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La notizia si è diffusa capillarmente sui social network, e ampia parte della comunità romana dell’arte è in subbuglio. Perché mai l’Assessore alla Cultura e vicesindaco Luca Bergamo ha ritirato l’appuntamento del prossimo 23 marzo con “tutti gli artisti” al MACRO e non ha nemmeno messo in chiaro un’altra data per il meeting, ma si andrà a “data da destinarsi”?
Possibile che il MACRO, in evidentissima difficoltà, continui a suscitare da parte delle istituzioni un “bel tacere”? Bergamo, solo pochi giorni fa, aveva riportato: «C’è un notevole disordine nello svolgimento delle funzioni di enti e soggetti culturali: c’è competizione tra le istituzioni capitoline, e una mancata razionalizzazione dei costi dei servizi trasversali, con una serie di funzioni che si ripetono – aggiungendo – il MACRO nell’ultimo anno e mezzo sta andando bene ma ha elementi di sovrapposizione dell’offerta con il MAXXI e in un modo diverso con la GNAM, che sono di competenza del Mibact». Lo sappiamo bene, ma continuiamo non capirne il nesso, specialmente perché sempre il vicesindaco, come riportato dall’Agenzia Giornalistica Italiana, avrebbe aggiunto che Roma non ha un luogo un cui la comunità artistica contemporanea e i cittadini vivono, mentre i modelli di MACRO e PalaExpo non reggerebbero più. Forse anche per questo, allora, bisognerebbe parlare di futuro, no?
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