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Stanley Greene non ce l’ha fatta. Il fotografo è scomparso oggi, all’età di 68 anni, dopo una lunga malattia. Ad annunciarlo, Jean-François Leroy, direttore di Visa Pour l’Image, storico festival dedicato al fotogiornalismo che si svolge dal 1989 a Perpignan.
Nato a New York nel febbraio del 1949, ha iniziato il suo percorso professionale nel 1971, come assistente di Eugene Smith, documentando la scena punk di San Francisco di quegli anni. Ex attivista delle Black Panther ha fotografato la caduta del muro di Berlino e le condizioni dei territori dell’ex Unione Sovietica, arrivando fino in Afghanistan, Darfur, Ruanda, Iraq, Azerbaijan, Somalia, Kashmir e Libano. Sempre al centro dell’azione, scampato per miracolo all’assalto del Parlamento russo del 1993, riusciva a emergere il particolare dalle sue immagini, privilegiando una visione soggettiva della storia.
Il suo ultimo progetto risale al 2010, Black Passport, un diario che, tra simbologia collettiva e intimistica, racconta il suo modo di intendere il ruolo sociale del fotogiornalista.