25 marzo 2004

fino al 20.V.2004 Nina Bovasso – Labor of Love Chris Gilmour – Boxes Padova, Perugi artecontemporanea

 
Due personali: i patterns aggrovigliosi della newyorkese Bovasso e il cartonaggio d’autore dello scultore Gilmour. Pennarelli su carta per textures ammiccanti, un pianoforte poco pericoloso che incombe dal soffitto e piccole chiese da asporto…

di

Una mostra interessante e glam alla galleria Perugi: il “fare” diventa il filo conduttore per due personali i cui lavori “pur totalmente indipendenti” come scrive il curatore Guido Bartorelli “possono essere accomunati per la centralità che viene affidata all’agire sui materiali, siano essi il cartone riciclato o i tradizionali colori e pennello”.
La pittrice Nina Bovasso (New York, 1965), le cui opere già appartengono alle collezioni del New Museum of Contemporary Art, del JP Morgan e del Whitney Museum of American Art di New York, espone i suoi microcosmi dipinti su carta. Tra il melting pot di un allegretto spiritato di cuori, pallini, fiori, cubetti, nascono organismi monocellulari realizzati in textures piatte e avvincenti che, come quilt di un astratto bovasso-dittico neopop, accumulano agglomerazioni metamorfiche creando un rapporto simpatetico con l’osservatore. La ricerca dell’artista si distende sulla superficie come un mandala ossessivo e ipnotico, alternando ripetizione a variazione, creando spessori plastici nelle sfumature, giungendo a comporre grandi dittici in cui la composizione delle forme è solo apparentemente unitaria. Dal magmatismo di intarsi cromatici, dal pastello al fluo al monocromo, risultano gorghi di tarsie colorate contornate da una linea sinuosa o angolosa, mentre l’autogenerarsi delle forme ha ritmi pulsanti alla Murakami.
Lo scultore inglese Chris Gilmour (Manchester, 1973), triestino d’adozione, fa pendere dal soffitto un pianoforte, inclinandolo precariamente contro lo spettatore, e a terra sparge trappole per topi. Tutto però è di cartone. Il senso del mancato pericolo e la perizia realizzativa innescano un curioso cortocircuito, creando una situazione paradossale che riporta l’attenzione al modus operandi dell’artista. La sua propensione per l’espansività ed espressività del cartone, che già avevamo avuto modo di constatare nella stupefacente realizzazione di oggetti in scala 1:1, diviene in unagilmour-chiesette assieme nuova ricerca un virtuosismo più meditato, un “cartonaggio” di precisione meno fiamminga che lascia volutamente rifiniture più scabre e indaga la serialità degli oggetti. Nascono da questo le piccole chiese costruite in un montaggio acrobatico di minuscoli pezzi. Poste le une accanto alle altre, non unica installazione ma singole opere miniaturizzate, sono sorprendenti e sottili monumenti al packaging e alla nostalgia. Come un complicato souvenir turistico, vanno ricostruite con l’immaginazione, in un gioco da architetto, perché originate da scatole che erano di tonno, tabasco, creme, pacchetto di sigarette o di medicinali e quant’altro: la loro resa affettuosa e pignola riprende, e quindi esorcizza, la reiterazione di un gesto quasi industriale.

stefania portinari
mostra visitata il 6 marzo 2004


fino al 20.V.2004
Nina Bovasso – Labor of Love; Chris Gilmour – Boxes
a cura di Guido Bartorelli
Perugi artecontemporanea, via Giordano Bruno 24 b, 35121 Padova
tel. & fax 0039 049. 880.9507 – mail perugiartecontemp@libero.it
orari lunedì- sabato 17.30 – 20.30; mattina e festivi su appuntamento


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