11 maggio 2004

fino al 19.VI.2004 Disfarmer – i ritratti di Heber Springs 1939–46 Firenze, SpazioFoto Credito Artigiano

 
Uno spaccato della società americana nei difficili anni della Grande Crisi attraverso l’occhio e l’obiettivo di Disfarmer. Tanti i protagonisti ritratti, tutti in rigoroso bianco e nero. Nella America rurale di inizio secolo…

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Fieri e sicuri di sé. Guardano diritti in macchina, senza mostrare la incertezze. Almeno in apparenza. Sono i protagonisti degli scatti di Disfarmer (1888-1959) realizzati nell’America rurale degli anni Trenta e Quaranta. Fattori, madri, infermiere, soldati, scolari e gruppi familiari. Mariti e mogli, sorelle, amici o compagni di avventure. Singoli, a coppie, abbracciati, in piedi o seduti. Ma per tutti quanti il farsi fotografare in uno studio come quello di Disfarmer era un atto importante.
Fin dagli inizi della sua attività, il fotografo venne riconosciuto dai concittadini come un individuo eccentrico ed originale: farsi ritrarre da lui rappresentava un privilegio. Era Disfarmer uno dei molti proprietari di piccoli studi fotografici attivi i quei tempi negli Stati Uniti. Vide in Heber Springs la cittadina in grado di ospitare la sua ‘officina fotografica’, situata nella Main Street. Nato come Mike Meyers da una famiglia di immigrati tedeschi, Disfarmer rifiutò presto il mondo agricolo dell’Arkansas in cui era cresciuto. Decise così di esprimere il proprio malcontento cambiando il proprio nome in Disfarmer, non sentendosi come membro della famiglia né come un farmer, un fattore.
Ma i personaggi che popolano i suoi scatti sono persone ordinarie, con le quali il fotografo legò in breve tempo uno stretto rapporto. Lo si vede dalla complicità di sguardi, dagli abiti della domenica indossati appositamente per l’incontro nello studio, dalla partecipazione emotiva.
Nella maggior parte dei casi Disfarmer ha ricreato situazioni di vita e relazione familiare. Nei suoi ritratti le donne si mostrano vanitosamente serene, gli uomini compiaciuti, ma senza darlo a vedere. I bambini si trattengono dal voler scappar via per tornare ai propri giochi. Poi ci sono gli anziani: l’ex- Meyer presenta la vecchiaia senza timori, senza alcuna sorta di filtro. I volti sono segnati dal forte sole dell’Arkansas, dal lavoro, dalla fatica. Tutto appare più autentico, vero. Non ci sono trucchi o stratagemmi. Solo la fotografia allo stato puro.
DisfarmerLe fotografie sono tutte in bianco e nero, dai contrasti perfetti, esemplari di una tecnica di altissimo livello. Dopo la morte di Disfarmer nel 1959, Joe Albright, ingegnere in pensione, comprò lo studio del fotografo con una gradita sorpresa: vi trovò ben 3000 negativi su lastra di vetro, che conservò pazientemente aspettando l’occasione più adatta. Adesso la società americana, a cavallo fra la Grande Crisi e la Seconda Guerra Mondiale e ritratta da Disfarmer, occupa i musei più importanti del mondo, come l’Arkansas Art Center o il MoMa, il Metropolitan Museum e il Center Photography di New York.

marta casati
mostra visitata il 28 aprile 2004


Disfarmer: i ritratti di Heber Springs 1939-1946 – Disfarmer
24 aprile – 19 giugno
SpazioFoto Credito Artigiano
Via de’ Boni, 1 angolo Piazza S. Maria Maggiore
Firenze
Ingresso libero
Orario: martedì e sabato ore 10-13
mercoledì, giovedì e venerdì ore 14-19
domenica e lunedì chiuso
Informazioni: Irma Bianchi Comunicazione
Tel. 02.89400732 – 02.89404694
info@irmabianchi.it


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