. d.C., monete di epoca imperiale provenienti dalla seconda collezione numismatica più importante del mondo, oggetti per la toeletta, un plastico del palazzo di Diocleziano a Spalato sono alcuni dei reperti che possono essere ammirati all’Archivio di Stato

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L’ISCIC (Istituto Scambi Culturali Italia Croazia) ha fortemente voluto la mostra sui vetri romani provenienti dalla Croazia, paese che negli ultimi anni sta vivendo una condizione particolare di ricostruzione dell’identità di un popolo che culturalmente ha radici profondissime legate a quelle italiane. L’Archivio di Stato ha prestato le sale per l’allestimento di questa mostra che ha un grande valore culturale in quanto permette la visione, per la prima volta in Italia, di uno straordinario repertorio di oggetti provenienti dai musei archeologici di Zara, Spalato o Zagabria. Il percorso espositivo – articolato in tre sale dove vengono esposti non solo i vetri ma anche altri reperti provenienti dalla Dalmazia provincia romana dal 168 a.C. – parte con un cartellone che illustra la storia della lavorazione del vetro dalle origini, gli strumenti per la lavorazione (canne da soffio, pinze, cesoie) vengono affiancati ad un’iscrizione incisa sul marmo che commenta l’opera di Giulio Alessandro, maestro vetraio. La testimonianza di un’attività legata al vetro in terra dalmata viene avvalorata dai ritrovamenti della materia allo stato amorfo provenienti da un naufragio al largo dell’isola di Melita, in terra croata. Molti degli oggetti visibili, in ottime condizioni, provengono da corredi funebri – nelle sale è stato allestito un tipico contesto tombale, si può in tal modo osservare il caratteristico corredo funerario con urna cineraria sia in vetro che in pietra, molti balsamari vitrei, anelli in pietre dure.
Una serie di ritratti in marmo che rappresentano imperatrici o donne di alto rango – fra questi spicca il ritratto di Plautilla, moglie di Caracalla – 50 monete imperiali provenienti dal Museo Archeologico di Zagabria (che possiede la seconda raccolta numismatica antica più importante del mondo), il restaurato plastico del palazzo di Diocleziano a Spalato (proveniente dal Museo della Civiltà Romana di Roma), il corredo di oggetti per la toeletta, fanno da sfondo alla preziosa collezione di rarissimi esemplari di oggetti in vetro. Olle, urne cinerarie, moltissimi balsamari che potevano contenere prodotti cosmetici o farmaceutici, oggetti d’uso quotidiano in vetro monocromo (incolore, giallo, azzurro), o altri di rarissima foggia e sicuramente per un uso decorativo, come l’unico esemplare al mondo di coppa conica con esecuzione a canne (cat. n.144). Interessanti balsamari in forma di dattero, altri oggetti fatti con la tecnica dello stampo, come quelli recanti sul fondo l’iscrizione a rilievo “volumi vuari”, “rufi/ni”, “vectigal patrimoni” per indicare che erano beni monopolizzati dall’erario statale, ma anche per certificarne il contenuto.
La mostra visibile all’Archivio di stato ha un valore inestimabile se si pensa alla rarità dei reperti, a cui va aggiunto quello culturale di valorizzazione e divulgazione della cultura croata, a noi tanto vicina quanto sconosciuta.
Una critica però va fatta. Se da una parte c’è stato un grande sforzo organizzativo per portare in Italia un evento di questa portata, allora va messo in evidenza come l’esposizione faccia torto ai protagonisti, i vetri, ammassati, arroccati in spazi angusti entro vetrinette male illuminate.


Trasparenze imperiali. Vetri romani dalla Croazia – Torino: Archivio di Stato, Piazzetta Mollino (vicino Teatro Regio). Orario: da martedì a domenica h. 10-19, lunedì chiuso; ingresso: £.10000; catalogo Skira £.75000.

Michela Cavagna

[exibart]

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