12 settembre 2012

resoconto Mladen Miljanovic Venezia, A + A

 
Miljanovic fa del disagio il suo filo conduttore. Nello sconcerto del pubblico che assiste all'inaugurazione choc. E nei protagonisti dei lavori -

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Può l’arte essere un atto brutale, violento, per ribadire il suo messaggio alla società? Quali sono i limiti dell’artista? All’arrivo al centro espositivo, il pubblico di Good night / State of Body, sottotitolo della prima personale italiana del bosniaco Mladen Miljanovic (Zenica, 1981), diventa l’inconsapevole spettatore della performance At the edge of the margin. La galleria, su precise disposizioni dell’artista, rimane chiusa e il pubblico, assiepato nelle callette, ne attende l’apertura. A sorpresa, Miljanovic si cala dal tetto sulla facciata e, in apparente pericolo di vita, rimane sospeso per 20 minuti, tra preoccupazione e silenzio dei presenti.

Quest’apertura-choc corrisponde a una precisa presa di posizione di Miljanovic: l’artista non si autocelebra come membro di uno star-system ma presenzia all’esterno in una situazione di disagio che ritroveremo nei protagonisti dei suoi lavori, come nel concitato video Do you intend to lie to me?
Un elicottero delle forze speciali si alza in volo giungendo a Banja Luka, dove una autovettura si sposta rapidamente tra le vie della città, alla ricerca di un pericoloso latitante. L’individuazione in un pub di periferia, il fulmineo blitz da action-movie, l’arresto, e il trasporto del malcapitato in centrale: la sensazione è di trovarsi, in presa diretta, di fronte a un vero fatto di cronaca. L’approccio documentaristico suscita molteplici reazioni. Il fermo di qualche pericoloso criminale? Un trafficante d’armi? Un responsabile di crimini di guerra nell’ex macello jugoslavo? Realtà o finzione artistica?
Solo l’interrogatorio, con funzionario e macchina della verità, svela l’identità dell’arrestato: Veso Sovilj, misconosciuto artista serbo, maestro di Miljanovic che, con quest’azione “brutale”, lo omaggia per i 30 anni di carriera. Come in At the edge of the margin, la ricerca di Miljanovic annulla la distanza tra spazio “artistico” della galleria e realtà esterna, tra “dentro” e “fuori”.
I disegni di Indigo Power, serie collegata al video, sono realizzati con linee ridondanti dall’effetto visivo quasi di slow-motion mentre, nella sala superiore, Show by your hand where do you feel pain, un’installazione di 22 foto su vetri seriali posati alle pareti, è un lacerante diario minimo di storie e messaggi scritti (come I’m doing laundry in bathroom, It’s tuesday yesterday was monday o ancora Goran will shave you e You shit in the morning do you need to go again) da una moglie al marito disabile, testimonianza degli effetti devastanti del conflitto balcanico sulla quotidianità di una coppia.
Miljanovic affronta la violenza in nome dell’arte, con azioni “brutali” (rapimenti, intrusioni nella privacy) per trascenderla e azzerarla. O forse, più prosaicamente, l’allievo ha superato il maestro. Spaventandolo.

enrico padovani

mostra visitata il 31 luglio 2012

dal 31 luglio al 15 agosto 2012
Mladen Miljanovic. Good Night / State of Body
a cura di Claudia Zini e Aurora Fonda
A + A – Centro Espositivo Sloveno
Calle Malipiero 3073 (San Marco) – 30124 Venezia
Info: tel. e fax +39 041 2770466 info@aplusa.it ; www.aplus.it

1 commento

  1. Interessante questo articolo e anche la mostra.
    Grazie della segnalazione. Domani andrò a Venezia a vederla.
    Grazie Enrico! continua così!

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