12 febbraio 2004

fino al 27.III.2004 Martino Marangoni – Ozymandias Firenze, SpazioFoto

 
Una riflessione sul destino degli uomini. In forma di fotografia. Immagini come un taccuino di viaggio, nomade attraverso cinque continenti. Marangoni si fa inventore di spazi, fisici e percettivi…

di

Nient’altro resta. Attorno alle rovine / di quell’enorme relitto, le nude e sconfinate / sabbie deserte e piatte si stendono lontano. Martino Marangoni parafrasa i versi di Percy Bysshe Shelley traendone la traccia e il titolo per la sua mostra: Ozymandias.
Le fotografie esposte (50×60 e 40×50) scorrono sullMartino Marangoni – Ozymandias e pareti come gli stralci di un taccuino di viaggio. Un percorso ondivago che nell’arco degli ultimi cinque anni ha portato Marangoni in giro attraverso quattro continenti, ora tra le rovine di culture scomparse –Roma, Petra, Luxor- ora su scenari che suggeriscono l’inattesa fragilità della civiltà contemporanea.
Ozymandias è una riflessione sul destino degli uomini e dei monumenti che questi elevano perché siano più duraturi del cielo. Fotografie in bianco e nero e a colori si riflettono le une nelle altre in un moto circolare che propone presente e passato come qualità puramente accidentali di una sorte che non esclude nessuno. L’apparente romanticismo del goethiano viaggiatore tra le rovine si trasforma in una consapevolezza lucida e irriverente che appartiene, per necessità, all’uomo del nostro tempo.
L’occhio dell’osservatore contemporaneo, infatti, trascura gli scorci monumentali e iMartino Marangoni – Ozymandias tagli drammatici e rivolge l’obiettivo su dettagli che evocano, in modo più complesso, il senso di decadenza. La gestualità dei manager newyorkesi che sostano intorno al cantiere di ground zero (così simile, poi, alle rovine di Dandara, in Egitto) si contrappone alla fissità dei frammenti sparsi sul suolo di siti archeologici. Il centro percettivo di ogni scatto è una pozza di ombra, materica e densa come in un dipinto barocco, che collega mondi distanti e evidenzia il punto di contatto tra civiltà che sorgono, e si dissolvono, tutte sotto lo stesso sole.
Marangoni astrae il momento storico al quale appartengono gli scenari delle fotografie e opera una sintesi, che è allo stesso tempo narrativa e concettuale, in cui reinventa la tradizione della rappresentazione del paesaggio. Come evidenzia Christian Caujoulle nel saggio in catalogo, Marangoni è un inventore di spazi, spazi fisici e luoghi del tempo che contengono la fluidità della percezione, ancora mobile tra il bianco e nero dei contrasti, viva grazie una memoria che va oltre la trascrizione del dato visivo.

pietro gaglianò
mostra vista il 30 gennaio 2004


fino al 27.III.2004
Martino Marangoni – Ozymandias
A cura di Nicoletta Leonardi
Firenze, SpazioFoto, Credito Artigiano, via dei Boni 1 (piazza Strozzi)
Martedì e sabato 10-13/14-19, mercoledì, giovedì e venerdì 14-19
Ingresso libero
Catalogo Polistampa € 18.00
Informazioni 055 284691


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