29 ottobre 2002

fino al 24.XI.2002 Entr’Acte Firenze, Palazzo Strozzi

 
Va in scena il primo atto di una nuova tradizione: Entr’Acte. La mostra-pilota di Massimo Barzagli e Marco Cingolani apre la strada ai futuri appuntamenti e Palazzo Strozzi si aprirà all'arte di oggi. Grazie ad un'idea di Sergio Risaliti...

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Accadeva negli anni Cinquanta. Torna a succedere oggi. Artisti viventi espongono a Palazzo Strozzi, sede del Gabinetto Viesseux e dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Un edificio che non solo è Storia, ma accoglie anche istituzioni storiche. Entr’Acte è l’eccezione; ci auguriamo diventi regola. Surrealtà? Forse . Di sicuro nel titolo, preso in prestito dal film surrealista di Renè Clair. Lo abbiamo visto proiettato sui muri del cortile del Cronaca la sera dell’inaugurazione, tra le note di un lucido pianoforte a coda.
BarzagliLe stesse note hanno accompagnato i visitatori attraverso le sale del primo piano, tra le opere di Massimo Barzagli e Marco Cingolani. L’anello di stanze intorno alla corte si divide in due. Da una parte le suggestive impronte dell’artista toscano, allestite con coerenza ed eleganza. Dall’altra l’esuberanza dei colori del pittore di Como, mescolati in un percorso più confuso. La loro unione in un unico contesto funziona per contrasto.
The History of the Heart, ci mostra un Massimo Barzagli attentissimo al rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione. O meglio, la sua impronta. L’artista dipinge corpi di animali e piante; stende la tela sull’oggetto, come una sindone, per ottenere un’impressione. Poi torna a dipingere sulle tracce di colore. Con le mani.
Su grandi pannelli si ripetono le forme evanescenti di animali e fiori. Accanto, i corpi reali. Vivi. L’allestimento e le luci imbastiscono ambientazioni ideali, che ricreano atmosfere marine o da selva, a seconda del tema delle opere esposte.
CingolaniMeno sapiente Bang Bang, l’esposizione delle tele di Marco Cingolani . Quadri di fasi diverse si affiancano nella stessa sala. Cingolani si è impegnato, sin dagli anni Ottanta, ad affermare il diritto di cittadinanza della pittura. L’ha immersa nella realtà politico sociale, con le Interviste. Grandi facce grottesche si stringono intorno ad personaggi centrali. Senso di oppressione. Omaggio a Bosch, Dürer ed Ensor. Più tardi, ne ha valorizzato le potenzialità visionarie. Colori intensi strutturano spazi surreali, in cui abitano personaggi sottili, costruiti di grafismi.
Nel contrasto evidente, una cosa accomuna Barzagli e Cingolani. Il continuo riferimento alla storia figurativa ed iconografica del passato. Scevro però di citazionismi transavanguardistici.

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silvia bottinelli
mostra vista il 26 ottobre 2002


Entr’Acte, un progetto di Sergio Risaliti
Esposizione di Marco Cingolani e Massimo Barzagli, a cura di Sergio Risaliti
Palazzo Strozzi (zona piazza della Repubblica), Firenze
27 ottobre- 24 novembre 2002
tutti i giorni dalle 10 alle 19
info: 055 2645155; www.firenzemostre.com
ufficio stampa Rosi Fontana


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18 Commenti

  1. a me l’unione sembra un bel pasticcio…ma diabolico il risaliti che è riuscito a risalire allo spazio pubblico fiorentino e vuole estendere le sue lunghe mire….

  2. Grazie Andrea. Chi sei? Forse hai visto la mostra di Torino, alla Promotrice, dove erano esposti veramente tanti quadri, ma anche questa merita sia per il posto, che per gli ultimissimi lavori che ho terminato lì, qualche ora prima dell’inaugurazione. Soprattutto qyello grande 280x560cm, intitolato “S.Francesco predica ai colori”, naturalmente freschi. E’ una mostra divertente e importante. Presenta con leggerezza la certezza che la pittura, sia per me che per Barzagli, non è un mezzo tra gli altri, ma lo scopo.
    P.S. All’inaugurazione c’erano più di tremila persone, che paura!

  3. Caro Flos, perchè dici che l’unione della mostra è un bel pasticcio?. Preferisci forse le mostre dove tutti copiano tutti? Qui ci sono due individualità ben precise, sia formali che culturali, che presentano il risultato di dieci e passa anni di lavoro.
    Potrebbero non piocerti, ma questa è un’altra storia. Artisti diversi, molto diversi, ma con un’identica necessità. Cercare di cambiare la pittura.
    Sei sale a testa ,divise da un muro, da attraversare con grazia e leggerezza.
    Ciao,da Marco Cingolani

  4. Caro Seee, avere le conoscenze giuste è il minimo sindacale per riuscire a fare qualcosa di importante. Ma cone si sà non bastano quelle. Sergio Risaliti in questi anni ha dimostrato molto ma non basta ancora, non basta mai, per fortuna. Vale per i pittori come per i curatori. Dovrebbe valeren anche con i visitatori che spesso non riescono a superare la stato di banalità accentuata.
    Risentiamoci, Marco

  5. Funziona! E’ una meraviglia, basta che scrivere e imbustare! Però ho visto degli errori di battitura che correggerò, purtroppo solo nei prossimi testini ini ini.
    Cingolani

  6. questo Cingolani si esprime nello stasso modo con le parole e con i pennelli…
    e non dico altro!
    Bravissimo Barzagli, ma che ci fai accanto a quell’imbrattatele?

  7. caro Cingolani, io ho fatto solo un errore di battititura, puramente accidentale e dovuto a distrazione. Tu hai fatto un errore di scelta, deliberato e dovuto a presunzione: quello di fare l’imbrattatele quando ci sono tanti imbianchini in cerca di apprendisti!

  8. Nella vita l’importante è riuscire ad esprimersi, a farsi capire ed in mille modi diversi!quindi un bravi ad entrambi!!!Però…una domanda a Cingolani,ma le opere dove hai usato animali per impressionare le tue tele erano animali vivi?

  9. La mostra, anzi…le mostre mi son piaciute molto, complimenti! ma gli animali usati da Marco Cingolani per impressionare le tele erano vivi o morti?

  10. cari amici lettori,
    non è che vi siete distratti? io credo di ricordare che gli “animali” siano nei lavori di Massimo Barzagli… o no?

  11. Entro a Palazzo Strozzi, che meraviglia! Mi trovo immediatamente immerso nel lavoro di Barzagli, che non conoscevo, e mi perdo in pura poesia. E’ vero che le impronte non sono certo una novità nel mondo dell’arte, ma è anche vero che nell’arte conta la qualità e non l’originalità. Avrei avuto voglia mettermi in casa alcuni lavori, anche quelli sulla pioggia così semplici, delicati, pieni di anima. Poi, purtroppo, ho ricevuto un colpo allo stomaco. Le stanze seguenti erano stracolme di informi personaggi immersi in densi e insignificanti strati di colore. Sono uscito con un gran senso di nausea. Capisco che sta tornando la pittura, e che i curatori dovranno pur scegliere qualcosa di vendibile per accontantare il mercato, però…

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