16 luglio 2012

fino al 4.VIII.2012 Carles Congost Verona, Artericambi

 
Padre, figlio, e un poliziotto. Protagonisti di video-film dalla trama intricata e irrisolvibile. Comportamenti e ruoli sociali da ridefinire per un nuovo modello di uomo ai tempi della crisi. Sarà happy end? -

di

Nello spazio periferico e underground di un’area post-industriale ha sede la galleria Artericambi che ospita, dopo Gloria (2005) e La mala pintura (2008), la terza personale dello spagnolo Carles Congost (Olot, 1970; vive a Barcellona), che fa ricorso a varie tecniche e media, principalmente a disegno, video e fotografia. 
In alcuni lavori precedenti come Supercampéon, sferzante ironia attraverso dialoghi non-sense sul mitizzato mondo della musica giovanile, e Un Mistyque determinado, in cui un calciatore, emblema della fama nazional-popolare, decide di diventare videoartista sfidando pregiudizi e ironie, Congost rivisita, attraverso il filtro di un colorato e delirante musical “barocco” del repertorio visivo spagnolo e del cinema di Almodovar, la cultura pop dei miti adolescenziali, dei fumetti, dei video musicali, dei B-movies e dei serial televisivi.
Carles Congost - Paradigm series 2 - 2012 - c-print su alluminio dbond. Courtesy Artericambi
Il video Paradigm segna una nuova fase espressiva di questo percorso artistico, con un linguaggio cinematografico ridotto all’essenziale e caratterizzato dall’uso del rallentatore. Fin dalle prime note della colonna sonora, composta da Evpidis Sabatis e Stefano Maccarrone, un accento epico introduce la narrazione: su una lussuosa vettura, un giovane ragazzo, volto etereo e riflessivo, e il padre, un self-made-man da “sogno americano”, intrecciano un muto dialogo di sguardi celando un’inconfessabile colpa, mentre un poliziotto in perfetto stile americano, occhiali da sole e sguardo duro alla Charles Bronson, si avvicina minacciosamente all’auto. Il climax narrativo si risolve con un colpo di scena: il poliziotto non estrae l’arma, ma compie un’azione surreale e straniante che  attira l’attenzione di alcuni fanciulli intenti a giocare nel parco.
L’atmosfera grave, meditata, calcolata nei movimenti e nelle gesta dei personaggi, richiama alla memoria la sintassi dei polizieschi hollywoodiani focalizzandosi in un’acuta riflessione sui ruoli, sulle loro valenze sociali e psicologiche, sugli stereotipi, sulle diverse funzioni nella società e sui rapporti di forza. Modelli che, a partire dal titolo, Congost analizza criticamente per ridefinire, in un’epoca di disillusione postmoderna, nuovi paradigmi sociali e  comportamentali. 
Da una lettura semantica, solo in apparenza comprensibile, si origina quel “corto circuito” in cui tutto è ambiguità e mistero riguardo ruoli, ragioni e vicende della storia; né le quattro fotografie presenti in mostra (Paradigm Series 1,2,3), quasi scatti di un inedito backstage del video, aiutano a comprendere gli intrecci.  
Se la produzione di Congost è velata da un’ironia talvolta triste e malinconica, in Paradigm, per ammissione dell’artista, il messaggio finale, affidato a una canzone in controcanto tra il poliziotto e un bambino, è in direzione di “una nuova dimensione di ottimismo e positività”. 

enrico padovani 
mostra visitata il 23 giugno 2012

dal 23 giugno al 4 agosto 2012
Carles Congost – Paradigm 
Galleria Artericambi
Via A. Cesari 10 (37131) Verona (zona Porta Vescovo)
Orario: da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; sabato e domenica su appuntamento
Info: tel./fax +39 0458403684 – info@artericambi.com – www.artericambi.org

2 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui