12 luglio 2017

La passione di Antonio Ratti. A Mantova, una mostra racconta le idee visionarie dell’imprenditore

 

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Antonio Ratti (1929-2002), raffinato umanista, nominato Cavaliere del Lavoro nel 1972, affascinato dall’oriente, bibliofilo, collezionista d’arte, mecenate, imprenditore visionario con nuove idee per dare forma alla bellezza, come quando, nel 1958, inaugura a Guanzate, vicino Como, una parte dell’azienda, con le moderne strutture disegnate da Tito Spini, per un nuovo modello di architettura industriale. Questo precursore dell’impresa della creatività, filantropo e umanista, come Adriano Olivetti sensibile alla formazione culturale dei lavoratori, appassionato di tessuto, disegno e innovazione tecnologica, si racconta con una mostra unica nel suo genere, presentata alla Fondazione Ratti a Villa Sucota a Como e visitabile dal primo ottobre, a Mantova, a Palazzo Te. La mostra è prodotta dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, realizzata in collaborazione con Fondazione Antonio Ratti, curata da Lorenzo Benedetti, Annie Ratti e Maddalena Terragni. 
Nel titolo dell’esposizione è compreso tutto il messaggio: “Il tessuto come arte: Antonio Ratti imprenditore e mecenate”. Una vita di arte e amore per il tessuto, quella dell’imprenditore comasco dalle vedute cosmopolite, che emerge nell’evoluzione della Fondazione Ratti, che dal 1988 è impegnata nell’indagine delle ricerche nel campo delle arti visive e, in particolare, nell’arte contemporanea. L’istituzione dell’azienda “Tessitura serica Antonio Ratti”, per la creazione e la commercializzazione di tessuti per cravatte e foulards, fu solo la prima tappa di una progressiva attività imprenditoriale e culturale, che culminerà nel “Gruppo Ratti”, attualmente presieduto dalla figlia Donatella. Oggi, il Gruppo Ratti è tra i più importanti produttori di tessuti di qualità per griffe internazionali ma è conosciuto anche per investimenti nella formazione delle risorse umane. Con il suo programma CSAV-Artists Research Laboratory, è un punto di riferimento per la giovane arte italiana e internazionale. Basta ricordare alcuni nomi di artisti invitati a condurre le passate edizioni: Joseph Kosuth (1995), Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Marina Abramovic (2001), Alfredo Jaar (2005), Yona Friedmann (2008) e tanti altri, fino a Hannah Black, Micheal Dean, Russell Haswell e Karl Holmqvist (2017). 
Le molteplici attività della Fondazione dimostrano come la sinergia tra pubblico e privato, la promozione culturale e la valorizzazione territoriale, possano ordire trame di conoscenza, memoria, identità e storia, con uno sguardo proiettato verso il futuro. La mostra racconterà anche un pezzo della nostra cultura e società, quel gusto che va di pari passo con la ricerca creativa e tecnologica.
Come le installazioni degli artisti invitati dalla Fondazione riusciranno a raccontare l’epopea di Antonio Ratti, nella sua lucida follia imprenditoriale, lo vedremo negli spazi espositivi delle Fruttiere a Mantova, in autunno. C’è curiosità per vedere come l’architetto Philippe Raham, a cui è stato affidato l’allestimento della mostra, potrà valorizzare una componente immateriale, ovvero quel desiderio di bellezza, attraverso il tessuto nelle sue varie forme, partendo dalla ricca collezione di reperti antichi della Fondazione, passando per i grandi archivi dell’Azienda Ratti a Guenzate. 
Nel frattempo, possiamo consigliare una visita nella sede della Fondazione, a Villa Sucota, a Como, incastonata nel verde, affacciata sul lago con belvedere mozzafiato e dove, dal 2010, oltre agli archivi del Museo Studio del Tessuto della Fondazione, si trovano anche opere site specific diffuse per il parco e realizzate dagli artisti che hanno collaborato con la Fondazione. (Jacqueline Ceresoli)

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