12 febbraio 2001

Fino al 25.III.2001 SCULPTURE Padova, PerugiarteContemporanea

 
Ennesimo appuntamento rivolto alla promozione dell’arte “giovane”, una nuova dimensione concettuale che si perde in lampadine e Lego…

di

Con un discreto numero di visitatori ha avuto luogo l’inaugurazione di “sculpture”, mostra curata da Guido Bartorelli, già pensatore di “Hackers”, che vuole evidenziare la diversità di espressione dei giovani artisti e mettere in luce una presunta dialettica tra loro e il referente “pubblico”. Gli artisti inseriti in questo nuovo e arzigogolato percorso concettuale sono: Norbert Mayer, Stefano Calligaro, Chris Gilmour, Mark Monaghan, Alex Pinna e Sissi. Il titolo della mostra è già la sintesi di cosa si potrà ammirare, anche se elude il naturale modo di concepire il termine “scultura” e propone una rilettura aggiornata della plasticità. Le opere, a causa del ridottissimo spazio espositivo, si contano sulle dita delle mani, ciò malgrado si riesce perfettamente a capire la tipologia di espressione adottata da ogni artista, l’evoluzione tecnica intrapresa, e la ricerca che vi appartiene. Entrando si viene subito incuriositi dalla “lampadina” di Alex Pinna (il titolo dell’opera è “Lucignolo”) che sembra voglia illuminare il cammino del percorso espositivo come anche intimorirci verso ciò che ci si appresta a vedere. Si continua poi con i tasselli mosaico, con le retine sospese, con il cartone sagomato (“Autoritratto in Vespa” di Chris Gilmour). Insomma la tipologia di intervento sul materiale risulta quanto mai variegata, come anche la tendenza espressiva circa percorsi differenti in funzione della poetica dell’artista-artigiano. PerugiArteContemporanea mette in luce una maturazione degli “Hackers” di qualche mese fa, continua il dialogo instaurato con il pubblico affinché le intenzioni comunicative di questi giovani artisti vengano a galla, tenta di fare chiarezza, esplicare; tutti nobili intenti, supportati tra l’altro da una esaustiva nota introduttiva dello stesso Bartorelli, ma il risultato è poi così confortante?Avevo già abbozzato ad alcuni dubbi ai tempi della precedente mostra (“hackers” per l’appunto”), e credo che, sia per lo spirito di coerenza che mi appartiene che per la rinnovata disapprovazione verso una “filosofia” dello shock (solo per il quotidiano, sia ben inteso), i dubbi continuino a rimanere…e forse si saldano ancor di più. Non metto in discussione la vena creativa di questi “Duchamp in erba”, ma piuttosto le modalità di manifestarla proponendo innovazioni (che non sono tali), riletture del quotidiano (noiose oramai) e perdita di una certa dose di “passione” (voluta o meno,questo non l’ho ancora capito). Queste opere si lasciano guardare…e basta! Se tutto l’enunciato del curatore si risolve nella spiegazione delle nuove “sculture”, le opere di per se sembrano tacere…oggetti muti che pretendono un verbo altrui, una didascalia qualsiasi in grado di presentarle.
"Autoritratto in vespa" (2000) di Chris Gilmour (cartone, colla, cm 200 x 100)
Questo punto a mio avviso è quanto mai grave, dato che non sto parlando di una semplice difficoltà interpretativa dell’opera (anzi forse la facilità di intuizione delle stesse è quasi disarmante) ma di una chiusura a riccio dell’oggetto che diventa arte perché esposto in una galleria. Seguirebbe a tal proposito tutta una serie di discorsi circa l’estetica e la scienza che determina, cosa che non mi sembra il caso di affrontare qui e ora, però l’inanimata opera che questi giovani mettono in mostra è sintomo di una malattia precisa: non essere. L’apparire dunque, di amletiche memorie, torna trionfante proprio nelle sale della galleria Perugi, con tutte le implicazioni sociali che comporta, e priva delle soluzioni possibili. Trovo simpatico osservare come nell’evento di pochi mesi fa ci sia stato il tentativo di un ritorno al segno, alla semplicità della linea, come oggi si tenti di riportare in auge l’obsoleto concetto di scultura elargendo opere come quelle di questa mostra: il richiamo ad un passato artigianale, ricco di sfaccettature contemporanee e intriso di “conceptual” sembra la propensione dei giovani artisti quindi affermo la “non originalità” e ribadisco la noia alla quale ci sottopongono. Provate a valutare quanto si sta facendo in campo artistico affinché l’opera diventi la miscela di più mezzi espressivi e lo shake di più arti riconosciute, guardate le mirabilie della net-art, la contaminazione di due non-giovani come Ettore Sottsas e Andrea Fedeli…documentatevi sui nuovi progressi comunicativi di un certo Stefano Cagol, sulle contaminazioni tecniche di Taglioni, o sulle performances di Impellizzeri, o meglio ancora, guardate all’arte dell’est…e converrete con me di quanto asettica e ridondante possa risultare la “ri-riproposizione” delle “Sculpture” oggi in scena a PerugiArteContemporanea.


