06 dicembre 2000

Fino al 1.VII.2001 Etruschi Venezia, Palazzo Grassi

 
Contemporaneamente alla mostra sui principi etruschi a Bologna, il popolo italico è presente a Venezia, dove si possono ammirare settecento pezzi celebri e meno celebri, ma tutti egualmente fondamentali per la storia del popolo più conosciuto dell’Italia pre-romana…

di

A 15 anni dalla fantastica serie di mostre dell’anno degli Etruschi l’Italia sembra essersi di nuovo appassionata a questi suoi antenati che più che misteriosi, ormai, sembrano poco conosciuti dal grande pubblico, a cui troppo spesso vengono presentati in modo molto sensazionalistico e poco scientifico. Dopo aver portato in laguna Greci e Maya quindi, Palazzo Grassi accoglie in contemporanea con quella al museo archeologico di Bologna, una sterminata mostra sugli Etruschi, in cui sono presenti reperti riguardanti tutti i periodi della storia di questa popolazione che tanto deve agli influssi orientali e a cui tanto devono i Romani: dai cinerari protovillanoviani al tardo ellenismo, nel contenitore di Palazzo Grassi il visitatore può seguire, secondo me a patto che già conosca discretamente i suoi antichi interlocutori, tutta la parabola della loro storia. Formidabili sono i reperti che la Fondazione Agnelli è riuscita ancora una volta a riunire in uno stesso edificio : la Chimera, il cratere di Euphronios, l’olpe della Tragliatella, il tanto citato Arringatore, la nuova tabula cortonensis, la Mater Matuta, il fegato di Piacenza , le lamine di Pyrgi; questi sono solo alcunidei reperti che meritano anche da soli una visita alla mostra, come la meritano meno celebri antichità solitamente esposte in musei stranieri o collezioni private. Una bella mostra quindi? Se vale la tautologia belle opere d’arte esposte, bella mostra, l’esposizione di Palazzo Grassi è sicuramente splendida, ma se ad un’iniziativa del genere si chiede qualcosa in più i problemi esistono. etruschiI pannelli esplicativi che accompagnano le singole sale sono molto sintetici e molto ben focalizzati, forse troppo per chi non è un etruscologo o non è appassionato di etruscologia, inoltre sono esclusivamente in italiano, un po’ poco per una mostra di così ampio respiro fatta in una città come Venezia. Il rischio è che specialmente nella sezione centrale, in cui si procede invece che per periodi per temi, (questa è tra l’altro una splendida soluzione), il visitatore non noti alcuni pezzi fondamentali. Oltre a questo è quantomeno buffo cercare quasi tentoni il “cartellino” di certi pezzi, privi di vetrina, sulla parete della stanza. A conferma della non facile lettura io, comune visitatrice, sono stata fermata due volte da altri turisti che cercavano una qualche spiegazione riguardo alcuni temi o pezzi: potrebbe essere stato un caso sfortunato, ma non ci giurerei. Del resto la scelta di fare solo il catalogo e le audio-guide abolendo la guida breve, sul genere del “giornale del museo”, presente alle mostre precedenti, non mi sembra molto proficua, ma probabilmente resta l’unico modo per trarre qualche insegnamento dall’esposizione. Concludendo, la selezione dei reperti e la loro organizzazione tematica sono certamente eccellenti, l’allestimento da un punto di vista estetico molto suggestivo e bello, non fosse per la chimera tragicamente appoggiata ad un pannello, ma (last but not least) un comune mortale fa fatica a capire quali e quante cose eccezionali e fondamentali gli passino sotto gli occhi.

Lo speciale di Ciaoweb sull’esposizione
Lo speciale del Ministero dei Beni Culturali

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Principi etruschi

Paola Romi




A Palazzo Grassi si arriva agevolmente a piedi dalla stazione ferroviaria e da piazzale Roma in circa 25 minuti , oppure con le linee 1 (fermata s.Angelo) o 82 ( fermata S.Samuele).La mostra resta aperta dal 26 novembre 2000 al 1 luglio 2001 Tutti i giorni,esclusi il 24, 25 e 31 dicembre 2000 e 1 gennaio 2001 dalle ore 9 alle ore 19. L’accesso al palazzo è consentito fino alle ore 18, ora in cui si chiude la biglietteria.Dal 12 febbraio al 20 maggio 2001 ogni venerdi e sabato Palazzo Grassi osserva un’apertura serale fino alle ore 22. L’accesso viene in questo caso consentito fino alle 21, ora in cui la biglietteria chiude. Biglietto intero L.15.000, L. 10.000 Catalogo (a cura Mario Torelli) L.70.000 Per una presentazione “ufficiale”:

Il sito di Palazzo Grassi

13 Commenti

  1. non ho visto la mostra, ma da più parti ho sentito delle critiche, soprattutto sull’allestimento. in realtà, pare che tutte le mostre organizzate da palazzo grassi abbiano questo problema. che ne pensate?

