-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- Mibact
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 4.VI.2006 Patrick Tuttofuoco Torino, Fondazione Sandretto
torino
Viaggio attraverso le megalopoli del mondo. Souvenir e fotoricordo. Luci, plastica e senso di perdita. Tirar le fila alla fine di un viaggio. Tuttofuoco finalmente alla Sandretto con un one-man show...
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha sostenuto a lungo Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974): prima premi e mostre collettive e ora finalmente una personale.
Revolving landscape è un lavoro nato da “una riflessione sullo sviluppo delle megalopoli, ma anche dalla voglia di indagare e capire il modo in cui le città prendono corpo ed anima. Per riflettere sulla conurbazione, sul modo in cui le città vivono nel paesaggio, parlando ad esempio del modo in cui vengono usate le infrastrutture…”. Un tema che sembra andare di gran moda oggi, soprattutto nella capitale sabauda, tendenza testimoniata dal gran numero di mostre su urbe e urbanizzazione.
Nell’anno in cui la Fondazione guarda all’Asia, ecco spuntare queste geografie rotolanti, revolving landscapes appunto: “partendo con un gruppo di tre persone: 2 registi e 1 architetto -spiega Tuttofuoco- abbiamo seguito una specie di dorsale che unisce 17 megalopoli. La scelta voleva tenere insieme innanzitutto Cina e India, poi sono venute le altre.” Del viaggio rimangono speciali souvenir: sculture che rileggono attraverso plastiche colorate l’estetica kitsch-modernista della nuova Asia. Ma anche la povertà, i contrasti, le sensazioni che un lungo pellegrinaggio per il mondo porta con sé. Sullo sfondo, in video, le immagini del viaggio si offrono come chiave di lettura di questi ricordi scultorei, che stanno tra loro in quella stessa relazione fluida che caratterizza le geografie di GoogleEarth (peraltro citato nel video). Relazioni tanto fluide e rotanti che per andare da una città all’altra basta seguire le rotte di neon colorato disegnate sul soffitto della fondazione.
Città e paesaggio sono i veri protagonisti della mostra, declinati ora in landmark da fotoricordo, ora nella luce del tramonto in La noce d’oro (2005), in cui stormi di uccelli si lanciano in acrobazie sopra le vie trafficate di un videogioco. Gioco, spettacolo, nostalgia e frammenti di città ritornano in Luna Park (2005), una delle opere più belle di Tuttofuoco, in cui l’insegna del vecchio Luna Park Varesine, piccolo pezzo di storia della Milano-che-fu, è stato fatta restaurare ed esposto, lasciando, tra plastica colorata e luci, un amaro senso di perdita.
Dopo un viaggio di 80 giorni attorno al globo, ecco quindi presentata la maturità artistica di Tuttofuoco. A parte la durata del viaggio e la destinazione non sappiamo se, come nel Romanzo di Vernes, Tuttofuoco abbia salvato una principessa dal rogo di crudeli Marajà, ma sappiamo per certo che, per il fuso orario, è riuscito a tornare a Londra prima rispetto alla scommessa.
articoli correlati
Metropolitanscape, a Palazzo Cavour
Metropolis, alla GAM
Personale di Patrick Tuttofuoco a Milano
alberto osenga
mostra visitata il 12 aprile 2006
Revolving Landscape di Patrick Tuttofuoco
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo , Via Modane 16
Dal 12 aprile al 4 giugno – Da martedì a domenica: 12-20, giovedì 12-23
Ingresso: Intero 5€, ridotto €3 – 011 3797600
www.fondsrr.org
[exibart]
mostre ed eventi

Uros Gorgone
Federico Pazzagli
Direttore Responsabile:
Matteo Bergamini
Direttore Editoriale:
Cesare Biasini Selvaggi
Direttore Commerciale:
Federico Pazzagli
f.pazzagli@exibart.com
Fax: 06/89280543
Pietro Guglielmino
Adriana Proietti
Art Director:
Uros Gorgone
Progetti speciali:
Daniele Perra
Redazione:
Mario Francesco Simeone
Nicoletta Graziano
Silvia Conta
Yasmin Riyahi
Erica Roccella
Collaboratori

P.IVA: 11600801002


Si è verificato un errore durante la registrazione. Ricarica la pagina e riprova.
Grazie per la tua iscrizione.
Riceverai ogni giorno le ultime notizie nel mondo dell'arte, del cinema, della moda e della cultura.
scopri ogni giorno le ultime notizie
nel mondo dell'arte, del cinema,
della moda e della cultura.
Inserisci la tua email e premi iscriviti.
Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nelle impostazioni.

Panoramica privacy
Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
Cookie strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Cookie Policy
Ulteriori informazioni sulla nostra Cookie Policy
Una delle mostre più inutili cui abbia assistito, anche in Tv ogni tanto fanno dei bei reportages….
tutto fuoco e niente arrosto
Anche solo per dare un senso alla propria esistenza i commenti sarebbe bene argomentarli, altrimenti perché scriverli?
CERTE MOSTRE PERO’ANDREBBERO ARGOMENTATE UN PO’ MENO
sandretto company e’ da un po che cercano di fare da talent scout ma regalano solo zappate sui piedi !ma guardatevi bene in giro , girate con tutti i soldi che avete dovreste alzare le chiappe verso posti meno convenzionali e artisti meno scontati.
..c’è da dire aldilà del fatto che l’esposizione pare un po’ scontata.. la fondazione ha poche colpe.. l’unica forse quella d’aver dato fiducia 2anni fa a questo artista.. infatti quando gli è stato comunicato che avrebbe potuto godere di una personale la fondazione ancora nn sapeva cosa l’artista avrebbe prodotto e poi presentato 2anni dopo. Aldilà di tutto ciò.. cmq se analizzata per bene.. l’esposizione nn è tutta da buttare via.. sarà che ho avuto la fortuna di farci lezione x l’università fatto sta che vista attraverso gl’occhi dell’artista rende meglio..