10 novembre 2009

fino al 17.XI.2009 Dino Pedriali Torino, Paolo Tonin

 
Un pezzo di storia dell’arte e della cultura. Raccontata coi volti e le espressioni degli amici. Una narrazione in prima persona, che sottolinea quanto scattare una foto sia un gesto soggettivo...

di

È facile fotografare le celebrità
del mondo dei media. L’appetibilità del loro aspetto è fuori discussione, dato
che sono stati costruiti e messi a punto dal sistema proprio per poter esser
piacevolmente riproducibili e duplicabili. Anzi, la diffusione delle loro
immagini – contrariamente a quanto si possa immaginare – ne rafforza in ultima
istanza il senso, benché alla lunga una sovraesposizione comporti per tutti
coloro che ne sono destinatari un pronunciato senso di sazietà.
Eppure, niente di
tutto ciò accade con le foto di Dino Pedriali (Roma, 1950), di cui
la galleria torinese mette in mostra una nuova selezione di stampe in bianco e
nero di media dimensione, su carta baritata. Realizzati dagli anni ‘70 ai
giorni nostri, questi scatti tracciano un inedito percorso attraverso gli amici
e le frequentazioni più intime di Pedriali: artisti e intellettuali come Man
Ray
, Carol
Rama
,
Suso Cecchi d’Amico, Pasolini.
Ma non è la notorietà
dei personaggi il fil rouge che li unisce, quanto piuttosto un’atmosfera
caratterizzata dalla più totale mancanza di distacco per i soggetti ritratti,
da una forte partecipazione emotiva da parte dell’autore, il quale, senza
perdere in capacità analitica, sa nascondersi dietro l’ottica della macchina,
occultando la propria presenza.
Dino Pedriali - Pasolini sul ponte di Sabaudia - 1975 - stampa ai sali d’argento su carta baritata - cm 30x40
Non per questo le
fotografie del romano paiono rubate o mostrano in qualche modo momenti o
situazioni sconvenienti o che mettono in difficoltà l’interlocutore: è una
complicità delicata a legare chi sta davanti e chi sta dietro l’obiettivo,
declinata in maniera tale che non esistono narciso e voyeur, ma semplicemente
due conoscenti che non temono di farsi reciprocamente delle confidenze.
Le foto che ritraggono
Andy Warhol o Man Ray con una macchina fotografica in mano (entrambi sono
legati, per motivi completamenti diversi, alla fotografia, come nota il
curatore nel testo in catalogo) sono esemplari dell’empatia che lega Pedriali
ai due artisti: è un gioco, quello messo in scena, in cui nessuno ha interesse
a raccontar bugie o a falsificare la realtà. Proprio per questo, non esiste la
vera e propria recita, né tanto meno il palco dove avviene lo spettacolo. E
nemmeno il lucidissimo e visionario Pasolini si sottrae al confronto, anche
quando – in controluce e sottoesposto – sembra affogare in un mare di grigi, su
un ponte a Sabaudia.
Dino Pedriali - Andy Warhol e Carol Rama - 1975 - stampa ai sali d’argento su carta baritata - cm 30x40
Più costruite ma non
per questo meno spontanee le immagini di Hammamet (dove Pedriali realizza
ritratti di nudi maschili, la cui anatomia virile è evidenziata dai forti
contrasti di luce) e quelle del dorso del ballerino Nureyev, immortalato nella
bellezza di un corpo che parla o nel camerino al momento del trucco.
Di particolare effetto
poi il volto di Luigi Ontani incorniciato dalla pelle di un serpente,
decisamente optical, che parla, spiega e sparge suggestioni sull’artista e
sul suo mondo più di mille parole e fiumi d’inchiostro.


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a Roma

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dal 25 settembre al
13 novembre 2009
Dino
Pedriali – Dino Pedriali e i suoi amici
a cura di Janus

Paolo Tonin Arte
Contemporanea

Via San Tommaso, 6 (zona via Garibaldi) – 10122 Torino
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.30-13 e 15-19; sabato su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo
disponibile
Info: tel. +39
01119710514; fax +39 01119791494; info@toningallery.com;
www.toningallery.com

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