11 maggio 1999

dall’8.V.1999 al 16.V.1999 Arte Antica ’99 Torino, Lingotto Fiere

 
Arte Antica '99, giunta alla sua quarta edizione e organizzata quest'anno dalla società Lingotto Fiere presieduta da Alfredo Cazzola, riconferma la formula che le ha permesso di imporsi nel panorama fieristico nazionale ed internazionale, grazie sia al livello sorprendente delle opere d'arte esposte da Gallerie antiquarie, sia alla partecipazione di un Comitato Scientifico di straordinario prestigio che, presieduto fin dalla prima edizione da Federico Zeri, garantisce l'autenticità, l'attribuzione e il grado di conservazione delle opere esposte

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Questa 4a edizione di Arte Antica, la prima dopo la scomparsa di Federico Zeri, vive il passaggio di consegne dell’incarico di Presidente del Comitato Scientifico ad Alvar Gonzalez Palacios, studioso noto a livello internazionale soprattutto per la sua competenza nel campo delle arti applicate. La qualità e la varietà degli antiquari presenti e degli oggetti esposti rendono Arte Antica ’99 un appuntamento insostituibile per i collezionisti e gli acquirenti, ma anche una manifestazione di alto interesse culturale. Quest’ultimo aspetto viene accentuato da una mostra collaterale e da un ciclo di conferenze.

La forma della luce: arte del mosaico dall’antichità al XX secolo” è il titolo della mostra collaterale voluta e ideata da Federico Zeri, dalla cui collezione privata provengono alcuni dei frammenti musivi esposti. Prestiti da altre collezioni private e da alcune importanti collezioni pubbliche, permettono di apprezzare la qualità e il virtuosismo tecnico che ha accompagnato questo mezzo espressivo dall’antichità pre-cristiana fino all’epoca contemporanea. La rassegna presenta al pubblico un’eccezionale selezione di mosaici, che copre un arco temporale molto ampio: dal II secolo avanti Cristo al Novecento. E’ la prima volta che viene dedicata una mostra esclusivamente al mosaico e, pur nelle dimensioni inevitabilmente limitate, questa rassegna si basa su una campionatura molto significativa, in quanto documenta i momenti di massimo splendore dell’arte musiva: l’antichità classica, il medioevo, il rinascimento, il barocco, il tardo Settecento neoclassico e l’età contemporanea, momenti che, pur nel variare degli stili, presentano caratteri di continuità.
E’ tra l’altro presente la Madonna orante del Museo Arcivescovile di Ravenna, insigne manufatto duecentesco di quasi 2 metri di altezza, facente in origine parte dell’antica basilica Ursiana di Ravenna non più esistente.

Come detto, una serie di conferenze arricchiscono le serate a Lingotto: gli incontri, col titolo di “Conversazioni d’arte”, comprendono argomenti di particolare interesse e attualità per il pubblico degli appassionati e dei collezionisti.
La prima, domenica 9 maggio, è dedicata a Federico Zeri, che fu Presidente del Comitato Scientifico di Arte Antica fin dalla sua istituzione.
Martedì 11 maggio alle ore 18.00 si svolgerà l’incontro intitolato Il mosaico nell’età moderna di Roberto Valeriani, studioso di arti applicate: come documenta la mostra collaterale, la fortuna della tecnica del mosaico è stata più duratura di quanto comunemente si creda ed è tuttora viva.
La “Sala delle Conversazioni” il 12 maggio ospiterà, alle ore 18.00, Il paradosso di Caravaggio, di Marco Bona Castellotti. Prendendo lo spunto da un suo recente libro, Castellotti riflette sul significato ultimo e profondo dell’opera del grande maestro lombardo, entrando nel vivo di un dibattito che ha visto gli studiosi schierarsi su fronti diversi. Ci si interroga sulle ragioni vere dei rifiuti di molte sue opere di destinazione pubblica, sulla visione religiosa di Caravaggio, sulla sua appartenenza o meno allo spirito e alla cultura della Controriforma.
Il 13 maggio, sempre alle ore 18.00 si chiuderanno gli incontri con: La “fortuna” dei Leonardeschi negli studi degli ultimi decenni, di Domenico Sedini.

