04 marzo 2011

fino all’1.V.2011 Valie Export Bolzano, Museion

 
Aghi affilati, kalashnikov, macchine per cucire. La monotona ripetizione di una ferita infinitamente inflitta, il più delle volte sulle donne. Quanto mai attuale, la mostra di Valie Export scuote...

di

Verticalità,
movimenti dall’alto verso il basso. Metafore di un destino imposto che incombe
pesante come una saracinesca e non permette movimenti liberi. La forza cieca di
una violenza che per la sua ripetitività si trasforma in abitudine all’interno
della meccanica del potere, producendo ferite. Attraverso la ferita, il
pubblico si imprime nel privato, viola l’intimità.

C’è bisogno
di un’arte impegnata? Al Museion di Bolzano una sintesi delle due mostre di Valie Export (Linz, 1940; vive a
Vienna) al Belvedere di Vienna e al Lentos di Linz mette in discussione i ruoli
stabiliti dalle logiche del potere e si interroga ancora su quello della donna.
Tempo e controtempo: potremmo
interpretare questo momento della storia delle donne come un ritorno indietro.
Quasi che la lezione degli anni ‘70 non fosse stata del tutto assimilata, pur
tra spinte innovatrici da altre parti del mondo.

L’esposizione
non potrebbe trovare momento più propizio in Italia, in cui maschere
prestabilite vengono cucite addosso all’immagine della donna. Questa metafora
del cucire, attività prevalentemente femminile, viene utilizzata più volte
dall’artista. Sulla soglia del pericolo, Nadel
mostra tre aghi giganti che scendono giù verso il pavimento a ritmo regolare,
condizionando l’autodeterminazione dei movimenti.

Valie Export - Kalashnikov - 2007 - courtesy Charim Galerie, Vienna - photo Othmar Seehauser
La presenza
di grandi installazioni che invadono gli ambienti lascia vedere come il corpo
dell’artista, protagonista nelle opere degli anni ‘70, tenda a scomparire.
Valie Export si appropria invece dello spazio fino ad ora configurato per lo
più dagli uomini, forgiatori della società che hanno confinato le donne al
margine. Ad esse resta da costruire tutto o quasi. Proprio a voler forzare i
confini dello “spazio delle donne”,
Valie Export coinvolge l’ambiente. Come già nelle Körperkonfigurationen lo esplorava sia adattandosi passivamente a
esso sia occupandolo attivamente.

Integrando
spazio ma anche tempo, la scultura video Kalashnikov
rappresenta la verticalità del potere attraverso una torre di 105 kalashnikov
che si specchiano in olio esausto, alludendo al petrolio. È il luogo della
guerra. Associate immagini video che mostrano esecuzioni capitali in Cina e
immagini di guerra in Iraq disponibili su internet come lo sono le armi. Tutte
tematiche che, anche se politiche, trovano espressione in immagini di forte
impatto emotivo.

Valie Export - Tempo e Controtempo - veduta della mostra presso il Museion, Bolzano 2011 - photo Othmar Seehauser
Gli
spettatori che si ritrovano nello spazio creato dalle sue installazioni sono
sempre invitati a dubitare su ruoli e certezze codificati. Muovendosi
attraverso veri e propri corridoi visivi, labirinti, come nell’installazione Fragmente der Bilder einer Berührung, in
cui le lampadine sono calate dall’alto in acqua, petrolio, latte in un connubio
pericoloso tra liquidi ed elettricità.

Anche il
corpo, visto dall’interno, si manifesta come luogo politico. Die Macht der Sprache mette in evidenza
come il potere del linguaggio sia dominato dall’uomo. L’immagine della glottide
maschile potrebbe, però, confondersi con quella di una vagina. “Dove diavolo esisto se tutto ciò che mi
caratterizza come donna è una costruzione fatta carne e riproducibile?”
.

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Parlando
di Musei(on)

Personale
a Roma

antonella palladino

mostra
visitata il 18 febbraio 2011


dal 18 febbraio al primo maggio 2011

Valie Export – Tempo e Controtempo

a cura di Letizia Ragaglia e Angelika Nollert

Museion

Via Dante, 6 – 39100 Bolzano

Orario: da martedì a domenica ore 10-18;
giovedì ore 17-22

Ingresso: intero € 6; ridotto € 3,50

Catalogo disponibile

Info: tel. +39 0471312448; fax +39
0471223412;
info@museion.it; www.museion.it

[exibart]

 

 

 

 

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