15 gennaio 2000

Dall’11 giugno 2000 al 2 luglio 2000 Opere grafiche di Roberto Rampinelli Rovigo Galleria d’Arte: La Porta Verde

 
Seconda esposizione della neonata galleria La Porta Verde di Rovigo e seconda mostra di grafica.
Stavolta la piccola sala è per le opere grafiche di Roberto Rampinelli, nato a Bergamo nel 1948. La mostra è introdotta dalla poesia “Di porto in porto” di Manrico Murzi, nato in terra d’Elba ma poeta giramondo, tesi di laurea con Ungaretti

di

Rampinelli è artista votato alla grafica, numerose le sue opere comparse ad illustrazione di libri e in cartelle di grafica. Ha insegnato tecnica dell’incisione presso la Scuola d’arte del Castello Sforzesco di Milano, dal 1986 ha approfondito la ricerca in questo campo, in particolare per quanto riguarda la litografia su pietra, rivisitando tecniche non più in uso. Significative anche alcune sue partecipazioni a manifestazioni nazionali ed internazionali: “VI Triennale dell’Incisione” di Milano, “II Biennale d’Arte di Cremona”, biennale “Città di Milano” (Palazzo della Permanente) “Fiera Internazionale di Madrid” (con la Galleria Forni). Nel 1991 ha esposto con il gruppo G.O. alla mostra “Il linguaggio della grafica originale”, presentata da Floriano De Santi ad Urbino.
Nella mostra rodigina sono esposte grafiche a colori; sono nature morte, fiori e foglie recisi nei quali R. profonde tutta la propria sapienza tecnica maturata nella pluriennale ricerca sulle tecniche d’incisione. Stupiscono soprattutto la delicatezza del segno, la finezza del particolare, la tenue ed armonica scelta cromatica. Le forme vegetali sono rese con grande realismo, eppure la loro disposizione, la scelta di inquadrarle in forme ovoidali allungate che delimitano uno spazio quasi astratto, le caricano di una sottile malinconia. Sono entità effimere, la loro caducità è resa dall’incresparsi delle superfici, dall’accartocciarsi delle foglie e dei petali, ma soprattutto dalle tracce dell’intervento umano su quella natura delicata, quando il gambo è strozzato da un sottile filo scuro che ora pare sorreggere la esile figura, ora pare preservarla da eventuali e improvvisi soffi di vento. C’è, in questo intervento umano sulla forma naturale strappata alla vita e ricomposta in forme nuove dall’uomo, una sorta di rimando alle filosofie orientali, alle tecniche dell’Ikebana: insieme al rispetto della natura la sua manipolazione in senso spirituale.
rampinelli graficaE tuttavia, da occidentale, preferisco richiamarmi ai tacuinia sanitatis medievali, i volumi nei quali i vegetali venivano riprodotti con esattezza, schedati e descritti con minuzia di particolari: su di essi si formarono le conoscenze botaniche dei nostri grandi artisti rinascimentali. Molto dell’immaginario simbolico espresso dall’arte antica si formò intorno alle conoscenze botaniche. Ogni pianta dipinta nascondeva significati simbolici e sacri o magici e alchemici (basta guardare le opere di Leondardo). La sensazione è che queste foglie, questi fiori secchi, contengano lo stesso potere evocativo di quelle piante medievali, anche se nei tempi nostri questo immaginario simbolico non ha più ragione di esistere. E’ perciò che lo spettatore non potrà che abbandonarsi nella contemplazione di quelle immagini metafisiche, reali quanto misteriose, che stanno lì a trasmettere un messaggio ormai intraducibile. Resta solo la loro delicatezza di ali di farfalla, riferimento alla caducità della vita e all’effimero manifestarsi del bello. R. ha scelto di percorrere una strada difficile, che s’incrocia con quelle del pensiero moderno; i suoi fiori sono strappati dal claustrum di un quadro gotico, la tecnica, essa pure, è quella antica. Qui sta forse il limite di R.: rischiando talvolta di scivolare nel tecnicismo e nell’esercizio stilistico egli si pone nella posizione aristocratica di un novello alchimista o scienziato positivista, difficile è dunque ritagliarli un ruolo significativo nell’ambito dell’arte contemporanea. Si dirà che questo non è sua intenzione, e forse è vero. Ma allora dovremmo inquadrare la sua opera nell’ambito di una ricerca assoluta del bello attraverso l’imitazione della perfezione naturale, ricadendo sotto il dominio della teoria vasariana,
tornando da capo. Oppure le figure di R. sono, citando la poesia di Murzi, semplici piumini di mimosa che fanno peso sopra il cuore. Si veda come il problema è senza soluzione. A voi la scelta.


“Opere grafiche di Roberto Rampinelli”. Rovigo, Galleria d’Arte La Porta
Verde, via Umberto I, 11/b. Dall’11 giugno al 2 luglio 2000. Orari:
16.00-20.00 tutti i giorni, domenica 10.30-12.30 e 16.00-20.00, lunedì chiuso.


Alfredo Sigolo

[exibart]

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