14 febbraio 2005

fino al 1.V.2005 La grafica dell’Espressionismo Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli

 
Un dialogo intenso. Un’ansia esistenziale che avvolge, deforma, dilania. In mostra una selezione di incisioni che rivelano le diverse anime dell’Espressionismo. Perché, come diceva Woyzeck, l’uomo è un abisso…

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“Espressionismo significa dare forma al vissuto, in modo che sia comunicazione e messaggio da un Io a un Tu. Come per l’amore, bisogna essere in due.” diceva Oskar Kokoschka (1886-1980) “L’Espressionismo non vive in una torre d’avorio, ma si rivolge all’Altro che intende risvegliare”. Tale definizione calzerebbe a pennello a molti degli artisti presenti nella mostra di Torino, interpreti di un disagio esistenziale già preannunziato dal Woyzeck di Georg Buchner (1813-1837), rappresentato, guardacaso, per la prima volta solo nel 1913, a Monaco.
Nei pittori della Brucke, il gruppo nato a Dresda nel 1905, l’urgenza di comunicazione e la difficoltà di rapportarsi con il mondo moderno trovano nella grafica un mezzo di sperimentazione privilegiato. Il recupero della xilografia è sia un omaggio alla tradizione popolare tedesca, sia un frutto dell’influenza delle sculture primitive extra-europee. Nelle loro xilografie risalta infatti una forte semplificazione, basata sul contrasto tra ampie zone nere e bianche. Erich Heckel (1883-1970) affronta nel 1907 con La ballata del carcere di Reading di Wilde l’angoscia dell’uomo braccato; di tale serie colpisce in particolare La cantante. Emil Nolde (1867-1956) è presente col Profeta (1912), che rimanda ai temi religiosi da lui affrontati in quegli anni.
Karl Schimdt-Rottluff (1884-1976) ed Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938) si confrontano col rapporto uomo-donna, con una visione cupa della sessualità, specie nel primo. Anche Kokoschka nelle litografie di Cantata, o Eternità tu che sei la parola che tuona (1914-1918) interpreta uno dei suoi soggetti prediletti, il conflitto fra i due sessi, alludendo, come già nella celebre Sposa del vento (1914), al trauma della fine della sua relazione con Alma Mahler.
Max Beckmann - La notte - da L
Dopo la prima guerra mondiale, nello sfacelo economico e sociale della Germania, si fa urgente in alcuni artisti che aderiranno alla Nuova oggettività la necessità di denunciare i soprusi e gli orrori di cui erano testimoni. Max Beckmann (1884-1950) nel ciclo de L’inferno (1919) offre un’immagine violenta e claustrofoba della vita del tempo, che sfocerà ne La notte. Quest’opera sembra porsi, per il suo impianto compositivo e la deformazione dei corpi, dalle membra slogate, tra i precedenti di Guernica di Picasso. L’affamato ricorda invece, per l’iconografia (quattro personaggi attorno ad un tavoloWassilij Kandinskij - da Piccoli Mondi - 1 - litografia a colori - Roethel 164 - Amelie Ziersch Sammlung rotondo, con scodelle vuote), analoghe opere di Felice Casorati, quasi coeve: si pensi a Mattino o Colazione (1920). Ma, mentre in Casorati prevale l’interesse formale, in Beckmann è essenziale il contenuto. George Grosz (1893-1959), comunista militante, va oltre, opponendo – ne I ladri (1922) – i capitalisti e i borghesi, pasciuti e tronfi, ai diseredati, straccioni, scheletrici e invalidi (l’allusione è ovviamente innanzitutto ai reduci di guerra). Al contrario Wassilij Kandinskij (1866-1944), nei coevi Piccoli Mondi (1922), supera la realtà, alla ricerca di un equilibrio di forme ed emozioni, in una dimensione spirituale.
Questo è solo uno delle possibili percorsi della mostra di Torino, che è purtroppo priva di un itinerario chiaro e di un apparato esplicativo. E pesa in particolare l’assenza di traduzioni delle frasi poste da Grosz nei suoi Retroscena.

stefano manavella
mostra visitata l’8 febbraio 2005


La grafica dell’Espressionismo. “L’uomo è un abisso…” dice Woyzeck
Mostra a cura di Helmut Friedel.
Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
Via Nizza 230 (complesso del Lingotto), fino al 1° maggio 2005. Orario: da martedì a domenica: 9-19. Lunedì chiuso. Ingresso alla mostra e alla Pinacoteca: intero 4 euro; ridotto 2,50 euro. Gratuito con il carnet “Sintonie”. Per informazioni: tel. 011/0062008 e www.pinacoteca-agnelli.it  Ufficio stampa: Daniela Matteu tel. 011/4429523
La mostra fa parte del progetto “Sintonie 2005”, che comprende alcuni concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, esposizioni di opere d’arte e laboratori multimediali. La mostra della Pinacoteca Agnelli, in particolare, è legata al concerto della Mahler Chamber Orchestra, dedicato al “Wozzeck” di Alban Berg, tenutosi all’Auditorium del Lingotto il 7 febbraio 2005; alla rappresentazione del “Woyzeck” di Georg Buchner, regia di Giancarlo Corbelli, attori dell’Ecole des Maitres 2003, alle Limone Fonderie Teatrali di Moncalieri, in scena dall’8 febbraio al 3 marzo 2005; alla rassegna “Wozzeck/Woyzeck e dintorni”, al Cinema Massimo di Torino, il 9 e il 10 febbraio 2005; al laboratorio multimediale in due tempi “Da Woyzeck a Wozzeck: iconografia del perdente”, svoltosi il 10 febbraio 2005 alla Maison Musique di Rivoli. Per maggiori informazioni: www.comune.torino.it/sintonie


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