16 marzo 2010

fino al 30.IV.2010 Jürgen Klauke Torino, Photo & Co.

 
Quando la fotografia diventa performance. E il protagonista è l’artista stesso. Cronaca del lavoro di un esponente “tipico” di certa riflessione tedesca. Dove i capelli la fanno da padrone...

di

Fin
dagli anni ’70, Jürgen Klauke (Kliding, 1943; vive
a Colonia) orienta il medium fotografico verso la performance, nella quale egli
stesso assume il ruolo di protagonista. Le tematiche sono quelle tipiche del
mondo tedesco contemporaneo: l’isolamento dell’uomo, l’impossibilità di una
comunicazione autentica, la banalità del quotidiano. L’individuo è circondato
dagli oggetti più disparati, con i quali si confronta, senza tuttavia riuscire
a connotarli in modo preciso.
Pile di
cappelli in equilibrio precario, secchi vuoti, fasci di ombrelli diventano il
sintomo di un malessere dell’anima, di un’angosciosa noia esistenziale: la
ricerca di certezze che costituiscano un punto di riferimento sfocia spesso
nell’ambiguità di situazioni inspiegabili. Un ciclo di lavori degli anni ’80,
intitolato Formalizzazione della noia, pone in primo piano proprio la sfibrante ripetitività
degli stessi gesti, di movimenti che si perdono nel circolo vizioso della stagnazione.
Il
titolo della mostra, Attraktiver Attraktor, che propone lavori recenti, è una sorta di bisticcio
semantico. Colui che “attrae in modo attraente” è una specie di illusionista,
che celebra strani rituali: la sua identità resta comunque impenetrabile,
enigmatica.
Jürgen Klauke - Aesthetische Paranoia - 2006 - c-print, Diasec - cm 159x124
Si veda l’immagine che reca lo stesso titolo dell’intera rassegna.
Su un letto bianco è seduto un individuo (l’artista stesso), vestito di nero;
il suo viso non è riconoscibile, poiché è nascosto sotto un copricapo,
costituito dalla capigliatura, lunghissima e foltissima, modificata in modo
surreale, simile a una guglia che svetta verso l’alto, quasi a forare lo
spazio.
L’impatto
scenografico, molto forte, è comune a tutte le sequenze fotografiche, ed è
esaltato dal contrasto netto del bianco e del nero, che pone in evidenza il
rigore della costruzione. In Aesthetische Paranoia (2006) l’artista è bocconi sul
letto, il dorso interamente ricoperto dai capelli, acconciati in modo da
assomigliare a un manto. Wackelkontakt (2006) evidenzia nel “contatto allentato” del
titolo la composizione della sequenza, nella quale l’artista, visto da tergo,
al posto dei capelli si ritrova un intrico di cavi, ognuno dei quali è infilato
in una presa diversa.
Jürgen Klauke - Wackelkontakt - 2006 - c-print, Diasec - cm 124x159
Le
spine elettriche di Experimentelle Neurose (2006) aggettano nello spazio, mentre di Klauke si
vedono solo i piedi, che suggeriscono una postura a mezz’aria, in una
sospensione del tempo “bloccato” nel gesto.

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dall’undici marzo al 30 aprile 2010
Jürgen
Klauke – Attraktiver Attraktor. Aesthetische Paranoia e Wackelkontakt
Photo & Contemporary
Via dei Mille, 36 (Borgo Nuovo) – 10123 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 011889884; fax +39 0118178693;
photoco@libero.it

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