21 dicembre 2004

fino al 8.V.2005 Il Bello e le bestie Rovereto, Mart

 
Mostri e mutazioni. Favole e animali, possibili o meno. Freaks ed ironia spietata. Un bestiario… dell’arte in mostra. Un percorso attraverso i secoli, che accosta Arcimboldi ad Ontani, Jeff Koons a Develaux. E via citando, lungo un’imagerie fantastica. Ma siamo uomini o animali?

di

La realtà non sembra lasciare scampo alle nostre velleità umane: in noi convivono gli istinti più disparati e più brutali. Siamo un coacervo di carne, sapientemente mascherato dalla civilizzazione, in cui l’animale abita, in dissidio continuo con il corpo che lo addomestica. E’ questa la tesi, provocatoria e conturbante, del nuovo allestimento del Mart. E realizzando una mostra inedita e raffinata il polo trentino anche questa volta ha fatto centro.
Il visitatore è accolto da NapoLeonCentAurOntano, strepitosa ceramica dipinta di grandi dimensioni di Luigi Ontani, in cui l’artista si ritrae come un centauro, con zampe di diversi animali, vestito da Napoleone con tanto di seno e decorazioni militari. E’ poi la scelta, non ovvia, di organizzare le opere per temi ed evitare così la pedante cronologia da museo, a rivelarsi intelligente sin dalla prima sezione (L’assoluto naturale: la violenza, la sessualità): gli oli di Arnold Böcklin dedicati ai centauri e Lotta di fauni di Franz von Stuck sono esposti accanto ad alcuni bronzetti romani, prestati dal Museo Archeologico di Verona, e con lo sconcio Calamaio con coppia di Satiri attribuito a Desiderio da Firenze; e ancora, i Trittici d’après Von Stuck di Ontani affiancati ai modelli originali dell’artista tedesco.
La mostra continua poi con Pablo Picasso, di cui sono esposte delle litografie, e delle acqueforti tra cui spicca Il riposo dello scultore davanti ad un centauro ed una donna, varie opere grafiche di Max Klinger, e due sorprendenti collage sulla sfinge di Vettor Pisani e George Grosz.
Frida Khalo Il piccolo cervo 1946 olio su tela cm 22,4 x 30
La sezione dedicata alle Sirene e alle Meduse si apre con Il mostro marino, acquaforte di Albrecht Dürer e presenta una toccante Sirena sotto la luce della luna di Paul Delvaux ed un diabolico Sirena Gnomo di Jeff Koons. Una lucente Testa di Medusa, ceramica di Lucio Fontana si contrappone all’omonima terracotta di Arturo Martini, mentre Fernand Khnopff la rappresenta come una cortigiana infida ed ammaliatrice.
E l’interazione tra uomo e bestia è sottolineata nella sezione dedicata alla mutazione, alla mostruosità: il rinascimentale ritratto di bambina pelosa di Lavinia Fontana fa pendant al recentissimo Louise di Aspassio Haronitaki e alle altre fotografie manipolate di Daniel Lee e di Wanda Wulz. Ma è attorno a Francis Bacon che la mostra trova il suo cuore: non solo le tele dell’artista inglese, ma anche l’inquietante ed irriverente (auto)ritratto di Matthew Barney (scelto come locandina della mostra) e ancora Alberto Savinio, René Magritte, e due autorappresentazioni sotto forma di cervi di Kiki Smith e Frida Kahlo.
Keith Haring Senza titolo 1983 Inchiostro su cartone cm 106x128
Nella sezione video la fanno da padroni Joseph Beuys e Marina Abramovic (che si lascia accarezzare da vari serpenti aggrovigliati sul capo, sfidando paure millenarie) con due performances, rispettivamente del ‘74 e del ’92, dedicate all’avvicinamento di uomo ed animale.
Poi, di fronte alle Virtù del fornaio di Mimmo Paladino, dopo un bronzo ispirato al Flauto Magico di Sandro Chia e l’Uccellatore di Arcimboldo realizzato con un virtuosistico florilegio avicolo, non poteva mancare la gallina dalle uova d’oro: Maurizio Cattelan espone Bidibidobidiboo, uno scoiattolo suicida (l’animale è imbalsamato) tra le mura domestiche che più domestiche non si può. D’altronde è così: tragedia ed ironia si rincorrono sempre, vorticosamente.