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Lo scritto del Curatore Bartorelli
Lo scritto del Curatore Bartorelli (31 Kb)

Kranix



“Sculpture”, dal 10/02/2001 al 25/03/2001
Perugiartecontemporanea, via Altinate 66, Padova
A cura di Guido Bartorelli
Ingesso: libero
Catalogo: no
Info: tel. & fax 0039 049.663.996
perugiartecontemp@libero.it
lunedì- sabato 17.30 – 20.30
mattina e festivi su appuntamento
Foto in primo piano: “Lucignolo” (2000) di Alex Pinna (bronzo e lampada, cm 6x8x25)




[exibart]




9 Commenti

  1. Effettivamente lo scritto di Bartorelli appare veramente inconsistente. Tralasciamo lo stile colloquiale canzonatorio ed egocentrico e chiediamoci perché mai il Nostro abbia tirato in campo il concettuale per poi tirarsene fuori. A parte il fatto che mi pare ragionevole ipotizzare, nell’epoca moderna, un’evoluzione del concettuale (come pure del minimalismo), mi pare sia sempre errato creare fratture nel continuum della storia dell’arte. Insomma, “bye bye” che? Poi la soluzione dei termini bello e brutto è assolutamente geniale: meglio il bello del brutto, ma attenti al brutto-bello del cinema horror. Grazie di aver svelato l’arcano a noi poveri ignoranti!

  2. complimenti bella critica
    penso che alla mostra nemmeno ci sei stato dato che l’opera di Chris Gilmour,autoritratto dell’artista sulla vespa, non era presente, ma ti sei limitato a vedere le foto sui comunicati
    per tua informazione l’opera era un uomo seduto su una poltrona che guarda la Tv.
    altri commenti sono superflui, anzi vergognati

  3. Simpaticissima TIGERMOON….

    … Attenta! te lo dico per esperienza:
    Certi Redattori qui gradiscono solo i consensi.
    I dissenzienti, come me, si prendono appellativi come frustrato, mostruoso, ignorante, ridicolo, pscicolabile e anche peggio.
    C’è tutta una letteratura sotto i miei commenti.
    Benvenuta tra noi “Rivoluzionari” e “Disubbidienti”, ti voglio già bene.
    Ciao, Biz.

  4. Cari lettori,
    il redattore in questo momento, a seguito di un grave incidente stradale, si trova in ospedale impossibilitato a rispondere alle critiche.
    Quando ritornerà avrà modo di replicare.
    Un saluto.

  5. La solidarietà umana è l’unica cosa che può avere il sopravvento sulla mia caustica vena polemica.
    Mi auguro che il nostro amico Kranix, a cui certamente non era diretto il mio sarcastico “Avviso”, possa guarire prestissimo, senza dolore e senza conseguenze.
    Desidero che Exibart porti a Kranix i miei più sinceri auguri di pronta guarigione, per favore.
    Ciò che mi allarma è la parola “grave”, spero che non lo sia, spero, per una volta, che sia un errore.
    Non ho mai desiderato, sospirato ed apprezzato così tanto un errore in Exibart come in questo momento.
    Ti prego Kranix, chissenefrega se non hai visitato la mostra, giurami che ne visiterai a centinaia il più presto possibile.
    Ti abbraccio.
    Biz.

  6. MI DUOLE LEGGERE CHE KRANIX HA AVUTO UN INCIDENTE, I MIEI PIU’ SENTITI AUGURI DI BUONA GUARIGIONE, ATTENDO CON ENTUSIASMO LE SUE CRITICHE SAGACI.

