11 giugno 2008

fino al 15.VI.2008 Giuseppe Tornatore Firenze, Mnaf

 
Il culto per la vita, gli esseri umani e gli istanti che li catturano. Scatti “indiscreti” di un regista che si diverte a giocare con il tempo. Da quello fermo e immediato della fotografia a quello lungo e narrativo del cinema...

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Una biografia per immagini. O, meglio, una biografia fatta di feedback oculari. La prima antologica dell’opera fotografica del regista Giuseppe Tornatore (Bagheria, Palermo, 1956) si presenta come un vero e proprio archivio di volti, oltre cento scatti rubati osservando e studiando le persone; per capirle, “fino a prevederne le azioni o, addirittura, a condizionarle”. Forte è la sensazione di passare continuamente da due modelli narrativi differenti; l’esperienza di fotografo sembra prima preparare, poi presagire, quella che sarà l’esperienza cinematografica dell’autore. I racconti contenuti in ogni immagine rivelano l’intera sequenza di fotogrammi che racconta la storia di un uomo.
Nella prima parte della mostra, una raccolta di stampe testimonia una passione cominciata presto, a dieci anni, con una Rolleicord e la Sicilia. È nella stessa Bagheria di Renato Gattuso che Tornatore comincia a interessarsi di fotografia; una cittadina che egli stesso ammette di rivedere trasfigurata ogni volta che, in qualsiasi parte del mondo si trovi, si affacci alla macchina fotografica. Sono i suo contadini, con “L’Unita” arrotolata nelle tasche, le comunelle strette in piazza, i fotoromanzi nelle edicole e i cartelloni del cinematografo appesi a fare da cornice a una Sicilia che si appresta a cambiare.
La stessa Sicilia raccontata nuovamente dal regista, una volta abbandonato l’istante fotografico per l’incessante scorrere della narrazione cinematografica, in un passaggio “naturale”. L’interesse si concentra particolarmente sullo sguardo del soggetto e sulla postura che sempre indicano l’imminenza di un movimento, di un’azione. Benché completo in se stesso, lo scatto presagisce una scena in divenire.
Giuseppe Tornatore - Bagheria - 1970
Le inquadrature fanno pensare a un punto di osservazione nascosto, molti soggetti sono ripresi in una evidente inconsapevolezza, lo stesso regista racconta di essersi più volte trovato ad aspettare paziente e in disparte che questi commettessero un atto particolare. Una miriade di racconti brevi che completa l’antologia di una terra e di un popolo.
La seconda selezione in mostra è di produzione postuma al grande successo che ha avuto il regista nel cinema. L’obiettivo si sposta fuori da Bagheria, per scoprire il mondo: Tokio, Pechino, New York, Sud Africa, Marocco, fino al viaggio esclusivamente a scopo fotografico, commissionatogli da Italgas, a Novij Urengoi in Siberia nel ‘99. Ancora immagini di uomini in convivenza con l’ambiente che li circonda e li condiziona, i soggetti cominciano a guardare in camera, gli sguardi sono più consapevoli, non sono raccontati dall’immagine quanto sono essi stessi che raccontano quest’ultima. Ogni scenario immortala un angolo diverso e lontano del mondo, come ogni sguardo racconta la parte di una storia simile, comune.
Giuseppe Tornatore - Pechino - 2007
S’intreccia su differenti livelli narrativi, invece, la selezione di foto scattate sui set. Da La leggenda del pianista sull’oceano del ‘96 all’appena terminato Baaria (2008), dove il soggetto del film lascia spazio agli individui reali che creano il contesto del primo, spostando l’occhio repentinamente dalla finzione alla tecnica cinematografica come attraverso una rotazione, il cui perno è rappresentato dalla macchina fotografica.

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valentina bartarelli
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dal 13 aprile al 15 giugno 2008
Giuseppe Tornatore – Indiscrezioni
a cura di Giuseppe Tornatore e Monica Maffioli
MNAF – Museo Nazionale Alinari della Fotografia
Piazza Santa Maria Novella, 14/ar – 50123 Firenze
Orario: da giovedì a martedì ore 9.30-19.30; sabato fino alle ore 23.30
Ingresso: intero € 9; ridotto € 7,50
Catalogo Fratelli Alinari
Info: tel. +39 055216310; fax +39 0552646990; mnaf@alinari.it; www.alinarifondazione.it

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