08 ottobre 2004

Milano, al muro la terza opera del Diesel Wall

 

di

Terza opera vincitrice del premio di arte temporanea Diesel Wall, Base di Davide Bertocchi (Modena, 1969) fa parte di una serie di immagini scattate durante esplorazioni casuali in località diverse. Sulle montagne della Corsica o sul cratere del vulcano Aso in Giappone, queste immagini non sono pianificate ma prese per caso in punti particolari, dove appaiono misteriose architetture, strane installazioni scientifiche già esistenti in loco. L’opera DieselWall è uno scatto in grande formato (360 mq.) retroilluminato. Nel contesto urbano del Muro l’immagine, come se fosse un monolite misterioso, interroga il proprio fruitore: la scienza può essere fonte di ambiguità piuttosto che di cartesiana certezza. L’opera osserva lo spettatore e non viceversa.

Evento urbano fuori dagli schemi, ideato con l¹intenzione di avvicinare all’arte contemporanea un numero sempre maggiore di persone, il premio Diesel Wall si rivolge ai nuovi talenti e da loro la possibilità di esprimersi attraverso una installazione di 360 mq sul muro verticale accanto alle colonne di San Lorenzo a Milano. Importanti i risultati raggiunti durante questa prima edizione del premio. La giuria selezionata da Raffaella Guidobono e composta da Hans Ulrich Obrist, Wilbert Das, Caroline Corbetta, Giusi Ferré e Piero Golia, ha selezionato le tre opere vincitrici (‘I Am A Wall’ di Gianni Caravaggio, ‘The Holy Site’ di Federico Pepe e ‘Base’ di Davide Bertocchi) tra le oltre 700 ricevute.


DieselWall
Milano – via Pioppette (colonne di San Lorenzo)
Infoline 800995955
Dal 7 ottobre


[exibart]

3 Commenti

  1. Gennaro Cilento e Giuseppe Labriola del Mario Pesce a Fore hanno visto i loro progetti scartati per tali nefandezze generate da Piero Gola Profonda e dai suoi cloni/epigoni scelti, ricordo il commento di Gennaro Cilento alla notizia: La prossima volta presento come progetto una scritta a carboncino su di un foglio in carta da sapolvero -I LOVE ART-.
    Ditemi voi, come se Ben Vautrier non fosse mai esistito, sarebbe proprio da organizzare un corso di Storia dell’Arte per i creativi della Diesel e l’oriundo partenopeo cà vò fà l’americano!

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