28 marzo 2013

Scena aperta sulla Russia, al Grand Palais. Ecco uno sguardo ravvicinato sull’offerta dell’Est di Art Paris Art Fair

 

di

Raoef Mamedov, The Last Supper, 1998. courtesy Gallery Lilja Zakirova, 140x100 photo Vlad Monroe, Putin, 2011, courtesy Galerie Rabouan Moussion, 100 x 75 cm photo
La Russia troneggia al Grand Palais di Parigi, ospite d’onore di Art Paris Art Fair, con 90 artisti rappresentati e una decina di gallerie russe provenienti da Mosca, Rostov sul Don, San Pietroburgo e Vladivostok, senza contare una ventina di gallerie europee che presentano artisti russi. La fiera d’arte moderna e contemporanea accoglie in tutto 144 gallerie d’arte, con 74 new entry, ma anche molto design contemporaneo con nove gallerie che esplorano il legame tra design e arte contemporanea, e una decina di gallerie emergenti. Il regionalismo cosmopolita promosso da Guillaume Piens, direttore per il secondo anno della fiera parigina, sta dando i suoi frutti, la sua voglia di aprire la fiera all’arte dell’est lo porterà, come ha già annunciato, ad ospitare la Cina nella prossima edizione, prendendo così le distanze, anche per i prezzi più accessibili, dalla mitica Fiac.
Tra i 20 paesi presenti non manca certo l’Italia con la Venice Projects, Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea di Milano, Gagliardi Art System di Torino, e tra le emergenti la Edward Cutler di Milano. La scena russa è presente in tutte le salse: dai maestri russi emigrati in occidente tra gli anni ’20 e ’50, tra cui Ossip Zadkine della galleria Fleury, molto apprezzato in Francia, Parigi ospita anche un museo creato nel laboratorio dell’artista stesso. Mentre degli anni sessanta troviamo Mikhail Roginsky, pilastro dell’arte non-conformista della parigina Farideh Cadot, o Igor Makarevich, della Sem-Art Gallery di Monaco, figura essenziale della scuola concettuale moscovita. Nell’arte contemporanea abbiamo Dimitri Tsykalov e la sua opera spettacolare Heart, un cuore realizzato con terra e legno di circa trenta chili appeso nella galleria parigina Rabouan Moussion, che presenta inoltre Vladimir Mamyshev Monroe, scomparso qualche giorno fa a soli 43 anni, e ricordato perché incarnava personaggi, vedi Putin, per realizzare autoritratti. Della scena attuale troviamo Pavel Pepperstein della galleria moscovita Iragui, con il suo universo punk e onirico in paesaggi ispirati al costruttivismo. Tra le novità di questa fiera il Recycle Group di Mosca, della Galerie Suzanne Tarasiève, con un’installazione monumentale che saluta il pubblico al di fuori del Grand Palais, dal titolo Façade: misura 6 metri e si riferisce ai villaggi Potemkin, alle costruzioni di cartone costruite da Grigory Potemkin, il favorito dell’imperatrice Caterina II, che per fargli piacere voleva così nascondere la miseria della campagna russa. Tra le installazioni presenti alla fiera Fossil di Elise Morin, 4 metri per 8, una sorta di tenda formata da telai da ricamo ovali ricoperti di plastica. Elise Morin ha progettato l’opera per l’ingresso di Art Paris Art Fair, denunciando l’abuso di sacchetti di plastica, come rappresentazione simbolica dello sguardo che potrebbero avere i paleontologi del futuro sulle tracce lasciate nell’ambiente. Un’altra installazione, cinetica questa volta, è X360-II di Laurent Bolognini della Galerie Louise Alexander di Porto Cervo: un artista che lavora con la luce, che ha creato una sorta di apparecchio che disegna tracciati luminosi in base ad una scenografia, adattandosi al luogo in cui viene programmato. Da ricordare inoltre i cinque finalisti del Prix Canson 2013, selezionati dall’artista cinese Yan-Pei-Ming ed esposti per la durata della fiera, che si concluderà il 1° aprile, mentre il vincitore sarà annunciato il 4 giugno al Petit Palais a Parigi. (Livia De Leoni)

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