04 febbraio 2002

Fino al 5.V.2002 Shirin Neshat Rivoli (to), Castello

 
Le sale del Castello di Rivoli ospitano fino al cinque maggio una splendida e imperdibile mostra di lavori dell’artista iraniana Shirin Neshat, a cura di Giorgio Verzotti...

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Il Castello di Rivoli ospita fino al 5 maggio un’imperdibile mostra di Shirin Neshat, a cura di Giorgio Verzotti. Sono presenti quattro video (due fin’ora inediti in Italia) e alcune fotografie.
La poetica della Neshat si muove narrativamente tra Shirin Neshatopposizioni dialettiche che non aspirano a una vera conciliazione: è ricerca del confronto tra culture inteso come dialogo vivo e non come accomodamento pacificato di due diverse visioni del mondo.
Rapture vede due schermi posti l’uno di fronte all’altro: da un lato un gruppo di donne, dall’altro gli uomini. Sono due universi contrapposti e, fino alla fine, non immediatamente comunicanti. Si guardano l’un l’altro, forse l’uno rappresentando per l’altro il proprio destino – che è anche e soprattutto quella di dover destinalmente fare i conti con l’Altro-da-sé.
Alla fine le donne prendono il largo su una grande barca, e solo allora gli uomini alzano le mani in segno di saluto: quasi che le due realtà potessero comunicare solo nel momento in cui la via è stata intrapresa.
Shirin NeshatIl significato poetico del lavoro va però ben oltre il mero significato sessuale: piuttosto,questo assume un valore decisivo dal punto di vista esistenziale ed epocale. L’inattuabilità della conciliazione si trasforma in una concretissima chance creativa: come per il Geschlecht heideggeriano, inteso qui come differenza sessuale, ma anche e soprattutto come destino di aimance che spinge sempre l’essere umano verso l’Altro, in una relazione produttiva sempre a cavallo tra l’amore e la lotta.
In un altro video una donna canta, sola, di fronte a una radio che trasmette una canzone d’amore, mentre in un terzo una donna senza chador grida per le strade di una città mediorientale, osservata, ma non compresa dai passanti. Infine Passage (con musiche di Philip Glass) si concentra sui simboli di nascita, morte e sacro.
Il sacro va qui però ben al di là del significato religioso del termine, ma nel senso storicizzato della Shirin Neshat tradizione e dell’eredità di una cultura.
Così si risolve la dialettica irrisolta: tra donna e uomociò che avviene è “il dono dell’altro”, nel senso che all’altro appartiene, essenzialmente, eppure gliene viene fatto dono. Questa dinamica può avvenire solo a condizione relazionarsi all’altro tirandosi fuori dagli schemi dialettici tradizionali (e quindi anche dall’accezione più comune del multiculturalismo). Il dono “di ciò che non si ha” (citando ancora una volta Heidegger) è proprio l’altro: il suo destino, la sua storia e la sua irriducibile identità, di cui noi rappresentiamo il completamento e che è l’unico dono possibile.
Così come nelle notissime fotografie della Neshat in cui le parti scoperte del corpo della donna avvolta nel chador riportano frasi di poesie e si contrappongono alla Shirin Neshatprepotenza di un’arma da fuoco, nella dialettica del dono s’impone un’altra natura, proveniente da un’altra
radice, con cui si è inesorabilmente e felicemente destinati a fare i conti.

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www.castellodirivoli.com

Maria Cristina Strati
mostra visitata il 2 febbraio 2002


Shirin Neshat
Dal 29 gennaio al 5 maggio
Rivoli (To), Castello di Rivoli, Piazzale Mafalda di Savoia
orari mart/ven 10/17 – sab/dom 10/19 – primo e terzo sabato del mese 10/22
tel. 0119565209 fax. 0119565231 press@castellodirivoli.org


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