18 marzo 2004

fino al 30.III.2004 Corrado Porchietti – Gli oggetti di Corrado Torino, Galleria Pinxit

 
Ampie tele dalle atmosfere fuligginose. Che consentono uno sguardo trasversale ed ironico sulla quotidianità. A Torino, perché la pittura ha ancora molte cose da dire, ritorna Porchietti. Apprezzato anticipatore, negli anni ’80, della cosiddetta Arte Mediale…

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Tegamini e lumi tondi tra i dettagli che più ricorrono. Ma anche modellini d’automobili, farfalle, libri, scacchiere. Perfino due piccoli ciondoli a forma di cuore pendenti dai capezzoli di una modella flessuosa. Oggetti talvolta spiritosi, che spesso appaiono nei posti più impensati.
Permeata da un non so ché di fanciullesco, la dimensione pittorica di Corrado Porchietti (Savigliano, 1950), diplomato all’Accademia Albertina nel ’73 e allievo di Piero Martina, è popolata da cose comuni, semplici. Reperti-icona della quotidianità che sulla tela assumono un valore fortemente simbolico, a “sottolineare come i confini tra realtà e finzione siano labili e non semplici da cogliere” (Antonella Martina).
Nell’opera di Porchietti l’influsso della produzione degli esordi rimane facilmente Porchietti Corrado Tango Santo rintracciabile. Benché con il passare del tempo le sue ambientazioni si facciano meno fitte di particolari, difatti, gli oggetti seguitano a costituire un elemento determinante delle composizioni. A tal proposito, basti confrontare i lavori dell’ultimo quinquennio con alcuni acrilici degli anni ’80 raffiguranti interni assai elaborati, saturi di ogni genere di accessorio e cianfrusaglia. In relazione alle scelte cromatiche, poi, se le tonalità passano da chiassose e sgargianti a più cupe e fumose, queste sono comunque squarciate da lampi di colore acceso, di verde limone, acido, di rosso o d’arancio.
Fondate su un mix alchemico di sogno, mistero, gioco e cartone animato, le opere attuali sono realizzate dall’artista, in prevalenza, su supporti di formato 120 x 110. In mostra, l’unica eccezione è costituita da L’equilibrista, di cm 60 x 50, che riporta inevitabilmente a Circus (istantaneo il parallelo tra il funambolo che regge l’ombrello nel primo, e gli artisti che sorreggono i piatti roteanti nel secondo!), tela in cui appare palese come un’arena circense possa trasformarsi in un palcoscenico atto ad inscenarePorchietti Corrado Maternita particolare metaforiche rappresentazioni delle vicissitudini umane. E in effetti, in modo sempre nuovo e sorprendente, pare che ogni dipinto di Porchietti voglia essere in qualche maniera un’allegoria, un racconto travestito da burla o beffa sottile.
Protagonisti gli oggetti, si è detto, ma anche le persone. Circondate da scenari mutevoli, via via diversi seppur legati da strette corrispondenze cromatiche, stilistiche, iconografiche. La figura femminile è ritratta frequentemente, ora musa ispiratrice languida e sognante (Alice, 2001), ora dispensatrice di vita come in L’attesa (2003), in cui a primeggiare è l’accogliente rotondità dei seni e del ventre gravido della donna, o in Maternità (2003-2004), tra tutte l’opera più recente. Qui, sebbene sorridente, l’angolosa protagonista tradisce tutta la staticità di una statua di pietra. Un essere fiero e distante, si direbbe, dallo sguardo fermo poggiato su altrove.

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sonia gallesio

mostra visitata il 28 febbraio 2004


Corrado Porchietti – Gli oggetti di Corrado
dal 26 febbraio al 30 marzo 2004
Torino, Pinxit arte contemporanea, via della Rocca 28/h
tel/fax +39 011 81.78.559
orario di visita: dal martedì al sabato, h 10.30-12.30/15.30-19.00
ingresso: libero
per info: tel 011 81.78.559 e-mail galleriapinxit@libero.it


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