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INVIDEO è nato per raccogliere video allo scopo di formare, a Milano, un archivio permanente e all’avanguardia dedicato all’arte elettronica e alle nuove tecnologie. Ma com’è nata la passione per il video e quando da ricerca individuale si è evoluta in un progetto di collezione aperta al pubblico?
Il punto di partenza è stato il cinema che una volta si chiamava “d’Essai” poi l’interesse per l’Arte contemporanea, la sperimentazione in genere (il corto per esempio) Poi c’è stato, nel ’90, l’ incontro con Felice Pesoli e l’idea di fare, a Milano, la città più tecnologica d’Italia, qualcosa che assomigliasse a Documenta di Kassel
In questi giorni presentate una selezione di 83 video provenienti da 13 paesi diversi. Come avete iniziato invece?
Veramente sono 98. All’inizio era più facile: si trattava di far vedere ad un pubblico che non ne sospettava nemmeno l’esistenza i capolavori dell’arte video dei 10 anni precedenti. Un serbatoio enorme! Poi, man mano che i grandi dimenticati venivano recuperati, la selezione si è andata orientando sulle opere prodotte negli ultimi due anni. Ma ormai avevamo messo in piedi una rete internazionale di collaboratori… Comunque il meccanismo è cambiato poco, nella sostanza: ogni anno acquisiamo i 50 top della produzione mondiale e li inseriamo in archivio. Il resto sono personali, omaggi ecc.
Il vostro archivio (Medialogo, via Guicciardini, 6) conta oggi 500 opere. Mi puoi magari dire come è suddiviso, tipo se la maggioranza sono video italiani, se avete privilegiato alcune aree tematiche e se avete interessi particolari volti all’uso delle nuove tecnologie e alle sperimentazioni?
Ti rimanderei a “Segnali video” di Alessandro Amaducci, Edizioni GS che nasce dalla consultazione sistematica e fanatica dell’archivio e che riporta l’elenco completo delle opere fino al 2000. L’archivio non è tematico: comprende le punte alte della produzione internazionale con particolare attenzione alla produzione Europea. E, tra gli europei al paese più forte produttore, la Francia.
Quest’anno il titolo della rassegna è Elsewhere (altrove). Significa anche attenzione nei confronti di confini altri dal punto di vista geografico e simbolico e quindi la registrazione della volontà di guardare al di là del nostro “quotidiano culturale”, per proporre un confronto ed una visione anche dal di fuori di noi stessi (sempre dal punto di vista culturale)?
(Permettimi di risponderti come ho visto fare a Bob Wilson a Berlino ad una domanda elaboratissima e superstrutturata): Si.
Si può dire che i video che meglio rappresentano questa linea sono quelli di Michael Klier, anticipatore in forma artistica del “delirio oppiaceo” del Grande Fratello e De la vie des enfants di Papisthione, ambientato nelle strade di Dakar in Senegal? Certo anche Solo Limoni di Giacomo Verde, che racconta in episodi momenti dell’antiG8 di Genova oppure Nato di Marco Agostinelli…appartengono a questa tendenza. Quindi secondo te c’è una diversa e maggiore attenzione da parte degli artisti (dei videoartisti) nei confronti di problemi di carattere economico e sociale, che si riflettono nelle loro opere attraverso ad esempio l’uso più diffuso della narrazione e del documentario?
C’è sicuramente un ritorno alla realtà, alla voglia di guardarsi attorno, di capire, di illustrare, di documentare. In modo creativo, per fortuna.
Sabato c’è l’incontro con Chris Cunningham e la presentazione oltre che dei suoi video, anche di una sua compilation. Una serata da non perdere…
Assolutemente si. Perché CC è un grande che tra l’altro va videoclip (era a Venezia, alla Biennale Arte, per dirne una) e perché è la prima volta che INVIDEO “apre” al video musicale e non si poteva che partire dal top…
Quali sono secondo te gli appuntamenti clou di questa rassegna? Presentate anche video su personaggi famosi…
Sono tutti appuntamenti clou, sennò non li avremmo proposti. E tra i video direi che ce ne sono almeno 98 da non perdere. Per non parlare dell’archivio (Zbig, Greenaway, Godard, Toti, Cahen, Wilson, solo per fare qualche nome)
Poi oltre ai video vi saranno anche serate video-musicali con danza interattiva e installazioni? Soprattutto a fine serata, no?
C’è una serata VJ giovedì 8 alle 23.45 al Tunnel, via Sammartini 30, una serata di danza interattiva (Spazio Oberdan, venerdì 9 ore 21.00) con AIEP, una videoistallazione su tre schermi di Studio Azzurro, “Trittico Marghera” che racconta lo sfascio ambientale e umano del Petrolchimico. Quanto si dice che l’arte anticipa la realtà (o almeno le sentenze…)
Grazie per avermi dedicato del tempo, così a ridosso del festival e BUON LAVORO! Ci vedremo a Milano!
Carmen Lorenzetti
“INVIDEO 2001 Mostra Internzionale di Video d’Arte e ricerca”
Dal 7-11-2001 al 11-11-2001.
Milano, Viale Vittorio Veneto 2, Spazio Oberdan (M1 Porta Venezia)
Ingresso: gratuito.
Orari: dalle 15.30 alle 23.30. Catalogo italiano/inglese a cura di Alessandro Amaducci, Charta, Milano.
Tel: Laura Mazza: 0338-7581958 – Annalia Martinelli 349-4330142
Sito: www.mostrainvideo.com
[exibart]
rassegna realizzata da incompetenti per fregare soldi alla regione
Sei troppo drastica, Sara… Mi permetto infatti di segnalare la presenza a INVIDEO di “Visioni del deserto”, di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, due autori straordinari – e molto poco visibili – che lavorano su materiale documentario alterandolo con effetti particolari: una specie di cinema/videoarte di grande suggestione.
Ammazza signora sara….secondo me lei ci rosica non poco eh!!!