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23
settembre 2015
Fino al 30.IX.2015 Be – diversity MUSE – Museo delle scienze di Trento , Trento
trento bolzano
di Sara Candidi
In un momento storico di riflessioni profonde sul futuro del nostro pianeta anche l’arte si interroga e partecipa al dibattito ponendosi in dialogo con la scienza ed affrontando attivamente temi come la biodiversità, la sostenibilità e il futuro del mondo. Stefano Cagol, affermato artista contemporaneo, per la prima volta in veste di curatore, ha presentato nella sala espositiva del secondo piano del Muse, Museo delle Scienze di Trento, la mostra Be-diversity, voluta storpiatura del termine biodiversity, che pone l’accento sulla dimensione dell’essere e del sé: un’assunzione di responsabilità nei confronti di tematiche e di avvenimenti di cui noi tutti siamo responsabili con i nostri comportamenti quotidiani. “Be-diversity” è un neologismo coniato dallo stesso Cagol che a riguardo afferma: “Be-diversity è un termine iconico che sostituisce la parola bio nel composto biodiversità con ‘be’, essere, aprendo a molteplici letture. Nel progetto ho scelto di presentare opere importanti di colleghi artisti che ho incontrato sul mio percorso. Di immediata lettura, sono metaforiche e con minimi spostamenti di significato aprono a più approfonditi spunti di riflessione sul presente e il nostro futuro, componendo un esteso mosaico. Arte non fine a se stessa, ma capace di dare il suo contributo al dibattito attuale”.
La mostra, quasi documentaristica, presenta pochi ma ben chiari spunti. La sala espositiva è stata suddivisa in piccole micro aree e in ognuna si affronta nel dettaglio una problematica differente, parte del dibattito globale sulla biodiversità. Lungo le pareti divisorie dati e numeri relativi ai consumi mondiali e alle percentuali di malnutrizione accompagnano le opere in mostra: 2 installazioni, una fotografia e 4 video. Wim Delvoye (Belgio, 1965), Christian Jankowaski (Germania, 1968), Khaled Ramadan (Beirut, 1965), Oliver Ressler (Austria, 1970), Avelino Sala (Spagna, 1972), Åsa Sonjasdotter (Svezia, 1966), Giancarlo Norese (Liguria, 1963) sono i sette artisti internazionali in mostra.
Nonostante l’impegno socio – culturale e la serietà dell’argomento trattato, non manca per fortuna, l’ironia, elemento principe nel video The Hunt del tedesco Jankowaski, che documenta una performance in cui lo stesso artista entra in un negozio per (letteralmente) procacciarsi con arco e frecce il cibo e pagare poi alla cassa il bottino di caccia: una simpatica e cinica riflessione sulla condizione della sopravvivenza umana attuale dove tutto è fatto e finito, pronto per essere consumato senza alcuno sforzo per procurarsi il pasto.
Sulla stessa lunghezza d’onda ma con un tono più dissacrante, la discussa installazione di Wim Delvoye, Cloaca Feces: veri escrementi imbustati, classificati ed esposti, prodotti del macchinario Cloaca, inventato dallo stesso Delvoye, per riprodurre le funzioni di un vero apparato digerente ed espellere reali feci, truce metafora dell’odierno e smisurato consumo alimentare.
Molto interessante anche l’installazione dello svedese Åsa Sonjasdotter, The order of potatoes, progetto vincitore del premio COAL per l’arte ambientale nel 2014: nel giardino del MUSE e all’interno dello spazio espositivo Sonjasdotter presenta una coltivazione di 5 varietà storiche di patate proibite al commercio dall’Unione Europea perché in via di estinzione. L’opera riflette sulla storia della diffusione di queste varietà e sui sistemi governativi che ne hanno regolato la coltivazione nel tempo fino all’attuale proibizione. La mostra di Cagol non è fine a sé stessa ma si pone anche come piattaforma per stimolare il dibattito sui temi trattati nella mostra attraverso incontri organizzati durante tutta la durata della mostra. L’arte non è mai inutile quando in grado di suscitare anche la minima riflessione.
Il finissage della mostra Be- Diversity si terrà il 25 settembre in occasione della Notte Europea dei Ricercatori. Alle 17.00 Stefano Cagol accompagnerà gli spettatori in una visita guidata, quindi l’artista e
curatore raccoglierà, cuocerà e condividerà con il pubblico le patate “illegali”, non iscritte nei registri europei per la commercializzazione e minacciate di estinzione, coltivate al MUSE durante la mostra e parte dell’installazione “The order of patatoes” dell’artista svedese Asa Sonjasdotter.
Sara Candidi
mostra visitata il 17 luglio 2015
Dal 18 luglio al 30 settembre 2015
Be – diversity
MUSE – Museo delle scienze di Trento
Corso del lavoro e della scienza, 3 – 38122, Trento
Orario: da martedì a venerdì ore 10-18 sabato, domenica e festivi ore 10-19
Info: tel. 0461 270311; museinfo@muse.it; www.muse.it