28 febbraio 2007

fino al 6.V.2007 Magic Line Bolzano, Museion

 
Un omaggio alla linea come base del fare arte. In un percorso a ritroso che parte dagli anni Ottanta per arrivare alla forza generatrice della scrittura surrealista. Con due progetti inediti. La magia di una successione di punti...

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L’oggetto d’indagine è la linea, come indica con precisione il titolo. È lei la protagonista, ma le opere selezionate dal curatore Andreas Hapkemayer costituiscono più che altro un omaggio al tema scelto, piuttosto che un percorso esaustivo. Percorso che del resto sarebbe impossibile: la linea è infatti alla base della storia dell’arte, della scrittura e di qualunque segno, da quello primitivo a quello postmediale. Si tratta di un concetto astratto, una somma infinita di punti, ma la sua percezione è alla portata di tutti e scaturisce dal semplice gesto del tracciare. Ed è da questo tracciare che l’arte attinge la sua energia espressiva. In particolare, nell’approfondimento del curatore si parla della triplice componente funzionale della linea: di disegno, di gesto e di scrittura. Sono queste tre funzioni l’asse di lettura della mostra e delle opere degli artisti.
Il percorso è a ritroso: parte da autori degli anni Ottanta e Settanta come Joseph Beuys, Hanne Darboven, Gastone Novelli, Cy Twombly e Otto Zitko, fino ad arrivare all’ esperienza pittorica del Surrealismo degli anni Venti, incentrata sulla figura di André Masson, di cui sono esposte ben sedici opere, un’intera sala. Masson e la sua esperienza surrealista sono visti come perno centrale e di transito per tutte le esperienza artistiche del Novecento, avanguardia operativa nei confronti del potenziale artistico della linea.
Se molte mostre attingono ad esperienze artistiche occidentali ormai codificate e storicizzate, un’interessante apertura alla contemporaneità si manifesta nella volontà di confrontarsi con artisti originari del mondo islamico e orientale. Il loro è uno sguardo proprio per questo “distanziato”, ma che comunque riporta, attraverso le opere, l’influenza del segno originario, manifestato nella scrittura araba e nella calligrafia cinese. Da Kutlug Ataman a Shirin Neshat, da Mona Hatoum per arrivare al cinese Chen Zatyan. Si tratta di opere strettamente Shirin Neshat, Speechless, 1996, 143 x 107 cm, stampa ai sali d’argento e inchiostro connesse con il segno della scrittura, con le calligrafie orizzontali e verticali, capaci di trasmettere il senso della linearità insito nelle diverse culture.
Non è la prima volta che Museion presenta al pubblico lavori realizzati appositamente per l’occasione. In questo caso due sono le opere inedite: quelle di Otto Zitko e di Joseph Grigley. Se il primo si rifà ad una sorta di disegno automatico e traccia con il suo pennello una “linea dinamica” che percorre tutte le pareti della stanza, senza un inizio e una fine visibile, il secondo, nella sua condizione di sordità, propone una “sua” comunicazione in forma scritta, trasferita su cento foglietti scritti a mano e appesi alla parete. Il contenuto di questi foglietti non ha un riferimento concatenato, è proposto come semplice frammento comunicativo, isolato da un contesto generale.
Non potevano mancare, in questa ricognizione, Gastone Novelli, presente con tre lavori importanti, e Cy Twombly, che con le sue opere occupa una sala. Sia in Novelli che in Twombly coesistono scrittura, disegno e astrazione lineare, fondamentali per la comprensione della linea come segno magico, primitivo e originario.

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claudio cucco
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dal 26 gennaio al 29 aprile 2007 – Magic Line
a cura di Andreas Hapkemeyer
Museion, Museo d’arte moderna e contemporanea , Via Sernesi 1 – 39100 Bolzano – Tel 0039 0471 051044 – fax Tel 0039 0471 312460
Mar – Dom 10-18 – Gio 10-20 Lun e festivi infrasettimanali chiuso
Ingresso intero 3,50 €; ridotto 2,00 € – www.museion.it
info@museion.it –  Catalogo Charta in italiano/tedesco/inglese, 29 €


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