  7. nel ringraziare sia Biz che Tigermoon per l’augurio di pronta guarigione mi affretto nel dirvi ke a distanza di quasi un anno (già, il grave lo era veramente) sono qui, anche se quasi virtualmente per il momento. Grazie agli ultimi lavori di Alez Pinna mi sono riletto quanto avevo scritto in proposito e con piacere ho scoperto i commenti alla notizia da parte di voi lettori. Vengo subito al dunque: io la mostra l’ho vista! Ero all’inaugurazione. Ci tengo a dirlo perkè non si s speculi sul fatto ke io possa scrivere di qualcosa ke non ho visto:non sia mai. Ora non ricordo (ahimè la memoria fa brutti scherzi) se l’opera in foto fosse fisicamente presente alla mostra o se abbia messo l’immagine ke Perugi mi ha dato col comunicato stampa…(veramente non me lo ricordo, proverò a indagare nel mio pc se esiste un rimasuglio di traccia) ma vi garantisco che alla mostra ci sono stato.E se le vostre critiche si devono basare solo su questo, un poco amareggiato lo divento. Mi sarebbe piaciuto ke la discussione avesse esiti differenti, magari fondati sulla critica da me mossa verso questa collettiva, ma ahimè vi risparmiate sempre di affrontare argomenti che siano un poco + lontai dall’attacco al giornalista. Non ne faccio una questione personale, non sono così stupido, ma converrete con me che forse parlare in modo approfondito della questione sarebbe stato di certo + stimolante.Dopo poki giorni dal mio articolo ho ricevuto una mail da Alex Pinna ke mi kiedeva spiegazioni più specifiche sull’argomento, interessato a sentire meglio la mia opinione in merito. Ho risposto con una lunga mail (me lo ricordo) con la quale abbozzavo la mia (e ribadisco MIA) idea in merito alla collettiva VISTA. La risposta del nostro Alex è stata breve: Ora non ho tempo, per via del troppo lavoro…ne riparleremo con + calma in seguito. Nel ringraziare Pinna dell’attenzione e del sentito interesse trovo anche lodevole ke abbia voluto capire meglio il mio punto di vista, magari per contraddirlo…magari per vedere cosa avevo sbagliato o cosa ci fosse di sbagliato in quella mostra…Non importa, ciò ke conta è ke un dialogo si era instaurato, e questo non può ke aiutare l’arte contemporanea. Mi duole ke a distanza di un anno, controllando le migliaia di mail ricevute in mia assenza, non ci fosse il proseguo dell’ultimo messaggio di Alex Pinna, indaffarato certo, come io impossibilitato a rispondergli. Ritorno solo per un istante alle vostre critiche: non mi vergogno. Credo di non dovermi vergognare di aver visto la mostra, mi spiace per voi se pensate al contrario ke io non vi sia stato, ma purtroppo o per fortuna ero presente! Una sola cosa Tiger: non era meglio se disquisivi sui contenuti??? invece di fare ilazioni? ciao e a presto…spero.Con affetto (non mancherò mai di dirlo).

  8. Leggo con piacere che ti sei ripreso, e che continueremo ad essere deliziati dalle tue
    recensioni.
    E passato molto tempo e sono contento della tua risposta.
    Sono convinto della tua visita della mostra, anche perchè mi era già stata comunicata la tua presenza da persone che ti avevano visto.
    Quello che mi domando e cosa hai visto alla mostra, una Vespa di cartone con personaggio a grandezza naturale era difficile da confondere con altri pezzi.
    Nella risposta invece di parlare di attachi al giornalista potevi solo dire che ti eri sbagliato,capita anche ad un infallibile come te di poter sbagliare.
    Per quanto riguarda la tua osservazione alla mancanza di una critica costruttiva alla tua recensione, devo dire che hai ragione ma bisognava pur accertare se vi erano dei presupposti per poter criticare una critica reale o un puro esercizio stilistico.
    Saluti.

  9. Mi fa piacere tu abbia risposto. Volevo solamente dire ke non sono infallibile e ke è anke probabile mi sia sbagliato, capita anche a me, e non provo nemmeno ad immaginare non possa essere così (solo ki non lavora non sbaglia…). Non ho fatto un semplice esercizio stilistico pur confessando ke appartegno a quella schiera di buontemponi che della parola usano e abusano, ma un semplice articolo! Probabile ke quel cartone non ci fosse, anzi, sicuramente non c’era (tra l’altro lo ricordo benissimo presente invece a Quotidiana 00) ma è anche probabile io l’abbia inserito per dar prova dell’operato dell’artista, in mancanza di altre foto. Ahimè un mia culpa è d’obbligo. Spero di ricevere altri commenti in virtù di altre mie recensioni per 2 ovvi motivi: il primo è ke sarò ancora presente alle esposizioni, ed il secondo è ke continuo a scriverne. Un abbraccio e un ulteriore ringraziamento per il tuo interessamento.

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