23 novembre 2010

fino all’11.XII.2010 Thomas Ruff Prato, sedi varie

 
L’arte torna nei luoghi del potere. E poi archivi e biblioteche, spazi della memoria collettiva. Sbarca a Prato un grande fotografo, esponente di punta della scuola di Düsseldorf...

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Un tempo erano chiese, palazzi, corti: luoghi dell’ufficialità politica e religiosa. Oggi è dentro spazi deputati – musei, gallerie, fondazioni – che l’arte trova la sua naturale collocazione.
Il progetto di Pier Luigi Tazzi, che vede protagonista Thomas Ruff (Zell am Harmersbach, 1958; vive a Düsseldorf), prova a fare un passo indietro, puntando a una temporanea riappropriazione degli spazi del potere. Straordinariamente armonico il risultato: le fotografie, ben lungi dal sembrare oggetti alieni, comparsi per un qualche stonato sortilegio, è come se fossero sempre state là, tra quei divanetti in pelle e le scrivanie, tra i faldoni, gli scaffali e le cassettiere, in mezzo agli studenti curvi su libri e pc, agli assessori in riunione, alle segretarie con le loro scartoffie e ai cittadini in transito fra stanze, salottini e scale.
Il percorso include anche due tipici art-space: l’Associazione Dryphoto, in cui è raccolta una rassegna di pubblicazioni sull’artista, e lo spazio comunale Alberto Moretti di Carmignano.
Cuore del progetto è Palazzo Buonamici, sede della Provincia di Prato. Qui prevalgono soggetti prossimi all’astrazione, alla perdita dei contorni: gli scatti, provenienti da celebri serie, si integrano come presenze neutre con gli antichi affreschi allegorici e gli arredi dal design lineare e asciutto. Sono opere che funzionano come finestre magiche, aperte su un immateriale “mindscape”. Così, una veduta delle Torri gemelle, sgranata in macroscopici pixel, è accostata a un nudo erotico recuperato sul web e diluito in una sfocatura morbida, sensuale. Il riferimento è a quella tensione pornografica che spesso fonda e sfonda l’immagine mediatica. E poi, il nero siderale di un lembo di cielo ripreso da un osservatorio astronomico; le forme liquide in cui si spalmano psichedelici frammenti di manga; le non-fotografie che documentano i rilievi effettuati da una sonda spaziale Nasa.

Tutta la ricerca di Ruff ruota intorno al problema dello statuto dell’immagine fotografica e al rapporto tra realtà, osservatore e oggetto inquadrato, immortalato, alterato, contemplato, riconosciuto o travisato.
Prevale il tema dell’elenco e dell’archivio negli spazi che ospitano biblioteche e centri di documentazione: dall’istituzione come luogo del potere all’istituzione come dimora del sapere. Due enormi “portraits” dominano l’ingresso dell’affollata Biblioteca Lazzerini di Prato. Volti più veri del vero, assoluti, luminosi, sospesi. Talmente puri da raggiungere la pienezza e la nitidezza dell’idea. Si connettono all’identità dell’ex edificio industriale le foto tratte da cataloghi di macchinari industriali d’epoca. Le modificazioni cromatiche dei negativi originali creano un’inquietante evocazione bellica: il tornio è quasi un cannone, le seghe elettriche fanno il verso a un piccolo esercito compatto.

Ancora volti presso la Biblioteca di Montemurlo, ospitata nella settecentesca Villa Giamari. Una serie di facce in bianco e nero, ottenute tramite impercettibili sovrapposizioni, guardano al di là delle vetrate, congelate nella fissità dei primi piani stretti, frontali, eppure infinitamente ambigui.
Realtà e rappresentazione, immaginazione e documentazione, verità dell’icona e incertezza del dato. Dove stanno lo scarto e il punto d’equilibrio?

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dal 16 ottobre all’undici dicembre 2010
Thomas Ruff – Prato 16.10-11.12/2010

a cura di Pier Luigi Tazzi
Sedi varie – 59100 Prato
Ingresso libero
Info: tel.
+39 0574604939; info@dryphoto.it; www.dryphoto.it

[exibart]

1 commento

  1. Assurdità! Mostra finanziata dal potere e dentro il potere. Dov’e’ la libertà dell’artista? Nella rappresentazione che è stata resa impotente, proprio dal potere che si vuole condannare. Oggi, l’arte si presenta morta fin dalla nascita.

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