15 gennaio 2002

video new release Esra Ersen – If You Could Speak Swedish Stoccolma, Moderna Museet Projekt

 
Il video della giovane artista turca per MMP esplora nel linguaggio incarnato nelle lingue le radici della costruzione e del mutamento dell'identità personale e sociale...

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Il Moderna Museet Projekt è un’idea nata nel 1998 a cura di Maria Lind per il Moderna Museet di Stoccolma. E’ un progetto non solo di esposizione ma soprattutto di produzione di opere video e installazioni mediali di giovani rappresentativi delle ultime tendenze espressive. Tema comune delle opere dei 29 artisti finora presentati è il collegamento con la città e la vita urbana di Stoccolma. Esra Ersen (Ankara, Turchia, 1970), giovane artista turca invitata a partecipare al progetto per il 2001, ha prodotto per MMP il video If You Could Speak Swedish che esplora la relazione tra identità personale e linguaggio. Esra Ersen - If You Could Speak Swedish Per il progetto la Ersen ha frequentato un corso di lingua svedese per stranieri in una scuola nei sobborghi di Stoccolma e ha chiesto la collaborazione di alcuni studenti, immigrati e rifugiati provenienti da tutto il mondo, accomunati dal non essere svedesi e dalla non conoscenza della lingua. Gli studenti sono invitati a scrivere nella loro lingua madre, cinese, arabo, russo, spagnolo, bengali, “che cosa vorrebbero dire se potessero parlare in svedese”. Una domanda che si trasforma in periodo ipotetico diventa il titolo del video stesso. Le frasi scritte in risposta sono state tradotte dagli insegnanti in svedese e davanti alla telecamera della Ersen gli studenti cercano di pronunciarle correttamente nella nuova lingua. Il video rivela nelle espressioni facciali, nei gesti, nelle intonazioni le difficoltà dell’articolazione dei nuovi suoni. La facilità e spontaneità dei commenti che i ragazzi intercalano nella loro lingua madre allo sforzo di ripetizione dei suoni corretti, contrasta con l’uso impacciato della nuova lingua. Esra Ersen - If You Could Speak Swedish
La mimica facciale, la gestualità e l’intonazione musicale aggiungono, sottraggono, modificano il significato delle parole pronunciate.
E’ un’attenzione a una concretezza della lingua che sfugge agli europei e alle culture abituate al doppiaggio cinematografico e televisivo, e che nasce dalla sensibilità turcofona, e orientale in genere, alla musicalità della lingua. Per la babele etnica e linguistica il lavoro della Ersen può ricordare Parabolic People di Sandra Kogut, ma diversissima è la modalità del montaggio che qui lascia il tempo necessario all’espressione, anzi è la ricerca di un tempo e di una lentezza necessari all’espressione di sé, che rimane comunque impossibile.
La ricerca della Ersen vuole suggerire che non solo l’identità personale è costruita e non si dà al di fuori del linguaggio (la langue di De Saussure), ma che il linguaggio stesso si incarna in una molteplicità di lingue concrete (la parole) che precedono il linguaggio stesso, e che differiscono tra di loro per una pregnanza fisica, costituita dai suoni, dai muscoli facciali coinvolti nella fonazione, dal gesticolare che accompagna l’espressione. Il linguaggio non è un orizzonte trascendentale del pensiero, il linguaggio è il volto. Il fenomeno dell’immigrazione e il problema di esprimere le proprie esigenze fondamentali in una lingua straniera assume quindi caratteristiche ben più drammatiche, che incidono profondamente sull’identità personale, sopratutto per le generazioni più giovani. E la Ersen sottolinea lo stato di minorità, inferiorità politica e sociale, in cui si trova chi deve esprimersi in una lingua non sua. Ma anche la condanna alla non sincerità, alla non completa espressione di sé, che spesso è la causa di incomprensione e di non integrazione tra i popoli. E’ quindi un invito a esprimersi, a far sentire la propria voce. Per questo il video è visibile non solo nel Moderna Museet, ma anche nel Jerusalem Kebab, leggendario ristorante di cucina mediorientale di Stoccolma. Il kebab è un ritrovo tradizionale per i popoli del Mediterraneo orientale, e nelle città di immigrazione un luogo importantissimo per la comunità araba per ritrovare i propri connazionali e parlare la propria lingua. La costruzione e slittamenti dell’identità personale e la relazione tra culture differenti sono al centro della ricerca di Esra Ersen. E’ un’indagine che si radica profondamente nella peculiarità della cultura turca e insieme mette in luce i debiti della cultura europea verso un paese di forte emigrazione e porta orientale dell’Europa. Nel video Hallo, where is it? (2000) Esra Ersen riprende dal sedile posteriore la conversazione di un uomo e una donna in un’auto che attraversa il ponte che conduce dalla parte europea a quella asiatica di Instanbul. In I am Turkish, I am honest, I am diligent (1998) fa indossare per una settimana le uniformi di scuola turche a scolari tedeschi e chiede loro di scrivere le loro esperienze personali a proposito.

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Lavinia Garulli


Esra Ersen, If You Could Speak Swedish.
Titolo originale: Om du kunde tala svenska
MMP, Moderna Museet Projekt, Stoccolma, Svezia
A cura di Maria Lind. Dal 15-IX-2001 al 13-I-2002.
Locations: Jerusalem Kebab, Hornsgatan 92, e Moderna Museet, Skeppsholmen, Stoccolma, Svezia.
Orari: Martedì – giovedì 11.00-20.00, venerdì – domenica 11.00-18.00.
Lunedì chiuso
Ingresso: Adulti 75 SEK. Studenti, disoccupati e pensionati 50 SEK. Bambini sotto i 16 anni ingresso libero. Primo martedì di ogni mese ingresso gratuito 17.00-20.00
Info:
Telefono: +46(0)8-5195 5200
Segreteria telefonica: +46(0)8-5195 5282
Fax: +46 (0)8-5195 5210
E-mail: info@modernamuseet.se
Web site: www.modernamuseet.se


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4 Commenti

  1. “E’ un’attenzione a una concretezza della lingua che sfugge agli europei e alle culture abituate al doppiaggio cinematografico e televisivo”
    Meravigliose parole, grazie…

  2. Non ho mai visto una risposta della signora Garulli, neanche anche ad un commento di apprezzamento.
    Penso che non esista;
    oppure che sia congelata in qualche fiordo non lontano da Stoccolma.
    Ciao, Biz.

  3. Cara Lavinia,
    i tuoi articoli sono sempre molto interessanti, lo sai che ti considero una persona di valore, anche se sono un poco delusa dalla mancanza di tue notizie.
    Torna a farti sentire vicina , a comunicare coi tuoi lettori, ad essere partecipe alla vita in Exibart.
    Sei una persona intelligente e quindi sai quanto è importante il calore umano quando si collabora, quando si dona o si riceve.
    Nei tuoi viaggi pensami, vorrei vedere i molti posti che tu vedi e pensandomi forse potrò “sentire” l’emozione dei luoghi che visiti.
    Exibart sta diventando sempre migliore, merito vostro e forse anche un poco nostro perchè vi amiamo.
    Cari pensieri ed un abbraccio.
    Maria

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