29 settembre 2000

Fino al 7.I.2001 La Regina di Saba. Arte e leggenda dallo Yemen Torino, Palazzo Bricherasio

 
Una mostra evento a Palazzo Bricherasio: la poesia del mitico regno della Regina di Saba raccontata da...

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Dopo Parigi, Vienna, Monaco e Roma, la mostra approda a Torino, nella splendida cornice di Palazzo Bricherasio; sintesi delle precedenti (il numero dei reperti esposti è inferiore), si arricchisce, però, della sezione sulla pittura, curata da Vittorio Sgarbi e da Daniela Magnetti.
Negli anni ‘70 Pasolini si fece promotore di un’iniziativa per salvare lo Yemen, “il più bel paese del mondo”, dallo scempio della speculazione economica “in nome della scandalosa forza rivoluzionaria del passato”. La mostra è, nella volontà degli organizzatori, l’omaggio a quel passato straordinario, fatto di storia e leggenda, e la testimonianza dell’impegno per un futuro finalmente consapevole e rispettoso delle sue radici.
I reperti archeologici esposti evocano una civiltà di straordinaria ricchezza e maturità culturale. Popolazioni sud-arabiche si stanziarono ai piedi delle verdi montagne yemenite, in terre bagnate dai monsoni, a partire dal XII sec. a.C.. Presto fiorì il Regno Sabeo che, grazie al commercio dell’incenso e della mirra, divenne ricco e potente, meritando il nome di Arabia Felix, con cui gli Antichi indicavano la regione.
Intorno al VI sec. a.C. la sua egemonia politica venne contrastata da regni più piccoli (quello dei Minei, dei Qatabaniti e degli Hadramiti), che si resero indipendenti.

Un periodo di decadenza interessò la regione intorno al I sec. a.C., quando il commercio preferì la via del mare alle vie carovaniere, grazie al cui controllo prosperavano le capitali del deserto. Nel 632 d.C. l’avvento dell’Islam pose fine a questa civiltà, seppellendola nell’oblio durato fino alle recenti scoperte archeologiche.
Gli oggetti in mostra appartengono a periodi diversi di questa storia lunga quindici secoli e ci consentono di individuare le caratteristiche peculiari della produzione artistica sud-arabica preislamica e le influenze esterne dovute agli scambi, non solo commerciali, che intercorsero con le altre culture.
Le statue in alabastro, provenienti da Tamna’, capitale del Regno di Qataban, e da Marib, capitale del Regno di Saba, e risalenti principalmente al IV-III sec. a.C., rappresentano oranti e offerenti; venivano poste nella tomba insieme al defunto o nei templi come atto di devozione. Hanno caratteristiche stilistiche originali: volumi squadrati, piccole dimensioni, volti accuratamente delineati, corpi rozzi e sproporzionati, rigidità dei movimenti. L’alabastro, di cui lo Yemen è ricchissimo, grazie alle sue caratteristiche di resistenza e compattezza diventa simbolo del perpetuarsi nel tempo della memoria del defunto. Lo stile pulito e quasi astratto di queste sculture è di una tale modernità, come ha sottolineato Sgarbi nel suo intervento introduttivo, da far pensare alla scultura di Brancusi. Le stesse influenze si trovano nel lavoro dell’artista greca Sophia Vari che realizza opere di grandi dimensioni in cui l’astrattismo si fonde con forti suggestioni classiche; le sue sculture, alcune delle quali ispirate alla Regina di Saba, sono esposte all’esterno di Palazzo Bricherasio per tutta la durata della mostra.
Proseguendo nella visita, troviamo altri oggetti in alabastro e in pietra calcarea, anch’essi realizzati per usi funerari e religiosi: sono iscrizioni, piccoli vasi, fregi, stele, tavole d’offerta, statuette di animali. Le statuette rappresentanti animali introducono il discorso sulla religione: la spiritualità estremamente interiore e personale che caratterizza il rapporto con la divinità, ne influenza l’iconografia, che deve ricorrere alla rappresentazione per mezzo di simboli (stambecchi, tori, aquile…).
Accanto a queste opere di tradizione locale, compaiono, già in epoca antica, opere in bronzo con chiare influenze mediterranee, che si accentuano nel periodo ellenistico grazie alla probabile presenza di artisti itineranti, testimoniata dalla firma del greco Phocas su alcune statue, che importarono tecniche e stili.
La sezione pittorica è interamente dedicata alla leggendaria regina di Saba, il cui fascino oltrepassò i confini del suo regno e perdurò nei secoli. Nella Bibbia si narra che la regina, raggiunta dalla fama di Salomone, si recò a Gerusalemme per metterlo alla prova, portando con sé doni preziosi; ella rimase affascinata dalla saggezza e dalla ricchezza del re, ma fu costretta a tornare al suo trono per placare i malumori del popolo israelita infastidito dalla relazione amorosa fra il suo re e la regina straniera. Nel Corano si dice che Bilqis, questo era il nome della regina di Saba, fosse bellissima e potente e che adorasse il Sole. Secondo la tradizione etiopica, tramandata dal Kebra Nagast, la regina regnava in Etiopia e dalla sua unione con Salomone sarebbe nato un figlio, Menelik.

