30 novembre 2010

fino al 23.I.2011 Michelangelo Pistoletto Firenze, Palazzo Strozzi

 
Il messaggio degli artisti sta negli occhi di chi guarda? Allora Pistoletto ha fatto suo e introiettato il concetto. Al punto che la sua installazione può diventarne manifesto...

di

Basta entrare dentro nell’installazione fiorentina per comprendere come per Michelangelo
Pistoletto
(Biella, 1933) l’opera d’arte divenga tale solo con
il contributo del visitatore.

V’è l’Uno, Nessuno e Centomila di pirandelliana memoria nel Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante. Così,
nel contesto
della collettiva Ritratti del Potere alla Strozzina, l’installazione site specific di Pistoletto dialoga perfettamente con
la tematica proposta.

L’artista piemontese, che dagli
anni ’50 espresse interesse per la ricerca sull’autoritratto e che venne
folgorato da Piero della Francesca, comprende
che luce e immagini, convergenza tra astrazione e figurazione, faranno parte
del suo percorso creativo. Si snoda
così una vita di ricerca attraverso l’Arte Povera negli anni ’60 e ’70; la svolta del 1978 con la Divisione e moltiplicazione
dello specchio.
Dopo il 2004 si apre la fase denominata Terzo Paradiso, che giunge fino a oggi.

Lo stesso titolo, Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante, celebra la complessità dell’opera, composta da
una struttura cubica ricoperta esternamente da lastre d’acciaio e rivestita di
specchi all’interno. Al centro è collocato il Metrocubo d’Infinito, opera realizzata nel 1966, anch’essa costituita
da superfici specchianti.

Michelangelo Pistoletto - Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante - 2010
All’interno dell’installazione si
squarciano tutte le certezze e si avvia una simbolica riflessione
sull’esistenza. Un’autoanalisi da cui emergono gli altri come entità diverse da
sé. Si visualizza lo sbriciolamento del reale da univoco (uno) a poliedrico
(centomila) e il tutto sfocia nell’incommensurabile che può essere il tutto o
il nulla.

Se la fortuna assiste il
visitatore, facendolo ritrovare in solitudine all’interno del cubo, subisce un
effetto di vertigine. Vede se stesso scomporsi in miriadi di immagini identiche
nella forma. Un
replicante
, quasi fantoccio di se stesso. La propagazione della propria immagine
dà enfasi al fenomeno e lo spettatore si aggira destabilizzato. Si consuma la
scomposizione, se non la distruzione dell’Io.

La realtà, all’interno del Metrocubo
d’Infinito
, scompare per lasciar spazio
all’immaginario e al sogno. Qui ci si centuplica. Volta per volta il fenomeno
cambia. Non esiste verità assoluta di conoscenza, non esistono principi logici
immutabili nel tempo e nello spazio.

Michelangelo Pistoletto - Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante - 2010 - interno dell’installazione
Uscendo,
il visitatore si ritrova nello splendido cortile rinascimentale di Palazzo
Strozzi. In una fase da sindrome di Stendhal, dove confusione e vertigini
ancora si susseguono, cerca una via di fuga dai centomila uguali a sé
riprodotti nel Cubo. Cerca un ritorno
al tangibile con la consapevolezza di
aver
partecipato a un evento fuori
dal comune, ed esser “
giunto a
quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle
arti
” (Stendhal).

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dal 30 settembre 2010 al 23 gennaio 2011

Michelangelo Pistoletto – Grande cubo specchiante.
Luogo di riflessione e meditazione

Fondazione
Palazzo Strozzi – Cortile

Piazza degli Strozzi, 1 – 50123 Firenze

Orario: tutti i giorni ore 9-20; giovedì ore 9-23

Ingresso libero

Info: tel. +39 0552776461; fax +39 0552646560; info@fondazionepalazzostrozzi.it;
www.strozzina.org

[exibart]

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