29 ottobre 2009

fino al 10.I.2009 Francesca Woodman Siena, sms contemporanea

 
Dall’Autoritratto a tredici anni, lungo un percorso di oltre cento scatti. Una panoramica completa (seppur in spazi sacrificati) dell’opera della statunitense. Gigante della fotografia in soli ventitrè anni...

di

Francesca Woodman (Denver, 1958 – New York, 1981) era una fotografa
statunitense, nata da una coppia di artisti. Fra il 1977 a 1978 visse a Roma
per frequentare i corsi europei della Rhode Island School of Design. Qui
studiò, lavorò e conobbe diversi artisti.
Presso il Centro di arte contemporanea di Santa Maria
della Scala sono ora esposte 114 fotografie, quasi tutti autoscatti in bianco e
nero, in gran parte di piccole dimensioni. In mostra vi sono anche alcuni
video. Le sale, più che allestite, sono stipate e non danno abbastanza spazio
alla domanda
di vuoto e di tempo.
L’opera di Francesca Woodman sfugge a ogni
categorizzazione dal fiato corto. È un respiro di magia, illusione, incanto,
più qualcosa d’altro d’inesprimibile e dilatato, su cui s’inciampa. Una ricerca
di grande coerenza strutturale, un’ostinazione adolescenziale ed energetica
verso il mezzo fotografico, contro cui Woodman riversa tutta se stessa per otto
anni. Un dis-orientamento preciso, che non si sperpera mai, grazie a un
indirizzo perfetto: il suo punto di vista.
Da una parte il buco di un occhio che chiama. Dall’altra
parte la fotografa che risponde sempre, disponibile e impegnata nei suoi esercizi di
apparizione e sparizione dentro e fuori lo spazio reale. Tra i due poli
dialettici cade l’immagine, la prova di esistenza/resistenza, fissata sopra un
cartoncino nero e circoscritta da rare intrusioni didascaliche, che sviano la
visione verso ciò che volontariamente viene escluso dal bordo.
Francesca Woodman - Self portrait at thirteen - Boulder, Colorado, 1972 - stampa alla gelatina d’argento
Complice della scomparsa e consapevole dell’autoinganno,
Francesca Woodman si insegue tutta la vita, in uno spazio che è altrove. Controlla il suo sguardo come
un’anoressica del visibile. Mangia tutto con gli occhi (se stessa, le cose, gli
ambienti) e lo rigetta fuori attraverso l’immagine fotografica, dopo un
soggettivo restauro di senso, mentre racconta di disordinate geometrie
interiori.
“La mia è una vita d’acrobata tra la morte e la poesia,
sospesa, trattenuta da un filo
”, scriveva Mireille Havet, poetessa francese. Già a
tredici anni Francesca Woodman si sposa al mezzo fotografico aggrappata a un
filo, che nel suo primo autoscatto compare davanti a tutto.
La fotografia colleziona prove di vita e pezzi di corpo,
ma sovente si priva del volto dell’artista. Prove su prove, speranze e paure
vicine alle cose semplici. Sfasature (tra reale e percepito) trasferite, grazie
alla decisione di uno scatto, su conferme cartacee, rese indipendenti dal
soggetto. Indivisibili (lei, il soggetto, e il mezzo) vagano e cercano
riferimenti intorno
alla luce.
Francesca Woodman - Senza titolo - Providence, Rhode Island, 1976 - stampa alla gelatina d’argento
Insieme cercano di staccare l’ombra da terra, o staccano
il corpo da terra per lasciare un’ombra scura sotto ai piedi, meno precaria
delle altre. Si aggrappano alla porta, sopra il vuoto di un passaggio chiuso o
inseguono un’anima solida accanto alla breve e confortante immobilità degli
oggetti. Giocano a nascondino tra l’inganno e il riconoscimento di uno
specchio, o in altri luoghi di reciproca inconsistenza.

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Personale
all’American Academy

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La
videorecensione della mostra

federica bianconi
mostra visitata il 26 settembre 2009


dal 25 settembre 2009 al 10 gennaio 2010
Francesca
Woodman
a cura di Marco Pierini e Isabel Tejeda
SMS Contemporanea – Santa Maria della Scala
– Palazzo Squarcialupi
Piazza del Duomo, 1 – 53100 Siena
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4,50/3,50
Orario: tutti i giorni ore 10.30-18.30
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 0577220721; fax +39 0577224829; contemporanea@santamariadellascala.com;
www.santamariadellascala.com

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