Parlare della Biennale senza spiegare il puntiglioso lavoro che c’è a monte e nella scelta e nel riconoscimento degli oggetti esposti sarebbe oltremodo ingrato.
Il Comitato Scientifico di Arte Antica, formato da noti studiosi ed esperti italiani ed esteri, s’incontra, oltre trenta giorni prima dell’inizio della mostra, per valutare, sulla base del materiale fotografico e dei dati precedentemente inviati dagli espositori, gli oggetti d’arte proposti. Il Comitato, voluto da Federico Zeri, unico nel suo genere in Italia e con pochi confronti al mondo per l’autorevolezza dei suoi membri, ha il compito di vagliare l’attribuzione, lo stato di conservazione e l’autenticità delle opere esposte, con lo scopo di offrire al cliente un’ulteriore garanzia sull’acquisto. L’attenzione è indirizzata in via preliminare verso gli oggetti scelti per essere pubblicati nel Catalogo della Mostra che presenta una formula esclusiva: accanto a una parte più tradizionale a colori dedicata a singole opere delle gallerie, vi è una sezione in bianco e nero nella quale vengono riprodotti, con descrizioni e attribuzioni, molte delle opere esposte. Per gli oggetti selezionati la presenza in catalogo rappresenta una sorta di super-expertise convalidata dall’autorevole prestigio di questo straordinario Comitato: un documento che tutelerà gli interessi degli antiquari e dei collezionisti anche per il futuro.
Le opere valutate sono state oltre 500: esse comprendono oggetti dall’antichità romana fino agli anni Quaranta del nostro secolo nelle più svariate tipologie: dipinti antichi, dell’Ottocento del Novecento, sculture lignee, in marmo o in terracotta, statuine da presepe napoletano, mobili, mosaici, arazzi, tappeti, arte orientale, oggetti d’arte, cornici, argenti, oreficerie e gioielli, vetri e ceramiche, mobili e arredi art noveau e deco, oggetti di tema sportivo, libri miniati e incunaboli, disegni, stampe e armi antiche.
Il lavoro del Comitato continuato tramite febbrili scambi di materiale si è concluso solo con l’inaugurazione: nei giorni precedenti l’apertura della manifestazione, infatti, ogni oggetto è stato visionato direttamente dagli esperti e solo allora le ultime riserve sono state sciolte per dare il via alle rotative per la stampa del catalogo ufficiale (editore Umberto Allemandi).

Fra le opere su tavola che caratterizzano il settore dei dipinti antichi è notevole un piccolo trittico toscano di Jacopo di Cione (documentato dal 1365 e morto nel 1400) con al centro la Madonna con il Bambino in trono tra santi, sulla quale si richiudono le ante laterali con altre scene su fondo oro. Espressione della cultura ormai pienamente rinascimentale è invece una raffigurazione di Cristo come Salvator Mundi del veneziano Alvise Vivarini (1445-1503), nel quale si esprime con severo rigore una raffinata sapienza prospettica. Si resta ancora a Venezia e si introduce la cultura manierista cinquecentesca con una tela visionaria del celebre Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594) raffigurante Cristo nell’orto dei Getzemani.
Per il settore dei dipinti dell’Ottocento e del Novecento particolarmente ricca è la rappresentanza di opere di Giuseppe Bernardino Bison (1762-1844); espressione delle aperture internazionali agli albori del nuovo secolo sono i dipinti di Giovanni Boldini (1842-1931), tra cui una rara Vista di Venezia. Fra le opere più recenti, infine, un Ritratto del fratello di Carlo Levi (1902-1975), uno dei più noti rappresentanti dei Sei di Torino.
Molto selezionata la presenza della scultura, dove si ammirano anche molte opere in legno dal XII al XVIII secolo.. Da non perdere è la straordinaria occasione di ammirare una rarissima Madonna con il Bambino in terracotta eseguita, in gioventù, da Donatello.

Accanto ai dipinti e alle sculture particolare ricchezza e varietà assume il settore dei mobili. Sono presenti pezzi di grande interesse per gli amatori, da una cassapanca in pastiglia dorata eseguita in Toscana nella seconda metà del Quattrocento fino a un tavolo impiallacciato in palissandro e preziosamente intarsiato in legni rari, avorio e madreperla intorno al 1840.
Fra le numerose opere in ceramica assume particolare rilievo un tondino (piatto) con tesa ornata da racemi in bianco sopra bianco e il bordo a ghirlanda di foglie, arricchito nel cavetto dallo stemma della famiglia Mazza di Pesaro, maiolica eseguita a Casteldurante nel quarto decennio del Cinquecento.
Galleristi specializzati negli argenti e nelle oreficerie mettono in esposizione, fra i pezzi più raffinati, due candelabri a forma di pagoda con figure orientali punzonati a Genova nel 1780, che gli intenditori ricorderanno fra gli oggetti più contesi alla recente asta Rossi di Londra, e una tabacchiera da tavola dalla particolare foggia leonina, fusa, cesellata e incisa in argento a Palermo nel 1773 dal maestro orafo Andrea Cipolla.
Inconsueta è la cospicua selezione di armi e armature antiche; non mancano naturalmente tappeti orientali e altri manufatti tessili come ricami e arazzi: fra i teli più antichi si ammira un arazzo tessuto nelle Fiandre nel secondo quarto Cinquecento con una raffigurazione di Giuda Maccabeo.
Un cammelliere in terracotta invetriata e dipinta risalente alla dinastia Tang (618-907) troneggiata tra gli oggetti di arte orientale, dove sono presenti molte provenienze archeologiche soprattutto cinesi.
Qualificata infine è l’offerta di libri e stampe antiche, dove sarà possibile incontrare i nomi più ricercati, da Dürer a Canaletto, da Rembrandt a Goya.

claudio arissone


Periodo 08 maggio 1999 – 16 maggio 1999
Orario: lunedì – giovedì 12.00 – 20.00, venerdì – sabato 10.00 – 23.00, domenica 10.00 – 20.00
Sede: Lingotto Fiere, via Nizza, 294 – Torino
Ingresso: 20.000
Informazioni: 011/6644111


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