12 novembre 2008

fino al 28.XI.2008 Masbedo Torino, Marco Noire

 
Sulle sponde di un lago ghiacciato nella terra d’Islanda si consuma il dramma di una relazione amorosa. È la performance della ballerina islandese Erna Ómarsdóttir, già musa di Bjiork. Musicata dai Marlene Kuntz...

di

Scorticare l’epidermide sottile dei sentimenti è la loro occupazione principale, insieme alla cura per la resa visiva formalmente impeccabile. Se poi si aggiungono una buona dose di autocompiacimento e la collaborazione di famose personalità artistiche, si ottiene la formula che spiega la perfetta alchimia del duo Masbedo (Nicolò Masazza, Milano, 1973; Iacopo Bedogni, Sarzana, La Spezia, 1970). Ovvero, quando patinato non fa necessariamente rima con mercificato, ma è funzionale a un certo discorso interno: “Noi ti vendiamo la pelle bella e sotto ci infiliamo la roba brutta, indigesta”, hanno dichiarato in una recente intervista. “Sotto la bellezza plastica, la purezza dell’immagine, c’è una contaminazione devastante”.
Come succede anche questa volta nel loro nuovo ciclo di lavori, dove la protagonista assoluta è l’Islanda: un concentrato di ghiaccio bollente a fare da sfondo e, allo stesso tempo, da soggetto dei quattro video in mostra nell’ampio open space di Marco Noire. Eletta a metafora di una condizione di vulnerabile e fragile prostrazione mentale, superficialmente imperturbabile eppure internamente mai serena, mai docile, questa terra lavica ricoperta da ghiacciai, situata sulla dorsale oceanica atlantica, è lacerata di tre centimetri all’anno da una lunga frattura.
Masbedo - Teoria di incompletezza - 2008 - video monocanale - 5' - ed. di 7 - courtesy Marco Noire Contemporary Art, Torino
Un’isola dunque emblematica, tanto dei rapporti interpersonali quanto più in generale di un certo atteggiamento della società contemporanea e dell’umanità tout court, affetta da dualismo esistenziale. Quella sorta di “autosoddisfazione morale che desidera farsi vedere”, scrive in catalogo Glores Sandri citando le parole di Milan Kundera, quando intende spiegare il significato del “tralalà” evocato da Céline. Nella doppia videoproiezione intitolata, appunto, L’autopsia del Tralalà, questo dualismo si rivela nell’esibizione forzata dei valori di bellezza, energia vitale, desiderio, che proprio a causa di quell’ostentazione degenerano immediatamente in vuota apparenza, violenza e sopraffazione, nonché di seduzione interessata.
Masbedo - Glíma - video monocanale - 17’59” - courtesy Marco Noire Contemporary Art, Torino
Nell’altro video, Glìma, si assiste invece alla messa in scena di un atto di forza tra due opposte sensibilità – maschile e femminile – il cui ribaltamento dei ruoli serve a evidenziarne l’interscambiabilità dei sentimenti e l’assoluta incomunicabilità. Una performance emotivamente coinvolgente, ripresa in piano sequenza da tre telecamere e poi montata alternando momenti sincopati e ravvicinati a fasi più diluite nel tempo e sfocate. Capace di far sentire tutto il dolore di una relazione in cui l’uomo è costretto, non solo metaforicamente, dentro una maschera tentacolare che, opprimendogli il capo, lo vede vittima e carnefice di un rapporto che lo lega indissolubilmente alla sua controparte. A sua volta, deliberatamente incapace di districarsene.
Nella reciproca consapevolezza, come scrive Sandri, “che nell’impossibilità di amare esiste l’unica forma d’amore possibile”.

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claudia giraud
mostra visitata il 23 ottobre 2008


dal 23 ottobre al 28 novembre 2008
Masbedo – L’Autopsia del Tralalà
a cura di Glores Sandri
Marco Noire Contemporary Art
Via Piossasco, 29 (Borgo Dora) – 10152 Torino
Orario: da martedì a venerdì ore 16-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 0119191201; fax +39 0115709299; info@marconoire.com; www.marconoire.com

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11 Commenti

  1. sì certo perchè per essere artisti bisogna capire le opere… sveglia Penelope!
    ps
    abbi almeno la carineria di mettere il tuo indirizzo email se vuoi essere credibile la prossima volta

  2. ovviamente mi riferivo al tuo “mostra inutile”…ad ogni modo, dal mio punto di vista per essere artisti bisgona aver qualcosa da dire, il che successivamente va capito/inerpretato/inteso da qualcun’altro. di nuovo, dal MIO punto di vista, la mostra dei Masbedo ha molto da dire e loro sono capaci in un fulmine di toccare le corde emozionali e, capendoli o non, ti fanno SENTIRE, cosa che non accade sempre e solo questo rende la mostra tutt’altro che inutile.
    ps. la credibilità è virtuale come il nostro scambio di idee. non serve un indirizzo mail.

  3. Non capisco come si possa minimamente contestare degli artisti così puri che affrontano tematiche coraggiose invece del piccolo glamour shock che si vede nelle fiere d’arte e che è la miseria di troppi artisti contemporanei. C’è troppo invidia di fronte alla bravura. La mostra è stupenda, esteticamente ineccepibile, i Masbedo sono l’ unica realtà di video artisti italiani che non teme un confronto con grandi nomi stranieri. Bravi, e grazie per le emozioni che sapete dare….
    ps : con i Marlene Kuntz siete perfetti!!!

  4. spero che Beatrice abbia la dignità di invitare i Masbedo in Biennale….una mostra stupenda, piena di coraggio, bravi…vi adoro

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