03 agosto 2012

Colosseo: la ripartenza nel 2015. Della Valle, Ornaghi e Alemanno, tutti pronti a puntare sulla cultura “Made in Italy”

 

di

Davide Bramante - My Own Rave: Roma (Colosseo Double) - 2008-09 - stampa lambda su plexiglas - cm 70x100 - ed. di 5 - courtesy LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste-Roma
Un ritornello che torna: Ornaghi: «Col restauro dell’Anfiteatro Flavio cerchiamo di disegnare il Paese di domani, all’insegna della cultura come elemento di sviluppo»; Alemanno: «Dobbiamo trasformare il Colosseo da splendida rovina a un punto focale per Roma e per il Paese, il restauro sarà un esempio per l’Italia di ciò che è il mecenatismo»; Della Valle: «Siamo un gruppo italiano che vive di made in Italy, di stile di vita italiano. Quando abbiamo visto che serviva un intervento forte per uno dei simboli dell’Italia nel mondo, abbiamo riflettuto pochissimo e abbiamo deciso di farlo con grandissimo piacere, come gruppo e come famiglia». 
Sono state queste le parole utilizzate nella conferenza stampa di annuncio dei dati più tecnici del restauro dell’Anfiteatro Flavio, riportati anche in un lungo articolo sul “Corriere della Sera”. Cosa bolle in cantiere? Innanzitutto le date: la consegna è prevista a giugno 2015, mentre la biglietteria e lo spazio merchandising si slitterà di sei mesi, nell’autunno dello stesso anno. L’apertura del cantiere è prevista per dicembre, e la prima tranche, con restauro delle arcate e sostituzione delle cancellate costerà qualcosa come 6 milioni e 660mila euro (Della Valle ha messo sul piatto un totale di 25 milioni). La ditta a cui i lavori sono appaltati è la romana Gherardi, mentre ancora senza impresa è il terzo step della riqualificazione, ovvero il restauro delle aree sotterranee, che verranno recuperate per due terzi, e che saranno consegnate al pubblico a fine 2016. 
Dal canto suo Alemanno non poteva essere da meno e ha annunciato un intervento sulla viabilità intorno al Colosseo, che smaltisca i flussi provenienti dai Fori Imperiali verso Colle Oppio: si eviterebbe così di usare il colosseo come una delle più grandi e “antiche” rotatorie del Paese. Sullo sfruttamento del marchio legato al restauro, con le relative polemiche e critiche che nei mesi precedenti erano fioccate, Della Valle ha rassicurato: «Abbiamo reso disponibile il budget chiedendo e pretendendo che non ci fosse alcuna operazione di ritorno aziendale, perché il monumento appartiene agli italiani e riteniamo assurdo che qualcuno possa imbrattare un monumento simile. Avremo solo il permesso di stampare un piccolo Colosseo sulla carta intestata della onlus “Amici del Colosseo” che farà conoscere l’iniziativa nel mondo, cercando di attirare altri fondi per operazioni simili». Insomma si parte davvero? Stavolta pare proprio di si. Il nodo al fazzoletto per la fine del 2016, per vedere come saranno andate effettivamente le cose? Forse, anche se si presume che la questione resterà aperta, e soprattutto monitorata non solo dagli addetti ai lavori.

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