Icona della bellezza e del potere, la regina è protagonista di numerose opere eseguite da grandi pittori, Piero della Francesca, Raffaello, Veronese, Tintoretto, per ricordarne alcuni. Qui se ne possono ammirare alcune realizzate fra ‘500 e ‘800: una tela del Tintoretto (1546-47), esposta per la prima volta in Italia; una splendida tapisserie cinquecentesca in lana e seta; inoltre opere di Juan de la Corte, di N. Knupfer, di J. H. Schonfeld, di Mattia Preti e di Francesco de Mura. Le memorabili interpretazioni di Pietro della Francesca, di Raffaello e di Rubens sono proiettate sulle pareti delle sale.
Per finire poche parole sul formidabile allestimento. La scelta del nero assoluto, che annulla gli ambienti, esalta la straordinaria bellezza degli oggetti. Le citazioni letterarie (Pasolini, Moravia, Voltaire), l’odore acre dell’incenso bruciato nei bracieri collocati nelle sale e il sottofondo musicale (brani di Respighi, Handel, Gounod, Goldmark, Milmaud e etnici sul tema della mostra) completano l’atmosfera magica evocata dalla mostra.

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Lucia Panozzo



La Regina di Saba. Arte e leggenda dallo Yemen. Torino, Palazzo Bricherasio, via Lagrange 20, tel. +39 11 5171660, fax +39 11 5629757, website: http://www.bricherasio.intesa.it
Dal 27.IX.2000 al 7.I.2001.
Orario di visita della mostra: lunedì chiuso, martedì e mercoledì dalle ore 9,00 alle ore 19,00, da giovedì a domenica dalle ore 9,00 alle ore 22,00.
Tariffe ingresso: Intero £ 12.000, Ridotto £ 8.000; Gruppi e Convenzioni £ 10.000, scuole dell’obbligo £ 6.000, biglietti omaggio per le scolaresche di Torino e provincia.
Catalogo: a cura di P. Gribaudo, con testi di A. De Maigret, V. Sgarbi, D. Magnetti, Electa, Milano.
Accesso ai disabili: SI; servizi igienici: SI; lingue straniere: NO; audioguide: NO; bookshop: SI; Bar: NO, tempo visita: 90 min.
Visite guidate: SI.
Attività didattiche per scolaresche: su prenotazione, tel. +39 11 5171660/+39 11 5171673


[exibart]

3 Commenti

  1. per Mansueto Leoni. caro lettore, ben vengano le “mostre fotocopia” come dici tu! altrimenti come farebbero le persone che per un motivo o l’altro non possono viaggiare per andare a vedersele? io andrò a vedermi la regina di Saba a Torino!

  2. Giusto… perchè non avere anche la possibilità di andare a vedere una mostra anche vicino a casa propria!?!? oppure se si era impeganti in quel determinato periodo… perchè negare una seconda chance? cosa si vorrebbe fare delle mostre concluse …buttare via tutto?

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