  2. Penso che Palazzo Grassi sia un luogo dove l’arte tende alla spettacolarizzazione, niente più che questo. Purtroppo è una specificità del nostro tempo. Dico purtroppo perché la qualità della spettacolarizzazione è spesso sterile, vuota, serve a far sentire la gente a proprio agio, ma è mal integrata con la mostra. Ciò provoca rumore, disturbo, distoglimento dell’attenzione. E ciò va a vantaggio di progetti che hanno (non è il caso presente però) poca scientificità e tanta ostentazione.

  3. candido,non mi sembra di aver detto che non è scientifica, ho detto che comunica poco e niente a chi non ha già un discreto bagaglio culturale riguardante l’etruscologia.Allora visto che qs mostre dovrebbero servire…a far conoscere qualcosa a chi non lo conosce , altrimenti non avrebbe senso smembrare le collezioni di 15 musei… con qs premessa mi sembra onesto rilevare che qualche problema , di fondo , Palazzo grassi ce l’ha. Ma io sono quasi incontentabile!

    per kranix , la redazione o chi per voi: il mio articolo e il titolo che gli avevo dato non saranno belli, ma per favore togliete l’attuale “commenti su…” , piuttosto mettete il nome della mostra e stop. THANKS. That’s all.

  4. La mia non era una critica rivolta a te, era una semplice affermazione personale. Piuttosto mi interessa molto la tautologia. Hai descritto problemi di allestimento. Ma il percorso, la scelta e la disposizione dei pezzi, il progetto che sottende alla mostra, ti sembrano convincenti? E il catalogo? E’ degno di quest’evento imponente, pompato anche dalla tv (sarai tu a dirci se in modo positivo o negativo)? Ti chiedo un parere, dato che è evidente che hai una particolare conoscenza dell’argomento. Bell’articolo; sarai d’accordo sul fatto che ci sarebbe molto da dire, lo dimostrano i commenti, ma mi rendo conto che hai dei limiti di spazio (ben utilizzati, per altro).

  5. candide…non sembri molto ottimista nonostante il nome.Il catalogo vorrei leggermelo tutto non solo sfogliarlo prima di dare un giudizio, visto che i nomi sono di tutto rispetto.Sai cosa mi fa arrabbiare che sono sicura che sara’ valido e completo come i precedenti.Palazzo grassi sembra infatti aver modificato una vecchia massima facendola sua: Scripta manent,”mostrae” volant…per cui si cura la pubblicazione e non molto la pannellistica.Non so se tu l’abbia vista questa mostra in certe cose la trovo delirante: secondo te il bronzetto accanto alla chimera qunti non lo hanno nemmeno visto?
    E le iscrizioni fondamentali ma che non si riusciva a leggere sul pezzo che sono state, come alcune decorazioni, riprodotte tipo gigantografia sulle pareti delle sale, secondo te quanti hanno capito …dove e cosa sono?
    la scelta dei pezzi era bella ma sai col nome del curatore e i soldi della fondazione era difficile non farsi dare tutto cio’ che non era già a bologna….credo di aver risopsto ad un millesimo di quello che mi hai chiesto. se ti va scrivimi il mio indirizzo mail c’è ,anche se purtroppo sono un po’ indaffarata in qs periodo ti rispondo volentieri.

  6. Hai colto nel segno. Ho tirato fuori la questione del catalogo perché la pensiamo alla stesa maniera, su questo. Aspetto di sapere del catalogo, quando lo avrai finito. Ti tengo d’occhio.

  7. mi spiace ma dovrai aspettare almeno a fine gennaio ora sono presa da altre cose, e nel tempo libero evito accuratamente altri libri di archeologia.mi sembra di capire che tu te lo sia già letto…che ne pensi?comunque secondo me certi errori sono premeditati ….non può essere un caso che continuino a mollare statue fondamentali davanti a una parete…oggi la chimera ieri l’efebo di mozia…piu’ bello dietro he davanti…c’è da chiedersi cosa sara’ alla prossima mostra. Non so se tu ricordi le mostre dell’85 io ero piccola, 9 anni, ma le ho stampate in modo indelebile nella memoria. case e palazzi , santuari d’etruria , l’etruria mineraria, l’accademia etrusca…quella era un’iniziativa che dava un plusvalore ai reperti. Non so ma in fondo non credo che di “mostre” diffuse ,passami il termine, del genere se ne siano fatte molte in italia ..almeno non in quegli anni.Meglio avrebbe fatto la fondazione agnelli a fare una bella iniziativa sui veneti antichi o paleo veneti che dir si voglia…con circuito di antiquaria locali e mostra centrale a palazzo grassi….ma tutto ciò non faceva business probabilmante. Pensavo una cosa stasera :ma se per sfruttare l’immagine di un bene culturale bisogna pagare le royalties, come da legge ronchey, ti sembra giusto che una mostra business come quella di cui da gg parliamo non debba pagare qlc anche solo per esporre manufatti provenienti da musei italiani? sai quanti riallestimenti e restauri o catalogazioni si pagherebbero con i proventi …diversi credo.Ok torno alla mia domus. ciao candide.

  8. Non crdevo di suscitare commenti simili. Ma non è un opinione mia che l’efebo di mozia abbia una trattazione anatomica e un panneggio splendido anche visto da dietro.mi dispiace.

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