daniele capra
mostra visitata il 15 dicembre 2004


Il Bello e le bestie. Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all’immaginario scientifico
a cura di Lea Vergine e Giorgio Verzotti
Rovereto, Mart, corso Bettini 3
martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10-18; venerdì 10-21
ingresso € 8; ridotto € 5; scolaresche € 1
catalogo Skira
per informazioni tel. 800 397760, 0464 438887; fax 0464 430827
info@mart.trento.it 
www.ilbelloelebestie.it


[exibart]


7 Commenti

  1. ma quand’è che questi curatori riprendono a visitare qualche mostra? possibile che si basino solo su cataloghi di almeno cinque anni fa?

  2. Ma insomma, questa mostra vi è piaciuta? A me no. L’ho trovata cerebrale, fredda, slegata.
    E poi perché non c’è niente di medievale?Qualcuno l’ha vista, e mi dice che ne pensa?

  3. anche a me non è piaciuta. Una mostra commerciale senza dubbio, inconsistente dal punto di vista scientifico, che alterna capolavori a cose banali, neppure ben allestita. Cosa aggiunge a quanto già detto da Saxl a Panofsky a Baltrusaitis a Gombrich ecc.? Credo che una mostra dovrebbe essere studiata con l’ambizione di segnare una tappa fondamentale sul tema trattato. Questa era buona per digerire il panettone.

  4. Concordo con Mafaldtia, qui sotto (parola per parola, che strano). Una mostra slegata e a tratti incomprensibile. D’altra parte, non ho trovato, sulla stampa, nessuna recensione e critica autentica: solo parafrasi dei comunicati stampa, corredate da belle foto. A questo punto, direi che è una mostra che ha come scopo principale quello di attirare gente, e “fare cassetta” contando sull’effetto moda. Il Mart è inserzionista da mesi, qui su Exibart: forse qualcuno ribatterà alle obiezioni?

  5. Caro ispettore Maddalena, ci hai sgamati…
    Sai che tutti noi collaboratori di exibart riceviamo settimanalmente dai musei un bel salame e una bottiglia di chianti e che a natale ci becchiamo pure una forma di parmigiano? Non solo, gli inserzionisti ci viziano con caviale e champagne!
    E poi volevo dirti che l’articolo me l’ha scritto direttamente l’ufficio stampa e che la mostra non l’ho vista!
    Si puo’ discutere sulle opinioni, sulle idee, ma per piacere…

  6. Ho visto la mostra del mart e neanch’io sono stato entusiasta. Perchè tutti quei piccoli oggetti greco-romani? Perchè è dall’antichità ad oggi? E allora dov’è il medioevo? E le culture extraeuropee? E che dire delle opere? Di quella di Barney Sgarbi ha sarcasticamente detto che è più bella la cornice dell’opera, ed in effetti…
    E quel quadro ottocentesco con gli indiani che vanno a caccia di bufali, tirato fuori dalla soffitta del museo della caccia di parigi, cosa centra? dov’è lo scambio tra generi? perchè ci sono uomini e animali? e allora perchè non mettere il ritratto della nonna con gli amati cagnolini? E come non notare tra tanti “capolavori”, l’abbondanza di grafica multipla, alcuna della quale si può comprare per pochi euri dal corniciaio sotto casa, come le 2 lito di Picabia ristampate nel 1993!?!
    Prendiamo in buona fede il re-censore, che sicuramente ha visto ed apprezzato la mostra, anche se è in corso Bettini 43, e non 3, come egli scrive…

    Antonin

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