04 maggio 2016

Fino al 7.V.2016 CAN I STEP ON IT? Fino al 23.XII.2016 Mike Nelson Galleria Franco Noero, Torino

 

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“Can I step on it?” è il titolo della mostra collettiva ospitata negli spazi dalla galleria di Franco Noero; domanda che suscita di primo acchito grande curiosità e, al tempo stesso, appare fortemente emblematica del senso stesso di una rassegna di opere appartenenti ad artisti di generazioni differenti, ma perfettamente in grado di dialogare nel white cube della galleria. 
“Can I step on it?” è l’ipotetico interrogativo che il visitatore pone di fronte a un’opera d’arte contemporanea ‘orizzontale’, distesa sul pavimento. È una domanda che allude all’approccio del visitatore all’opera e, al tempo stesso, suggerisce l’adozione di un punto di vista inconsueto, orientando lo sguardo verso l’orizzontalità del pavimento; unico supporto, unico ‘piedistallo’ delle installazioni esposte, di contro allo sviluppo verticale delle opere oppure, banalmente, della parete come sostegno. La riflessione su questa particolare dimensione dello spazio è proposta mediante un viaggio sensoriale nel quale ogni opera sembra costituire un’ideale tappa. Il succedersi di opere che invitano a passeggiarci sopra e opere che invece negano questa possibilità segna confini e limiti, ritmando un percorso in cui il concetto di orizzontalità trova nel ‘tappeto’ la metafora per eccellenza attraverso la quale esplorare il senso della mostra. 
Can I step on it, vista della mostra, Courtesy Galleria Franco Noero, Torino
Il contorno sottile, circolare, in gesso di Circle on the floor (1968) di Ian Wilson stabilisce un senso di confine tra esterno e interno, mettendo in campo un processo mentale di presenza/assenza. La successione geometrica dei quadrati metallici dell’opera di Carl Andre, Bar 38 (1978) suggerisce un percorso di grande forza evocativa mentre l’opera Mekka Mokka (1988) di Aldo Mondino gioca ironicamente con l’assonanza del titolo e con il richiamo olfattivo al profumo intenso di caffè sprigionato dai chicchi i quali, come un mosaico pavimentale, compongono un tappeto che richiama ad altre culture, in modo analogo, in questo senso, all’opera di Alighiero Boetti, Alternando da 1 a 100 e viceversa (1993) un tappeto in lana e cotone realizzato con la partecipazione di più persone. Con il Tapis de Lecture (2012), Dominique Gonzales Foerster innesca un processo di coinvolgimento fisico e mentale, invitando il visitatore a ‘entrare’ nell’opera per leggere i libri selezionati e ritenuti particolarmente significativi dall’artista stesso, attraverso i quali intraprendere un percorso di formazione artistica personale. Il senso di precarietà e instabilità è suggerito dalla sequenza orizzontale di tubi innocenti che compongono PI (2011) di Lara Favaretto; opera che sembra escludere a priori la possibilità di essere percorsa. 
L’orizzontalità come linea di confine assurge a dimensione di confronto tra passato e presente. In questo senso l’installazione Procession, process. Progress, progression. Regression, recession. Recess, regress,(2016) di Mike Nelson commenta poeticamente il momento cruciale per la storia turca del passaggio dall’Impero Ottomano, alla formazione di uno stato moderno. Emblematico in questo senso è la scelta di impiegare delle assi tipiche delle case di legno diroccate, risalenti al XIX secolo, della città di Istanbul. L’installazione site specific realizzata dall’artista stesso, stabilisce un confronto tra elementi verticali- travi in legno appoggiate alle pareti con preciso criterio metodologico- e l’orizzontalità di una lastra di cemento distesa sul pavimento, dalla quale è possibile intravvedere l’armatura in ferro. La scansione dello spazio è determinata dal contrasto cromatico dei materiali- dalla materia viva del legno e quella inerte del cemento-e dalla disposizione degli elementi. Le travi in legno poggiano verticali contro il muro come dei resti, muti testimoni di un cambiamento che reca impresso il proprio passato. Ad uno sguardo più attento la lastra in cemento reca impressa la texture di venature e nodi del legno, quasi a voler ribadire un senso di identità la cui memoria lascia impronte nel divenire della complessa storia del popolo turco. 
Manuela Santoro
mostra visitata il 18 aprile 2016

Dal 30 marzo al 7 maggio 2016
Can I step on it?
Dal 30 marzo al 23 dicembre 2016
Mike Nelson/Procession, process. Progress, progression. Regression, recession. Recess, regress
Galleria Franco Noero
Via Mottalciata 10/B Torino
Orari: lunedì e sabato 15.00-19.00, da martedì a venerdì 11.00-19.00
info: www.franconoero.com 

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