18 luglio 2004

Da lontano era un’isola. Al via un progetto per giovani curatori a Milano

 

di

Il titolo, poetico ed evocativo, arriva da un libro di Bruno Munari: l’isola in questione –niente di più che un banale sasso- diventava emblema della capacità di trasformarsi che hanno le cose, cambiando punto di vista. Mutatis muntadis anche la città è una forma aperta e come tale si presta perfettamente ad una pluralità di visioni, ad un incrocio di sguardi e di prospettive. E da qui prende le mosse Da Lontano era un’isola, mostra che inaugurerà il prossimo 7 settembre promossa dall’Accademia di Belle Arti di Brera, con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano, Settore Sport e Giovani, nell’ambito del progetto Giovani curatori guardano l’arte. L’evento dà inizio all’attività del gruppo con-cura, costituito da diciotto curatori dell’8° edizione del Master Universitario “Organizzazione e Comunicazione delle Arti Visive” dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Le sedi espositive sono la Fabbrica del Vapore e il Careof.
Il gruppo con-cura proporrà una rassegna di giovani artisti operanti in ambito milanese, diversi per poetiche, linguaggi e mezzi espressivi, alle prese appunto con il tema della città.

Elenco degli artisti invitati: Anna Biagetti, Stefano Bruna, Davide Caforio, Claudia Canavesi e Nadia Galbiati, Simone Cesarini, Stefania Ferraro, Claudio Gobbi, Manuel Ehrenfeld, Fabio Palmieri, Stefano Peressini, Pablo Perra, Stefano Romano, Marco Maria Giuseppe Scifo, Federico Solmi, Luca Trevisani.

Il 19 settembre è previsto un concerto di musica elettronica sperimentale dei Medves+Atelier Mtk.


Da lontano era un’isola
7-22.IX.2004
Milano, Care Of e Fabbrica del vapore
mastercurator@accademiadibrera.milano.it


[exibart]

4 Commenti

  1. forse si, dipende dai punti di vista.
    Comunque ti prego di connettere il cervello prima di scrivere e insultare.
    Simone Cesarini e Luca Trevisani sono bolognesi e si sono formati li, dovresti saperlo visto che ti firmi da Bologna.
    Se poi hanno contatti o conoscenze a Milano non c’è nulla di male. Però scrivere che operano negli ambienti milanesi mi sembra un po improprio.
    intendevo dire questo.
    forse dovresti imparare a leggere tu!

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